'Angeli' di Francesco De Rocchi e Mario Botta e 'Monocromo' di Tommaso Chiappa. Le mostre sono legate da un unico progetto, caratterizzato da un'originale ricerca estetica e da una dimensione dinamica dell'evento.
Angeli
Francesco De Rocchi e Mario Botta
Il percorso espositivo si apre con uno dei quadri in assoluto più lirici di De Rocchi: Figura del Concerto, 1931, esposto alla Biennale di Venezia del 1932. Qui la suggestione dei maestri senesi amati dall’artista si lega con la memoria degli angeli di Gaudenzio e del Luini, che conosceva fin dall’infanzia e aveva visto e studiato nel Santuario di Saronno. L’'anatomia eterea e senza peso della Figura si ispira alla moglie dell’artista, Anna Maria.
Seguono le tante Annunciazioni tra cui spicca la famosa Annunciazione fra le rovine del 1951, ambientata sullo sfondo di una Milano devastata dai bombardamenti. Il tema dell’angelo messaggero dell’Incarnazione è particolarmente caro a De Rocchi, perché è l’esempio di una rivelazione accolta in una scena familiare, senza clamori, nel silenzio. L’eternità irrompe senza gridi nella vita quotidiana, e la luce portata dall’angelo non è un raggio abbagliante, ma un chiarore intimo, spirituale.
Di Mario Botta sono esposti, tra l’altro, i principali disegni raccolti dall’artista nel volume La lingua degli angeli per principianti (con Dario Fertilio, Milano 2005), che si apre con una citazione di Ionesco: “Ci sono sorrisi di santi, angeli e arcangeli sui volti delle statue nelle cattedrali. E noi non sappiamo più guardarli”. Botta infonde nuova vita alle figure alate, spostandole dal loro contesto originale, classico, e collocandole negli spazi architettonici da lui progettati.
Domenica 13 novembre alle ore 17 il Professore Stefano Crespi terrà una relazione “Angeli:tra il qui e l’altrove”.
La mostra, accompagnata da un testo critico di Elena Pontiggia, rimarrà aperta fino al 13 novembre 2011 ed è affiancata dai volumi monografici dedicati da Skira ai due artisti.
Francesco De Rocchi (Saronno 1902-Milano 1978) è uno dei protagonisti della scena milanese degli anni trenta,quando,intorno al critico Edoardo Persico,si sviluppa un 'arte che si oppone ai canoni classicisti del "Novecento",in nome di una pittura lirica,basata soprattutto sulla luce e sul colore. A partire dal 1930,infatti,De Rocchi schiarisce i toni della tavolozza,giungendo a una monocromia di intonazione prevalentemente rosea,con una raffinata tessitura della superficie che recupera l'analiticità della pennellata divisionista e la matericità della tradizione ottocentesca lombarda. Le sue fonti di ispirazione risalgono a Modigliani e all'Ottocento di Gola,Ranzoni,Piccio,ma anche all'Angelico,al Luini,a Gaudenzio.Per questa pittura nel 1935 il critico Leonardo Borgese conia il termine "chiarismo", riferendosi soprattutto alle opere di De Rocchi e di Del Bon e di altri giovani.
Negli anni Trenta De Rocchi,che aveva compiuto gli studi all’accademia di Brera con Alciati e Tallone,vive a Cislago,un paesino non lontano da Saronno,da cui trae ispirazione per i temi della sua pittura. Dal 1940,quando si trasferisce a Milano,chiamato a insegnare all’Accademia di Brera, l'artista gravita,con gli altri "chiaristi", intorno alla galleria Annunciata e stringe amicizia con il poeta Sergio Solmi,che scriverà su di lui intense pagine critiche. Sempre in questi anni espone a tutte le edizioni (1939-1942) del Premio Bergamo.Nel dopoguerra prosegue la sua ricerca pittorica, trovando una fonte di ispirazione soprattutto in Bonnard,da lui reinterpretato secondo il proprio lirismo "lombardo".
