Loris Cecchini
Atelier Van Lieshout
Vincenzo Cabiati
Marco Cingolani
Berlinde De Bruyckere
Cai Guo Qiang
Ilia Kabakov
Surasi Kusolwong
Sol Lewitt
Sabrina Mezzaqui
Panamarenko
Luca Pancrazzi
Bruno Peinado
Alessandro Pessoli
Hannsjorg Voth
Loris Cecchini ''Monologue Patterns''. Il titolo rimanda alla progettazione di spazi architettonico-scultorei: interni di automobili, ambienti deformati e fotografie di piccole architetture trasparenti, sono i soggetti di questa mostra, che si configura come una sorta di esercizio di architettura. ''Disegnado'', mostra di 14 importanti artisti italiani e stranieri, vuole porre in evidenza come anche nell'arte contemporanea la progettualita' di un'opera installativa o plastica, nasce pur sempre dal disegno, che continua ad essere una fase importante della creativita' di un'artista.
Loris Cecchini ''Monologue Patterns''
via del Castello, 11
Disegnando
Arco dei Becci, 1
Loris Cecchini (Milano 1969), fra i giovani artisti italiani maturati in
quest’ultimo decennio, Loris Cechini, è sicuramente fra quelli maggiormente
apprezzati dalla critica nazionale e internazionale. In questi anni ha
esposto le sue opere in importanti istituzioni europeee in occasione di
mostre personali e nell’ambito di grandi rassegne a tema o collettive. Da
citare la sua partecipazione alla Biennale di Venezia, invitato da Harald
Szeeman, dove ha esposto un’opera di grande impatto scenico e dai forti
connotati sociali: il calco di una cella d’isolamento. Fra i progetti più
recenti: Terraforming per il Gruppo Teseco di Pisa, dove, per la prima
volta in un progetto d’arte contemporanea, sono stati utilizzati reperti
archeologici (provenienti dal sito di scavo delle navi romane di S.
Rossore), e Carchitectures realizzato per Nissan Italia.
La mostra, dal titolo Monologue Patterns (strutture di monologo) è
costituita da lavori recenti di Cecchini. Il titolo rimanda, infatti, alla
progettazione di spazi architettonico-scultorei caratterizzati
differentemente tramite soggetti e materiali eterogenei che si sviluppano
nello spazio con modalità diverse: interni di automobili, ambienti deformati
e fotografie di piccole architetture trasparenti, sono i soggetti di questa
mostra, che si configura come una sorta di esercizio di architettura.
In Carchitectures, il soggetto principale dei lavori è l’interno dell’
abitacolo di una autovettura, che, spogliato delle sue caratteristiche di
funzionalità , si ripresenta come una sorta di cellula astratta, di spazio
familiare, ma svuotato delle proprie funzioni e ricontestualizzato come
elemento a sé stante. Questo, avviene, privando l’oggetto del suo originale
guscio esterno (la carrozzeria) e, introducendo sezioni diverse del veicolo
all’interno di piccole architetture con caratteristiche e qualità visuali
differenziate; la formulazione di nuovi involucri dell’abitacolo ci porta su
un piano visuale di trasfigurazione dell’elemento originale, ponendolo, su
un piano percettivo anomalo rispetto alla conoscenza abituale di tale forma.
L’insieme degli elementi dà corpo così a un’idea di ''scultura'', generata
dall’ambiguità di lettura tra lo spazio privato, emotivo, sociale, dell’
abitacolo dell’automobile, e una architettura dello spazio esterno che
fluttua, contenendolo e trasportandolo in una dimensione tra il paradosso e
la meraviglia.
In Densityspectrumzones si configura una sorta di doppio ambiente
costituito da strutture in alluminio, pvc e una speciale pellicola
lenticolare 3M, che creano una deformazione continua dello spazio sia nella
sua conformazione strutturale sia nelle sue qualità di superficie.
