L'autobiografico progetto 'Behind the walls (Dietro le mura c'e' una citta')' pone lo spettatore di fronte al mondo dell'artista fatto di creazioni fiabesche ricostruite in cartapesta e fotografa in analagico con una Pentax 6x7.
La visione fantastica anima il lavoro di Paolo Ventura. Figlio di un famoso novellista per bambini, appena ha potuto emanciparsi a livello artistico, ha abituato la sua mente a volare tra fantasie irreali creando mondi virtuali, a lui paralleli, dove regnano enigmi, intrighi, sentimenti, tragedie e stravaganze. Luoghi gestiti da personaggi - fiabeschi come le sue scenografie - sempre plasmati nella fanciullesca visione di una persona che vuole mantenere uno stretto contatto con il suo mondo pre-adolescenziale, consapevole che questa è la porta della sua anima artistica.
Il “mondo di Paolo” è sempre ripreso dalla sua fotocamera con angolature differenti da quelle tradizionali perché è un mondo illogico e inesistente nel quale l’artista stesso questa volta vuole addirittura essere protagonista e, realizzando una città invisibile (Behind the walls), egli ha creato un personaggio vero che vive nelle scenografie di cartapesta della sua Città. La trasformazione del pupazzo in uomo ricorda la metamorfosi collodiana di Pinocchio ed è questo forse il più autobiografico progetto dell’artista fotografo che così si pone di fronte a questo suo mondo: “Behind the walls / Dietro le mura c’è una città. Due fiumi la chiudono da ambo i lati. I due fiumi non hanno ponti per superarli. Nessuno sa come uscire dalla città, i suoi abitanti girano tutto il giorno per non pensarci. A metà pomeriggio la nebbia sale dai due fiumi e tutto viene dimenticato. Io ho abitato in questa città, è il luogo che conosco meglio. Un giorno poi non sono più riuscito a sognarla.”
Il suo percorso lavorativo è abbastanza fantastico come tutta la sua opera; forse la sua natura di uomo adulto, tuttavia agitata dal mondo parallelo che egli abita di tanto in tanto, lo porta a vivere realmente situazioni fantastiche e fortunate. Dopo aver fatto per diversi anni il fotografo di moda in Italia, Ventura si trasferisce a New York dove, dotato di grande manualità, comincia a realizzare scenari teatrali in miniatura per ambientarvi pupazzi spesso abbigliati come soldati o comunque con abiti di altri tempi (la sua seconda dimensione). Fotografa poi queste scene e un giorno di pioggia propone queste immagini ad un’abile gallerista newyorkese che, forse più per curiosità per quest’uomo bagnato dall’aspetto sognante che per reale interesse, si fa lasciare il lavoro. Poco dopo ecco la sua prima personale: “War Souvenir”, cui segue il libro con Contrasto e poi ancora un’altra storia: “Winter Stories” e un libro con Aperture e via via diverse esposizioni negli Stati Uniti ed in Europa. Giungono riconoscimenti importanti dai grandi Musei americani e a seguire quotazioni d’asta anch’esse rimarchevoli.
Ora, dopo 10 anni di Stati Uniti, Paolo Ventura è rientrato in Italia, vive con sua moglie Kim e con il figlio in Toscana e lavora a pochi chilometri da casa, su una collina in mezzo alla natura dove la fantasia non è disturbata.
Ventura non è solo artista e fotografo, è anche papà di Primo col quale ama giocare insegnandogli l’italiano ed è collezionista e amatore di fotografia storica, nonché fortunato scopritore di immagini avvincenti. Amante della fotografia dell’Ottocento, ha realizzato un interessantissimo lavoro, dedicato alla battaglia di Pittsburg, eseguito su lastra al collodio umido poi trasformata in ambrotipia e sta elaborando un nuovo progetto che eseguirà con un apparecchio di grande formato per il negativo di carta (simile al calotipo di Talbot). Il soggetto sarà di carattere epico e la fantasia di Paolo permetterà di colmare un vuoto in una pagina di storia italiana.
Inaugura giovedì 27 ottobre alle ore 17.00
Galleria Photographica FineArt
Via Cantonale 9, Lugano
Orari: martedì-venerdì 09.00-12.30 / 14.00-18.00, sabato su appuntamento
Ingresso libero