Lucia Arbace
Marco Bona Castellotti
Anna Colangelo
Mauro Congeduti
Caterina Dalia
Gaetano Curzi
Fabrizio Magani
Franco Marzatico
Graziella Mucciante
Cristiana Pasqualetti
Rosella Rosa
Ernestina Stinziani
Alessandro Tomei
Marta Vittorini
La mostra mette insieme esemplari medievali e rinascimentali, fra i quali non mancano alcune Maesta', che nell'imponenza della rappresentazione e nella smagliante veste cromatica esercitano su qualunque osservatore un indubbio fascino, ed e' caratterizzata dal forte accento sul quale si fonda il titolo.
A cura di: Lucia Arbace.
Comitato scientifico: Lucia Arbace, Marco Bona Castellotti, Anna Colangelo, Mauro Congeduti, Caterina Dalia, Gaetano Curzi, Fabrizio Magani, Franco Marzatico, Graziella Mucciante, Cristiana Pasqualetti, Rosella Rosa, Ernestina Stinziani, Alessandro Tomei, Marta Vittorini.
Progetto espositivo: Aurelio Ciotti.
Da un’epigrafe che leggiamo in calce alla superba Madonna duecentesca di Sivignano, “Nel grembo della Madre risplende la sapienza del Padre”, trae ispirazione il titolo della mostra, curata da Lucia Arbace e da un folto comitato scientifico, nella quale verrà presentato un insieme assolutamente eccezionale di dipinti e sculture lignee di area abruzzese che coprono l’arco cronologico tra la fine del XII e gli inizi del XVI secolo
E’ la certezza che proviene dalla sapienza a stringere un nesso concettuale fra queste superbe raffigurazioni mariane, che fondono il carattere popolare con l’intonazione aulica della regalità di Maria “sedes Sapientiae” e Madre.
Alcune di queste opere non furono indenni dai terribili effetti del terremoto del 2009. Il loro restauro è la prova di come le Soprintendenze d’Abruzzo si siano date da fare per restituire all’antico splendore e alla fruizione del pubblico, un patrimonio d’arte straordinariamente importante e amato, benché ancora troppo poco conosciuto, testimone di una sintesi di influssi di varia origine culturale e di una devozione profondissima, che si manifesta tuttora nelle processioni e nella presenza, in Abruzzo, di una fitta serie di santuari.
La mostra di Rimini comprende una ventina di esemplari di notevoli dimensioni, fra i quali non mancano alcune Maestà più grandi del naturale, che nell’imponenza della rappresentazione e nella smagliante veste cromatica esercitano su qualunque osservatore un indubbio fascino, ed è caratterizzata dal forte accento sul quale si fonda il titolo.
Rispetto alle due edizioni precedente, del Castello di Celano e del Buonconsiglio, questa mette insieme esemplari medievali e rinascimentali, in una continuità sancita innanzitutto dal tema mariano e poi dalla connotazione geografica, che, sul piano stilistico, si riveste di una peculiare intensità; le Madonne con Gesù bambino ostentano infatti una intensa vivacità di affetti, sia quando sono atteggiate alla pensosa severità degli sguardi, sia quando entrano in affabile rapporto con chi le osserva.
Per questa ragione non sono mai “distanti”, perché sono concepite in un dialogo; affermano in tal modo sia la loro umanità, ma nel contempo la loro divinità, segno eloquente di come l’arte popolare sia innanzitutto “arte per il popolo”, intesa per essere capita da una realtà più varia possibile di persone. In tal senso, la rassegna, allestita nelle sale del Museo della Città, è in perfetta sintonia con gli interessi culturali di Rimini e del Meeting per l’Amicizia, in concomitanza con il quale aprirà i battenti il giorno 21 agosto.
L’articolato capitolo della scultura lignea e della pittura abruzzese medievale e rinascimentale rappresenta un fatto d’arte autonomo, pur nelle relazioni che le arti abruzzesi stringono con la cultura figurativa umbra e laziale.