Mario Botta (Mendrisio, Ticino, 1943) si riallaccia nella sua opera di architetto a maestri come Le Corbusier, Luois Kahn e Carlo Scarpa. Dopo un periodo d’apprendistato presso lo studio degli architetti Carloni e Camenisch a Lugano, frequenta il liceo artistico di Milano e prosegue i suoi studi all'Istituto Universitario d'Architettura di Venezia, dove si laurea nel 1969 con i relatori Carlo Scarpa e Giuseppe Mazzariol. Durante il periodo trascorso a Venezia ha occasione di incontrare e lavorare per Le Corbusier e Louis I. Kahn. La sua attività professionale inizia nel 1970 a Lugano. Realizza le prime case unifamiliari nel Canton Ticino e successivamente numerosi progetti in tutto il mondo. Da sempre impegnato in un’intensa attività didattica, nel corso degli ultimi anni si è attivato come ideatore e fondatore dell’ accademia di architettura di Mendrisio.
Il suo lavoro è stato premiato con importanti riconoscimenti internazionali tra i quali il Merit Award for Excellence in Design by the AIA per il Museo d'arte moderna a San Francisco e l’IAA Annual Prix 2005. Architettura e memoria sono inscindibili nel suo lavoro, caratterizzato dall’importanza della luce come generatrice di spazio e da una ricerca sulle forme geometriche primarie.
-------
Monocromo
Tommaso Chiappa
Sabato 29 ottobre alle ore 17 al Museo “Giuseppe Gianetti” di Saronno (Via Carcano, 9) aprirà al pubblico la mostra “Monocromo” di Tommaso Chiappa, a cura di Mara De Fanti. Si tratta di un progetto artistico innovativo che prevede tre inaugurazioni in rapida successione, a distanza di una settimana l’una dall’altra, in tre diverse sedi al Nord e al Sud dell’Italia.
Si comincia dal Museo Gianetti di Saronno, dove le opere dell’artista siciliano saranno esposte dal 29 ottobre al 19 novembre. E si prosegue a Palermo, dove la mostra sarà ospitata dal 6 novembre al 6 dicembre nella sede dell’Associazione culturale Stanze al Genio (Via Garibaldi 11) e dal 12 novembre al 3 dicembre nella Galleria La Piana arte contemporanea (Via Isidoro La Lumia 79). Le tre mostre sono legate da un unico progetto, caratterizzato da un’originale ricerca estetica e da una dimensione dinamica e innovativa dell’evento. Il titolo della mostra deriva dalla tecnica utilizzata dall’artista che dipinge a olio o ad acrilico con un solo colore. Una scelta, la sua, che è insieme concettuale ed esistenziale nella misura in cui quel colore diventa il filtro per rileggere la realtà. Al centro della ricerca artistica di Tommaso Chiappa c’è la volontà di ripensare il rapporto tra l’uomo e la natura. Sotto la spinta di una crisi mondiale che erode le basi del benessere materiale, l’artista avverte l’esigenza di un ritorno alla semplicità e
all’essenzialità della natura, intesa come sorgente di spiritualità universale. «La natura – afferma Chiappa nell’intervista realizzata per il catalogo della mostra - rappresenta metaforicamente un desiderio, un volersi riappropriare degli istinti, dei modi di vivere sani che nell’era dei non-luoghi abbiamo quasi perso o non abbiamo mai approfondito».
Alla ricerca estetica l’autore della mostra abbina una dimensione dinamica e tecnologica che crea nuovi percorsi di senso. Dinamica, perché la successione e la simultaneità delle mostre nel tempo e nello spazio esprimono il divenire dei luoghi e degli uomini, in una perenne dialettica di identità e mutamento. Il visitatore, viaggiando realmente o idealmente, potrà ammirare un’unica mostra in tre luoghi diversi. Tecnologica, in quanto la mostra comprende, oltre l’esposizione di opere pittoriche e la
presentazione del libro “Monocromo” in cui l’artista racconta il proprio viaggio nell’arte, la proiezione di un video realizzato con lo studio “Pixel” di Palermo che crea un’interazione tra pittura e tecnologia, tra superfici apparentemente piatte e statiche e immagini virtualmente mobili e tridimensionali.
Tommaso Chiappa (Palermo, 1983), una laurea all'Accademia di Brera, vive e lavora tra Palermo e Milano. Ha al suo attivo diverse mostre personali e collettive che hanno ottenuto l’attenzione del pubblico e della critica (www.tommasochiappa.it).
Info e contatti:
tel. 0932 752707 – cell. 329 3167786-
inpress.ragusa@gmail.com
Immagine: Tommaso Chiappa
Inaugura il giorno 29 ottobre alle 17
Museo Giuseppe Gianetti
via Carcano 9, Saronno
Orari: tutti i giorni 10 /12.30 - 15.30 /18.30
Ingresso libero