Restituita al pubblico una pagina del barocco romano grazie a un restauro che ha recuperato la decorazione pittorica seicentesca e le finestre originali della galleria.
Si è concluso il restauro della Galleria di papa Alessandro VII al Palazzo del Quirinale che, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, riscopre uno dei suoi più straordinari tesori. I lavori, diretti da Rossella Vodret, Soprintendente per il Polo Museale della Città di Roma, e da Louis Godart, Consigliere del Presidente della Repubblica per la Conservazione del Patrimonio artistico, sono stati eseguiti con il contributo della Fondazione Bracco, che ha voluto dare un concreto sostegno al recupero e alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico nazionale. E’ tornata alla luce una delle più belle pagine del barocco romano. La Galleria di Alessandro VII nel Palazzo del Quirinale è stata restituita all’antico splendore. Il Presidente della Repubblica inaugurerà la galleria restaurata l’11 ottobre 2011. Le tre sale dell’ala sista del Quirinale facevano parte di un’ampia e unica galleria (lunga 70 metri), riccamente decorata nel 1656-1657 da un gruppo di pittori diretto da Pietro da Cortona su commissione di papa Alessandro VII Chigi (1655-1667). Nel 1812, all’epoca dell’occupazione francese del Quirinale, l’architetto Raffaele Stern frazionò la galleria nelle attuali tre sale (Sala Gialla, Sala di Augusto, Sala degli Ambasciatori) al fine di creare saloni di rappresentanza per l’imperatrice Maria Luisa. La divisione portò anche alla tamponatura delle 13 finestre verso il cortile e all’occultamento di gran parte degli affreschi seicenteschi, con eccezione delle scene bibliche nella parte alta delle pareti.
Le operazioni di restauro, dirette da Rossella Vodret, Soprintendente per il Polo Museale di Roma, e da Louis Godart, Consigliere del Presidente della Repubblica per la Conservazione del Patrimonio artistico, hanno restituito l’importante decorazione pittorica delle pareti (che riproducono in trompe l’oeil alberi, animali e verzure tra le grandi colonne) e la riapertura delle finestre ha riportato la sua luminosità all’intera galleria valorizzando quello che era in origine un prototipo di luce e di decorazione, modello per tutte le successive gallerie europee, a cominciare da quella di Versailles. Per la Fondazione Bracco essere stata accolta dalla Presidenza della Repubblica come partner nel restauro di un vero gioiello del patrimonio artistico italiano è stato un grande onore. L’intervento ha anche un importante valore simbolico: è stato per Fondazione Bracco un modo per contribuire al restauro di una pagina di storia della ‘casa degli Italiani’ in occasione delle Celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La tutela e la promozione, in Italia e nel mondo, del patrimonio culturale nazionale, e la diffusione delle espressioni della scienza e dell’arte quali mezzi per il miglioramento della qualità della vita e della coesione sociale rientrano infatti appieno negli obbiettivi della Fondazione.
Le scelte connesse al restauro della Galleria di Alessandro VII sono state molteplici: da quelle specificatamente tecniche, legate agli aspetti più direttamente operativi di rimozione dei tessuti, degli strati di scialbo sovrapposti alle pitture seicentesche a quelle connesse alla pulitura delle pitture a esse sovrapposte in epoca successiva. Dopo la Sala Gialla e la Sala di Augusto, gli ultimi interventi di restauro in ordine di tempo sono stati condotti nella Sala degli Ambasciatori con due diversi cantieri - allestiti il primo da settembre 2010 a marzo 2011 e il secondo da luglio a settembre 2011 - per il recupero della decorazione seicentesca, la conseguente liberazione delle tamponature sulla parete che prospetta sul Cortile d’Onore nonché il consolidamento e la pulitura delle pittura murale del tramezzo e della grande tempera su muro raffigurante la Missione degli Apostoli realizzata da Tommaso Minardi nel 1864 con il probabile aiuto di Luigi Fontana. La prima operazione effettuata è stata il sondaggio dell’effettivo stato di conservazione delle pareti sotto la pesante tappezzeria. L’ispezione è stata eseguita con l’ausilio di una microsonda e ha restituito le immagini di tratti della decorazione pittorica sottostante e l’esistenza delle tamponature degli strombi delle finestre sul lato del Cortile d’Onore. Il recupero della decorazione pittorica seicentesca è avvenuto secondo la metodologia della reintegrazione a tratteggio con colori ad acquarello, seguendo le indicazioni della composizione liberata dallo scialbo, sopravvissuta sostanzialmente in buone condizioni. Il restauro dei soffitti è consistito nel consolidamento delle parti deteriorate e dell’adesione della pellicola pittorica al supporto nonché nella sistemazione delle zone sconnesse e nel rifacimento di alcuni elementi mancanti. A tali operazioni sono seguite la pulitura della
superficie pittorica e l’integrazione cromatica delle mancanze. L’intervento sulle tele del soffitto della Sala degli Ambasciatori ha previsto il consolidamento di alcune zone dello strato pittorico, la pulitura e l’integrazione pittorica dei due tondi con le raffigurazioni della Saggezza e della Giustizia. I lavori di restauro condotti sul soffitto hanno rilevato la presenza, viceversa non documentata, di molti ritocchi e ripristini della parte lignea avvenuti successivamente alla definizione della forma attuale, occorsa sotto il pontificato di Pio IX. La rimozione delle stoffe, la liberazione degli strombi e delle luci delle finestre dalle tamponature ottocentesche hanno finalmente recuperato alla fruizione l’unitarietà della progettazione di Pietro da Cortona inondando di luce gli ambienti della Galleria di Alessandro VII e permettendo quella osmosi tra esterno e interno che pare propria dell’idea progettuale del grande maestro.
Ufficio Stampa SSPSAE e per il Polo Museale della Città di Roma
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Alessandro Gaetani
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