Gabriele Armellini
Costanzo Rovati
Francesco Contiero
Gianni Bailo
Niccolo' Calvi
Pietro Bisio
Alcuni artisti provenienti dall'Oltrepo' e dalla Lomellina (Gabriele Armellini, Costanzo Rovati, Francesco Contiero, Gianni Bailo, Niccolo' Calvi, Pietro Bisio) si sono incontrati ed hanno deciso di creare un sodalizio artistico.
Alcuni artisti provenienti dall’Oltrepò e dalla Lomellina si sono incontrati ed hanno deciso di
creare un sodalizio artistico. Il “Grande Fiume“, un tempo confine e limite di due mondi lontani
e spesso estranei, oggi diventa un punto di contatto, di unione, motivo conduttore di
un’avventura artistica ancora tutta da scrivere.
Gabriele Armellini propone una pittura sofisticata, elegante, cerebrale, a prima vista di
difficile accesso, costituita da un tessuto cromatico complesso ed affascinante, che spinge la
sua ricerca verso dimensioni, che sono solo dominio del pensiero, ben lontano da una realtà
più tranquilla ed appagante.
Una chiave di lettura vera e propria non esiste ma, per entrare in sintonia con questo mondo di
rarefatte costruzioni astratte ed afferrarne il fascino misterioso, è necessario guardare alla
musica e alle variazioni delle cadenze ritmiche che propone e che ne costituiscono l'essenza
profonda.
Attraverso questa via è possibile seguire il filo di una pittura fatta di colori splendenti, che
fluisce con motivi ora dolci, ora vibranti, ora gioiosi, ora cupi, seguendo attraverso il gioco
cromatico le note di un'immaginaria sinfonia musicale ancora tutta da scrivere ma già presente
sulla tela nelle armonie suggerite dal colore.
Come la musica esse non vanno cercando un riferimento con il mondo reale ma trovano
giustificazione in se stesse e nel ritmo cromatico che le anima e le fa vivere, modulandole
sulle note del virtuale spartito, che dona loro il pennello dell'artista.
…
Nella pittura di Costanzo Rovati si percepiscono una misura ed una compostezza di sapore
antico, maturate su vicende espressive nate con l'uomo stesso e con il suo insopprimibile
desiderio di comunicare emozioni. La sua vicenda artistica si muove sulla linea di un sapiente
arcaismo fortemente espressionistico, ottenuto attraverso un deciso ritorno alle forme
semplici, alla sintesi, al simbolo grafico, qualche volta alla metafora, giocata come chiave
interpretativa di una realtà più complessa.
I! quadro cromatico, pulitamente compartito, si raggruma talvolta in materiche ondulazioni, che
agitano la tranquilla superficie dell'opera con un brivido, che viene a scuotere la solarità della
composizione e la solidità dell'impianto. Il colore, spesso steso piatto a larghe campiture,
accentua ……….. di bidimensionalità dell' opera, sottolineandone il vago sapore arcaico ed il
piacevole senso di sicurezza che si muovono dentro tutta quanta la produzione dell'artista.
…
Le creazioni di Francesco Contiero scaturiscono sempre da una profonda riflessione sulla
natura dei materiali impiegati, che lo spingono ad arditi accostamenti tra vècchio e nuovo, un
passato ed un presente che spesso tendono a respingersi ma che gli consentono geniali
soluzioni spaziali insieme a polerniche metafore ideologiche intorno ai valori veri dell'esistenza
dell'uomo. Il reimpiego di oggetti, sui quali il tempo e le umane vicende hanno lasciato il segno
indelebile del loro passaggio unitamente al fascino sottile del vissuto, si contrappone in modo
antitetico all'uso nella stessa opera di materiali modernissimi freddi ed anonimi.
Metalli splendenti e vetro trasparente accanto a pezzi di legno sfibrato dai secoli e a ferri
arrugginiti diventano l'importante terreno di incontro e scontro tra due modi diversi di pensare
e costruire la realtà.
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Passato da una ricerca spaziale portata avanti per molti anni ad una più profonda ed intima
riflessione sull'uomo e le sue emozioni, Gianni Bailo ha oggi intrapreso una sorta di deciso
ritorno al figurativo. Prima era stato lo studio delle mani e del loro movimento ad aprire uno
squarcio verso affetti e moti dell'animo umano, ora sono invece i volti ad essere assunti come
interpreti assoluti di sentimenti ed atteggiamenti psicologici, che l'artista rileva attraverso uno
studio attento e preciso dell'anatomia del volto umano, in una sorta di riscoperta della
fisiognomica e delle sue regole.
Una vulcanica attività di progettazione si concretizza in una ricerca geniale di forme libere
nello spazio e di insolite volumetrie, spesso ottenute anche attraverso l'assemblamento di
oggetti dismessi e recuperati.
Sperimentatore instancabile e geniale, Niccolò Calvi saggia i materiali più diversi, dalla pietra
al ferro al legno alla docilissima carta, trovando armonie sconosciute attraverso il movimento
dell'insieme o di una parte delle sue creazioni, che mediante una sorta di tecnica del
"deplacement" si propongono in modo sempre diverso e nuovo agli occhi dello spettatore.
…
Una vena amara, che sa di inganno e solitudine, percorre tutta quanta la produzione di Pietro
Bisio, mescolando convinzioni ideologiche e personali vicende in un continuo rincorrersi di
presente e passato in un intreccio convulso difficile da districare.
A fronte di un'ispirazione tanto vigorosa quanto disordinata, la realizzazione di ciascuna opera
appare frutto di un ordine mentale ed un gusto pittorico e cromatico di rara lucidità e
freschezza. I delicati equilibri della composizione sono sempre accuratamente valutati e
soppesati, l'artista infatti non sa mai rinunciare ad una personale ricerca estetica, anche nei
passaggi più problematici di intenso reimpiego di materiali reperiti chissà dove ed incastrati
con la massima cura sopra lo spesso letto di colore steso sulla tela. Nulla di casuale accade
mai nelle tele di Bisio, dove anche l'incontro scontro dei colori risulta meditato e studiato a
fondo.
inaugurazione 24 settembre ore 17,30
Spazio Rocco Scotellaro
via Cesarea, 49 - Vigevano (PV)
Ingresso libero