L’architettura che ne deriva è la visualizzazione di uno spazio tra il
razionale e l’irrazionale, dalle forti caratteristiche progettuali che sono
contemporaneamente negate dalla evidente eccentricità della struttura. Una
sorta di ibrido tra misurazione cartesiana e forma biologica, tra immagine
metafisica e struttura razionalista, che trova la sua formulazione nella
progettualità tridimensionale del computer.
Nella stessa direzione, una nuova serie di fotografie elaborate digitalmente
nel linguaggio usuale di Cecchini: immagini di esterni ricostruiti in uno
studio fanno da fondo ad una serie di piccole architetture, involucri e
strani spazi, tutti caratterizzati dalla trasparenza e dalla loro
collocazione in paesaggi spogli e desertici in cui la presenza umana è
ridotta al minimo.
L’atmosfera che ne deriva, si riferisce direttamente al titolo generale:
''strutture di monologo'' mettendo in scena una sorta di isolamento
psicologico dei personaggi, di una distanza fra questi e il mondo.
E ancora, nei piccoli spazi della galleria, una nuova installazione di nuove
porte replicate in gomma va a costruire una sorta di dedalo claustrofobico,
strutturato tramite la presenza di porte singole e doppie ottenute mediante
calco dell’originale e successiva replica in gomma uretanica: i vari modelli
e caratteri delle porte, o meglio i ''fantasmi'' di queste, vanno a
suddividere l’ambiente in piccole porzioni, dando luogo ad una sorta di
continuum di passaggi, in un alternarsi di ingressi e uscite, complicando
ulteriormente la conformazione originale degli spazi.
Infine, il video A.E.R.O.S.O.L., una lunga scena a camera fissa che
riprende, rallentato, l’esercizio continuo di un uomo che spazza per terra,
alzando nuvole di polvere che progressivamente riempiono la scena rendendola
sempre più indistinta e uniforme; un lavoro poetico sul tema della
percezione e del riconoscimento, del visibile e dell’invisibile, sulla
dialettica del palese e del segreto, un’opera sulla meraviglia della luce,
sul divenire e sul trascorrere.
DISEGNANDO
Atelier Van Lieshout, Vincenzo Cabiati, Marco Cingolani, Berlinde De Bruyckere, Cai Guo Qiang, Ilia Kabakov, Surasi Kusolwong, Sol Lewitt, Sabrina Mezzaqui, Panamarenko, Luca Pancrazzi, Bruno Peinado, Alessandro Pessoli, Hannsjorg Voth.
La prima e certo la più diretta delle espressioni figurative dell’uomo è il
disegno, come è dimostrato dai graffiti preistorici rinvenuti nelle grotte
mediterranee e franco-cantabriche.
Il disegno preparatorio, come fase essenziale della creazione artigianale
prima e artistica dopo, compare già nell’arte egizia, nell’antica Grecia e
fra gli antichi romani.
Il valore poi, artistico e di ricerca, del disegno, come fase progettuale e
preparatoria, raggiunge, nell’arte rinascimentale con Leonardo,
Michelangelo, Raffaello e i grandi maestri culmini, mai più raggiunti nella
storia dell’arte.
L'artista, utilizza la ''bozza'' o disegno, per catturare le sue stesse idee,
per appropriarsene, per elaborarle e farne nascere l’opera.
DISEGNANDO, la collettiva, che vede l’esposizione di due opere ciascuno di
quattordici importanti artisti italiani e stranieri, vuole porre in evidenza
come, anche nell’arte contemporanea, la progettualità di un’opera
installativa o plastica, nasce pur sempre dal disegno, che continua ad
essere una fase importante della creatività di un’artista.
Gli artisti presentati, sono lontani fra loro, nell’uso dei materiali e dei
linguaggi artistici, ma sicuramente vicini nell’uso del disegno come momento
di riflessione.
Immagine: Loris Cecchini
Inaugurazione Sabato 8 febbraio 2003 ore 18.00.
Fino al 6 aprile 2003, dal martedì al sabato h. 14-19 e su appuntamento
Galleria Continua via del castello 11, 53037 San Gimignano (SI)
Ufficio Stampa: Rosi Fontana, T. 050-9711343