Opere pittoriche per interpretare un viaggio verso un inconscio (s)conosciuto: un percorso esperienziale che inizia con un trittico di dipinti su fondo bianco, colore che corrisponde simbolicamente alla tabula rasa.
Dal 15 al 28 settembre 2011, la prima mostra personale di Andreea Hartea Raluca “L’inconscio fa scacco in dodici mosse – un percorso tra arte ed ipnosi” a cura di Ivan Quaroni
Il progetto di Andreea Hartea Raluca, giovane artista Rumena che ha vinto la seconda edizione del “Premio Patrizia Barlettani NEXT_GENERATION” (premio dedicato ai giovani artisti con età massima 30 anni), parte dai suoi studi di psicologia analogica.
Come una terapeuta, l’artista struttura il proprio intervento tramite l’individuazione di soggetti significativi, che vogliono riflettere simbolicamente i conflitti che avvengono all’interno di ogni individuo. “L’inconscio fa scacco in 12 mosse” si articola come un percorso in 12 tappe attraverso tre differenti livelli, costituisce una sperimentazione della validità delle teorie della psicologia analogica applicata alla rappresentazione artistica
Si tratta di un progetto che sottomette il linguaggio pittorico ad uno scopo più ambizioso di quello consistente semplicemente nel suscitare emozioni e cercare il coinvolgimento dell’individuo in almeno uno dei 12 momenti della mostra.
Ma per predisporre questa sorta di discesa negli abissi del subcosciente, Andreea Hartea ha dovuto compiere una precisa scelta formale. Il suo stile sintetico, asciutto, minimale, che innerva la pasta pittorica nell’essenzialità della linea e che, per via di una continua interruzione della monocromia, frantuma le figure in un diagramma irriconoscibile, è il frutto di una scelta precisa. La comunicazione immediata, diretta, tramite una figurazione chiara ed esplicativa avrebbe, infatti, compromesso l’esperimento.
I dipinti di Hartea fluttuano in una dimensione mediana tra figurazione e astrazione, in una zona limbica, in cui l’immagine appare ancora in via di definizione, pur essendo perfettamente compiuta nella sostanza.
!2 opere per interpretare un viaggio verso un inconscio (s)conosciuto: il percorso esperienziale, inizia con un trittico di dipinti su fondo bianco, colore che corrisponde simbolicamente alla tabula rasa, al vuoto pneumatico che prelude all’esperienza.
ll livello successivo, caratterizzato dal colore rosso, che allude alla vita, alla forza e alla passione, cala il conflitto genitoriale, interno a ogni individuo, nella dimensione pratica della vita quotidiana.
Il terzo ed ultimo livello, connotato dal colore nero e, dunque, dai sentimenti e dalle esperienze ad esso associati, raccoglie un più nutrito gruppo di opere. Sono sei dipinti che affrontano sei paure fondamentali dell’individuo e in cui, peraltro, la riconoscibilità delle figure diventa, se è possibile, ancora più aleatoria. Le immagini, traslate in episodi quotidiani e prosaici, ma con ciò non meno significativi, indagano temi come l’abbandono, il senso di colpa, la disistima, il timore del giudizio negativo, della solitudine e della morte, insomma tutta la gamma delle angosce e degli sgomenti che, come afferma l’artista, “sono innescate nell’infanzia, il momento passivo dell’individuo, e che in seguito condizionano il corso della sua vita”.
Inaugurazione 15 settembre ore 18
Galleria San Lorenzo (nuova sede)
via Sirtori, 31 - Milano
Dal lunedi al sabato 15 - 19
Ingresso libero