Per la mostra gli artisti indagano il concetto di crimine perfetto come un punto di partenza per innescare l'intersecarsi dei propri lavori. Il risultato e' una storia e una profezia; un testamento del fatto che, alla fine, tra causa ed effetto non e' nient'altro che una questione di tempo.
Un CRIMINE PERFETTO è un evento le cui combinazioni di elementi non possono mai essere scoperte e i cui dettagli rimangono un potenziale aperto a infinite speculazioni. Per la mostra a Copenhagen Place, Francesca Banchelli (Montevarchi – Italy, 1981) e Emiliano Zelada (Roma, 1979) indagano sul concetto di crimine perfetto come un punto di partenza per innescare l’intersecarsi dei propri lavori. Iniziando con un’immagine di perpetrazione essi ci preparano alla propria versione dei fatti, rivelando durante il processo la natura delle relazioni tra concetti astratti – che sono, nella loro forma più pura, perfetti e costanti come un crimine insolvibile – e la loro esecuzione materiale. Scene e possibilità sono esplorate; tracce nascoste; e quello che rimane dell’evidenza viene presentato al pubblico.
Banchelli ricerca la relazione tra concetto e il suo risultato materico processando la fisicità degli elementi e l’espressività umana, rilevando il momento in cui un determinato contesto diventa un “oggetto nel tempo.” Con “The first Imperial Earthquake”, una proiezione/installazione, presenta la sua evidenza come un set di luoghi sconosciuti, rappresentati anche simbolicamente nello spazio della galleria con una serie di vessilli dalle origini controverse. Il video documenta l’ambiguità creata da una visione soggettiva della presenza dell’uomo in mezzo alla natura; questa è riflessa nelle bandiere che assorbite nella narratività dello spazio circostante, mutano il loro aspetto fisico.
Zelada concilia l’elemento sonoro con la materia, la presenza sonora dell’oggetto viene rivisitata in un altro contesto, decentralizzando la naturale posizione dell’oggetto stesso. Il tempo non ha una marcia continua: al contrario è arrivato a uno stallo di ripetizioni di suoni sordi provenienti da una macchina per sparare palline da tennis, dal contenuto ormai esaurito. Così il suono rinforza l’autonomia del crimine perfetto attraverso la funzione dell’oggetto; una realtà, dove il crimine è misteriosamente molto vicino a casa.
Individuando il volume mancante creatosi all’interno di un’ipotetica azione perfetta, Banchelli e Zelada oscurano le circostanze fisiche e temporali del crimine, rivelando la strada per una proliferazione di significati riletti in una confabulazione dell’”essere sociale”. Il risultato è allo stesso tempo una storia e una profezia; un testamento del fatto che, alla fine, tra causa ed effetto non è nient’altro che una questione di tempo.
Copenhagen Place
Copenhagen Place, 86 (E14 7DE) - London
Orario: 15-19
Ingresso libero