Dei. Il mito e' un universo di frammenti, di storie e di illuminazioni. E' un insieme di racconti fantastici che da sempre trova corrispondenza nella poesia, nella letteratura e nelle arti. E' questo il tema della mostra di Colin, che affronta il tema del dialogo tra storia della classicita' e valori della contemporaneita'.
a cura di Barbara Rose
con interventi di Gillo Dorfles, Vincenzo Trione, Matteo Collura, Eva Cantarella
“I Miti mi dicono dove mi trovo”
Joseph Campbell
Il mito è un universo di frammenti, di storie e di illuminazioni. Quasi sempre é
animato da esseri straordinari, irraggiungibili divinità o più avvicinabili
semidei, spesso da eroi, ma qualcuno, è anche un semplice e più terreno umano.
Rivelatrice la battuta di Jung: “I miti sono diventati malattie” per raccontare
come il racconto del mito vive ancor oggi nella nostra quotidianità e condiziona i
nostri modi d'essere, la nostra vita, i comportamenti sociali, culturali e politici.
E’ questo il tema della mostra di Gianluigi Colin al MADRE di Napoli, che affronta
il tema del dialogo tra storia della classicità e valori della contemporaneità.
Il mito è un insieme di racconti fantastici che da sempre trova corrispondenza
nella poesia, nella letteratura e nelle arti. Ma quali sono oggi gli dei che (anche
inconsapevolmente) veneriamo? Non parliamo sempre di potere, denaro bellezza? E non
vediamo sulle pagine dei giornali sempre più titoli che ci parlano di guerra? Non
viviamo in luoghi (fisici e mentali) nei quali ci perdiamo, non ci riconosciamo,
manchiamo di identità? E questo, forse, proprio il labirinto del nostro esistere,
nel quale ci sentiamo come Teseo alla disperata ricerca di un’Arianna che ci aiuti
a trovare una via d'uscita. Una salvezza.
Il lavoro che viene presentato nella mostra DÈI al Madre, muove da una riflessione
specifica: il mito è il racconto del mondo che rinasce in ogni uomo; è dentro di
noi anche quando non lo riconosciamo.
Nel progetto si presentano alcune opere dedicate a una nuova rappresentazione del
mito contemporaneo. Le opere evocano la presenza invasiva degli dèi pagani: sono
divinità che superano barriere culturali e politiche e sono, forse, l' esempio di
una vera globalizzazione invisibile, di una radicalizzazione culturale capace di
superare frontiere, ideologie, religioni.
Per mettere in scena gli déi del nostro tempo, Colin, come ricorda Vincenzo Trione,
sceglie a una strategia originale: “Per dar vita ai suoi affreschi inesatti,
imperfetti, sgrammaticati, ricorre a una tecnica complessa, fondata sull’incontro
tra ricognizione e reportage. Dapprima, si sfogliano i quotidiani; poi, si prelevano
pagine su cui appaiono immagini “rivelatrici”; poi, si accartocciamo quei fogli,
con un gesto di intolleranza morale; poi, si fotografano questi
“stropicciamenti”; poi, si stampa il file su carta di giornale, che viene
appiccicata su un letto fatto a sua volta di sedimentazioni di carte di giornali
(una sorta di “riscrittura” della tecnica classica dell’imprimitura); infine,
con impeto, si interviene con le mani su questo materiale, con ulteriori piegature.
L’approdo. Un tessuto increspato, che sta per strapparsi. Un mare agitato da onde.
L’opera acquista un’inattesa consistenza plastica.
La mostra – interamente finanziata da sponsor privati - presenta 14 opere
(prevalentemente di grande formato) toccando il tema di
quattro divinità della mitologia classica e un luogo mitico: il labirinto.
Così ecco ARES/ MARTE, il dio della guerra nelle immagini di una pistola, di una
scena di combattimento in Iraq o nella cartina di un combattimento a Gaza.
AFRODITE/ VENERE Venere é presente tra noi in tutte le copertine di giornali, nella
pubblicità, nella moda, nel cinema e nella pornografia. Il culto della bellezza non
finisce mai. Né quello dell’ amore sospeso tra una visione idealizzata e sacrale
e quello più terreno, pieno di profana umanità.
ERMES/MERCURIO E’ il messaggero degli dei. Ma é anche il dio del commercio e dei
ladri. E’ dunque il potere contemporaneo della comunicazione ma soprattutto del
denaro, della finanza, del profitto.
CRONO /SATURNO E’ il simbolo del potere fine a se stesso, implacabile e capace di
ogni atrocità.
LABIRINTO Qual è il labirinto della nostra esistenza? Colin , come un archeologo
del presente raccoglie frammenti della contemporaneità, parole, figure, segni e
immagini mettendoli insieme in un gigantesco muro. Ecco dunque l’opera più
monumentale che accoglie il visitatore: The Wall: un arsenale di icone impazzite,
un’installazione caotica, impossibile da perimetrare., un’opera aperta fatta di
materiali eterogenei. Un autoritratto notturno e perturbante.
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