In età medievale sopravvive, almeno sino alla fine del XIII secolo, il substrato bizantino, così influente nell’arte italiana. L’autonomia dell’arte abruzzese viene poi riconfermata nel Rinascimento, momento che assiste alla presenza di artisti del calibro del pittore Saturnino Gatti e dello scultore Silvestro dell’Aquila.
Fra le opere esposte spiccano per la classica severità la Madonna col Bambino di Castelli, che in antico si conservava nella distrutta abbazia di San Salvatore, e la Madonna di Ambro, proveniente in origine da San Pio di Fontecchio, nei pressi dell’Aquila.
La prima è intagliata in due blocchi cavi di legno di noce che conferiscono una consistenza monumentale al compatto gruppo di Maria e di Gesù, ideato per essere collocato su un trono non più esistente. Qui la Vergine sfuma il suo ruolo di regina, descritto dalla splendida corona un tempo ornata di borchie di vetro, in un’espressione confidenziale, mentre il Bambino, a sua volta incoronato, punta verso l’osservatore uno sguardo fermo, leggermente assorto e giudice.
La Madonna di Ambro, così denominata forse da un santuario nei pressi di Ascoli Piceno dipendente da Farfa, fin dalla prima occhiata tradisce un ascendente bizantino. Lo vediamo in ogni dettaglio: dalla sontuosa acconciatura di Maria, ai pendilia, i fili di perle che ricadono come quelli di un’imperatrice di Costantinopoli. Anche qui la ieratica regalità di Maria si addolcisce nella sua maternità, perché questa regina in trono è anche lactans, del latte, e deriva da un’iconografia di radici orientali.
Saranno in mostra, eccezionalmente, anche la Madonna del latte di Montereale nel suo smagliante cromatismo, e la Madonna di Sivignano, riscoperta e “salvata” da Federico Zeri negli anni sessanta del Novecento da un increscioso episodio di vendita clandestina, sventato dagli abitanti di Sivignano che fecero di tutto per nascondere la “loro” Madonna, impedendone così l’alienazione
Tra i capolavori del Rinascimento non si può dimenticare la Madonna in trono con angeli di Saturnino Gatti, pittore che si innesta nel solco della tradizione del centro Italia, simile nella finezza al Pinturicchio e nell’eleganza ai maestri umbri e laziali del Quattrocento.
Mostra promossa da: Meeting per l’amicizia fra i popoli, con la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo e la Soprintendenza per i beni storici, artistici e etnoantropologici dell’Abruzzo.
In collaborazione con: Museo della città di Rimini, Arcidiocesi di L’Aquila e la Diocesi di Teramo-Atri.
Con l'Alto Patronato della: Presidenza della Repubblica.
Con il patrocinio di: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Abruzzo, Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini, Comune di Rimini.
Catalogo Allemandi.
Filmato “Arte salvata”, Copyright Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Abruzzo.
Informazioni: tel. 0541.783100, mail: madonne.abruzzo@meetingrimini.org, www.meetingrimini.org
INFO: il Museo della Città e la Domus del chirurgo saranno aperti dal 21 al 27 agosto con orario continuato dalle ore 9,30 alle 19,30.
Nella settimana del Meeting, inoltre, ai visitatori della mostra “La sapienza risplende. Madonne d’Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento", sarà riservato il biglietto ridotto di euro 4.00, comprensivo dell'ingresso alla Domus del chirurgo e al Museo della Città.
Inaugurazione per la stampa: sabato 20 agosto 15.30-17.30
Inaugurazione: domenica 21 agosto
Museo della Citta'
Via Luigi Tonini, 1, Rimini
Orari da domenica 21 a sabato 27 agosto: tutti i giorni 9,30 - 19,30. Orari dal 28 al 15 settembre: da martedì a sabato 9.30 - 12.30, 16.30 - 19.30. Orari dal 16 settembre al 1 novembre: da martedì a sabato 8.30 - 13.00, 16.00 -19.00; domenica e festivi 10.00 - 12.30, 15.00 - 19.00. Apertura serale: martedì e venerdì di agosto dalle 21 alle 23. Chiuso i lunedì non festivi