Spazio Cerere
Roma
via degli Ausoni, 3
06 44703912 FAX
WEB
David Favrod
dal 20/9/2011 al 24/9/2011

Segnalato da

Fondazione Pastificio Cerere




 
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20/9/2011

David Favrod

Spazio Cerere, Roma

Gaijin. Un racconto di finzione, uno strumento per la ricerca di identita', un tentativo di confrontarsi con un rifiuto e di affermare la propria eredita' giapponese. Tutte le fotografie esposte sono elaborate in modo ironico e intelligente colme di immagini archetipiche e luoghi comuni. Nell'ambito di FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma.


comunicato stampa

a cura di Alessandro Dandini de Sylva

FotoGrafia Festival Internazionale di Roma

Per uno svizzero io sono un giapponese e per un giapponese io sono uno svizzero o più propriamente un gaijin1.

David Takashi Favrod è nato a Kobe, in Giappone, da madre giapponese e padre svizzero, e cresciuto in Svizzera, a Vionnaz, un paese del basso Canton Vallese dove la famiglia si trasferì pochi mesi dopo la sua nascita. Sebbene lontano dal Giappone, viene esposto alle sue radici attraverso la cultura e le tradizioni della madre, i racconti di guerra dei nonni e i vari viaggi nel paese d'origine. All'età di 18 anni gli viene negata la doppia cittadinanza dall'Ambasciata Giapponese - concessa solo a donne giapponesi che desiderano ottenere la cittadinanza del marito - e da questo rifiuto nasce l'esigenza di esplorare l'identità negata ed in particolare l'ispirazione per il progetto "Gaijin". Lo stesso Favrod scrive: — È da questo sentimento di rifiuto e anche dal desiderio di dimostrare che sono giapponese quanto sono svizzero che ha avuto inizio questo progetto.

"Gaijin" è un racconto di finzione, uno strumento per la ricerca di identità, un tentativo di confrontarsi con un rifiuto e di affermare la propria eredità giapponese. Ispirato dai racconti di famiglia, dalla cultura popolare e tradizionale giapponese e dal mondo ancestrale degli spiriti o yōkai (妖怪), David Favrod elabora in modo ironico e intelligente immagini archetipiche 2 come profonda riflessione visiva sul complesso rapporto tra il sé e l'altro, l'immagine e la memoria, tra la sua identità giapponese e la sua storia. Tutte le fotografie della serie sono realizzate in Svizzera e in ogni immagine, sapientemente composta e colma di riferimenti a luoghi comuni e connotazioni giapponesi, lo spettatore scopre un ibrido di entrambe i Paesi.

Una riproduzione del Monte Fuji realizzata con un copriletto, paesaggi romantici in stile svizzero di stampe giapponesi, un coraggioso samurai in armatura di cartone, ombre di Kaiju (怪獣), mostri misteriosi della fantascienza ispirati al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, uccelli origami leggeri e immateriali, maschere Nō (能), ritratti fissi e senza tempo, e materiale d'archivio; da un'immagine all'altra lentamente l'artista ci conduce in un'atmosfera che offusca la linea tra realtà e immaginazione fino a ricostruire goccia a goccia 3 una personale ed elaborata visione del suo Giappone.

In collaborazione con Fondazione Pastificio Cerere
Con il supporto di Istituto Svizzero di Roma

Immagine: Autoportrait en poulpe, 2009

Opening mercoledi 21 settembre 2011, ore 19

Fondazione Pastificio Cerere
via degli Ausoni 3, Roma
ingresso libero

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