Il lavoro da Connie Dekker verra' posto nella hall dello spazio di Patrizia Pepe, in modo da creare nuovi ambiti di comunicazione tra ambiente esistente e opera d'arte. Nell'ingresso emerge una scala monumentale, che si snoda in due cerchi di travertino, per poi proseguire il suo percorso in una forma semicircolare fino al secondo piano.
Mostra/Installazione
L'artista olandese Connie Dekker ha scelto come luogo per presentare al
pubblico il suo nuovo lavoro la base operativa di Patrizia Pepe a Capalle,
Firenze.
Il lavoro da Connie Dekker verrà posto nella hall dello spazio di Patrizia
Pepe, in modo da creare nuovi ambiti di comunicazione tra ambiente esistente
e opera d'arte. Nell'ingresso emerge una scala monumentale, che si snoda in
due cerchi di travertino, per poi proseguire il suo percorso in una forma
semicircolare fino al secondo piano.
Il lavoro viene esposto all'interno dello spazio creato dalla forma
circolare della scala, che genera una specie di "cordone ombelicale" nello
spazio e nello stesso tempo segna il filo narrativo, concettuale e
immaginativo dell'installazione.
L'installazione della Dekker è composta da un abito, che fa parte di una
serie di quattro opere. Diversamente dagli abiti precedenti, questa volta
l'artista punta sulla cintura, che avvolge la silhouette femminile: essa si
dipana in forme animate lungo la parte posteriore dell'abito, dando vita a
una sorta di strascico che cade sul pavimento e si ricongiunge in una grande
forma circolare. All'estremità del cerchio è ricamata la frase Deep in the
water, softly moving its fins, a carp, dreaming (il testo deriva da una
poesia haiku di Kyoroku, 1655-1715).
Nelle opere di Connie Dekker l'abito perde la sua funzione primaria, cioè di
"coprire il corpo" per mettere in luce la sua capacità di rimandare ad altri
spazi, di creare legami con altri tempi.
Si tratta di un tentativo di trasformare il tempo, attraverso il ricamo e il
tessuto, per arrivare a un concetto di tempo flessibile.
Attraverso l'atto di ricamare lo haiku -ovvero ponendo l'attenzione sulla
volontà di esprimere un'esistente che è al di là del mondo del fenomeno e
che tocca il nostro senso per l'infinito- Connie Dekker scopre la sottile
linea di confine che unisce/divide la dimensione dell'eterno e la variazione
temporale. Del resto, per la poesia haiku le cose sono così come appaiono,
cioè aspetti della natura.
In tal modo l'abito, la cintura e la forma circolare, diventano una metafora
dell'acqua, simbolo dell'instabilità e della trasformazione.
La cintura è basata sull'obi giapponese, cioè una parte del costume
tradizionale che rimanda agli elementi naturali. Ad esempio, un tipo di obi
è detto "il ponte" e difatti, come afferma la stessa Connie Dekker, la
cintura del suo abito fa riferimento a questo principio.
L'ambiente esistente e l'opera d'arte si uniscono in un movimento tra due
estremità : andando in alto vediamo le scale e cercando il basso vediamo, in
una posizione accurata e intermedia, l'abito. Attraverso la cintura piegata,
l'abito forma un cerchio in terra, dove proprio al suo bordo si legge il
testo ricamato: Profondo nell'acqua, muovendo gentilmente le sue pinne, una
carpa, sognante.
Cenni biografici
Connie Dekker è nata a Rotterdam (Olanda) nel 1960.
Studia dapprima all'Accademia di Belle Arti St. Joost a Breda e poi presso
la Rijksacademie di Amsterdam. Ha partecipato a numerose mostre collettive e
personali sia in Italia che all'estero.
La sua arte si sviluppa in diversi ambiti operativi, spaziando dalla
fotografia alle installazioni scenografiche, dalla performance alla
realizzazione di opere tridimensionali.
Vive e lavora tra la Toscana e Amsterdam.
Inaugurazione
Mercoledì 18 Dicembre 2002 ore 17.00 - 18.30
Durata: dal 18 Dicembre '02 al 30 Gennaio '03
Orario d'apertura: Lunedì/Venerdì 9.30/12.30 - 14.30/18.30
Info: Tel.055 874441
Fax. 055 87444600
Tessilform-Patrizia Pepe
Via Gobetti 7/9
Capalle - Firenze