Maab
Padova
Riviera San Benedetto, 15
049 7997959 FAX
WEB
Marco Casentini
dal 21/10/2011 al 29/11/2011
mer-sab 16.30-20
393 9067971

Segnalato da

Melania Ruggini




 
calendario eventi  :: 




21/10/2011

Marco Casentini

Maab, Padova

Melodie senza centro. La base di partenza della ricerca dell'artista per le sue tele astratte e' il dato reale, l'atmosfera urbana, il rapporto diretto con la citta': tutto il suo lavoro nasconde percio' il rapporto viscerale con il territorio urbano.


comunicato stampa

a cura di Michael Biasi e Federico Sardella

Prosegue a tutto tondo l’attività di Maab Studio d’arte di Padova; accanto alla tradizionale programmazione, incentrata sulle “grandi firme” dell’arte contemporanea, uno spazio di riguardo viene periodicamente dedicato all’esposizione dei protagonisti del panorama artistico più attuale, mediante un attento lavoro di indagine e ricognizione. Di ritorno dalla pausa estiva, sabato 22 ottobre la galleria inaugurerà il fitto calendario autunnale con la personale di Marco Casentini, artista italiano di nascita e a tutti gli effetti americano d’adozione, quale degno esponente dell’affermazione della ricerca artistica italiana sul versante internazionale. Negli Stati Uniti, ed in particolare a Los Angeles, Casentini si è fatto notare in questi ultimi anni per le sue doti e le indubbie qualità artistiche, facendosi apprezzare dal grande pubblico, facendo parlare di sé i media ed esponendo in importanti musei, gallerie d’arte e in collezioni pubbliche e private. Questo nuovo progetto espositivo, dal titolo Melodie senza centro, a cura di Michael Biasi e Federico Sardella, è concepito per presentare al pubblico italiano i suoi recenti lavori. Già il titolo della mostra racchiude l’essenza del lavoro di Marco Casentini, mettendo in luce due concetti chiave della sua ricerca: da un lato la mancanza di centralità, leitmotiv della sua intera sperimentazione (praticamente presente in tutte le opere) e dall’altro la forte aderenza del suo fare artistico con la creazione musicale. L’onnipresente assenza di centro è prerogativa di una condizione esistenziale che infonde un’indispensabile tranquillità all’artista, quale necessario requisito vitale.

“Ho iniziato a dipingere un quadro come fosse un concerto: tante voci che si sovrappongono, tanti colori che suonano assieme e che, alla fine, si spera diventino melodia” spiega l’artista nell’inedita intervista di Federico Sardella pubblicata nel catalogo, edito per l’occasione da Maab Studio d’arte. Nelle opere di Casentini ci sono, dunque, tante voci che funzionano all’unisono. I suoi quadri sono essenzialmente intimistici, rimandano all’interiorità di chi li ha concepiti, in una sorta di introspezione all’interno del sé, per raggiungere il fondo, per coglierne gli stati d’animo. Il lavoro di Casentini è astratto solo in apparenza, essendo legato al paesaggio urbano ed artificiale più di quanto una prima occhiata possa rivelare. La base di partenza della sua ricerca è il dato reale, l’atmosfera urbana, il rapporto diretto con la città: tutto il suo lavoro nasconde perciò il rapporto viscerale con il territorio urbano. E’ per questo che alcuni accostamenti coloristici, o certi spunti, derivano dalle vetrine dei negozi, così come dalle tonalità dei costumi da bagno, dalle insegne pubblicitarie, dai cartelli stradali, dove le scritte diventano immagini; in ogni caso, si tratta di colori contemporanei, attuali, artificiali, svincolati dal passato e proiettati verso il futuro. Casentini è molto attratto dal colore della città e dalla sua struttura; ed è sempre il colore dei luoghi ciò che in assoluto lo affascina maggiormente. Tale esplosione cromatica si verifica allorché l’artista inizia a frequentare la California; se in precedenza usava una tavolozza decisamente più rarefatta e spenta, è a Los Angeles che viene letteralmente assalito dai colori. In parallelo, l’introduzione di materiali diversi dalla tela inizia circa una ventina d’anni fa, dapprima con l’alluminio, poi col plexiglas. La sua prima mostra negli USA, a Santa Monica, è composta da opere su alluminio di 20x20 centimetri. Il plexiglas, in particolare, è prediletto per la sua modernità, oltre al fatto di possedere una luce propria, che gli offre la possibilità di sovrapporre più piani, creando una terza dimensione, capace di fare sentire la pennellata, così come di annullarla completamente. Se il colore è uno dei dati determinanti della sua indagine, in egual misura ogni opera è da intendersi come un frammento di qualcosa di molto più grande, di un corpo che dialoga con lo spazio, con l’architettura.

Inaugurazione: sabato 22 Ottobre, ore 18.30 – 21.30

Maab - Padova
Riviera San benedetto, 15
Orari di apertura: dal mercoledì al sabato 16.30 – 20.00

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