Metropolitana di Torino
Torino

Vartan Avakian
dal 2/11/2011 al 9/11/2011
WEB
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Elleassociazione



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Vartan Avakian



 
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2/11/2011

Vartan Avakian

Metropolitana di Torino, Torino

Il video 'Volume I: Arabic Home Interiors', visibile presso i monitor delle stazioni della Metropolitana, e' una selezione di interni di abitazioni tipiche del mondo arabo resi pubblici attraverso la loro spontanea messa in rete.


comunicato stampa

----------english below

L’Associazione Culturale Elle Contemporaryprojects in collaborazione con GTT è lieta di presentare il progetto video dell’artista libanese Vartan Avakian (Byblos, 1977) Volume I: Arabic Home Interiors.

Protagonista della passata edizione della Biennale di Sharjah e figura di spicco nel panorama dell’arte contemporanea internazionale, Vartan Avakian, attraverso l’impiego di diversi mezzi espressivi quali il video, la fotografia e l’installazione, concentra la sua ricerca sull’analisi degli strumenti e dei processi della moderna produzione culturale, spaziando talvolta verso discipline sociologiche ed antropologiche.

Il video, visibile presso i monitor delle stazioni della Metropolitana di Torino dal 3 al 10 Novembre, è una selezione di interni di abitazioni tipiche del mondo arabo, frutto dell’osservazione metodologica di messaggi video online, di riprese amatoriali che mostrano spazi e contesti assolutamente privati, resi pubblici attraverso la loro spontanea messa in rete. La bassa qualità delle immagini e l’assenza di specifiche tecniche di ripresa, caratteristiche peculiari dei “filmini” che ossessionano ormai la nostra esistenza – dall’ambito familiare ai film per adulti - , favoriscono un’atmosfera vaga e appannata che, se da un lato impedisce una chiara visione d’insieme, dall’altro alimenta sensibilmente la curiosità.

Gli interni sono stati girati senza alcuna preparazione, allo stesso modo degli innumerevoli filmati che girano sul web, nulla in queste riprese è stato creato per uno sguardo consapevole, anzi lo sguardo è stato rubato, così come tutti i mezzi che l’artista utilizza per girare le sue immagini appartengono al contesto abitativo scelto e “violato”, fanno parte dell’ambiente filmato; cellulari, computer e videocamere, si rivelano quali onnipresenti tecnologie ordinarie e diventano i registi della pubblica intimità.

Questo tipo di ripresa innesta un ragionamento più ampio ed articolato sul rapporto che oggi esiste tra pubblico e privato, su quella membrana così sottile che avvolge la sfera intima, continuamente minacciata dall’irrefrenabile esigenza di apparire ad ogni costo. Indagine resa ancora più marcata dalla presenza nel video delle finestre caratteristiche dell’architettura araba “mashrabiya”, strutture di legno icone di una parte di mondo, utilizzate per filtrare la luce proveniente dall’esterno e per proteggere la privacy della famiglia.

Il progetto Volume I, che Vartan Avakian ha scelto di proporre negli spazi delle stazioni della metropolitana per sottolineare prepotentemente il divario tra intimo e privato, è in continua evoluzione. L’artista ha infatti affermato: “Il titolo suggerisce una promessa enciclopedica. E’ un lavoro che non potrà mai soddisfare pienamente”. Sebbene il lavoro non sia uno studio esaustivo degli interni delle abitazioni arabe, si tratta tuttavia di un documento assolutamente rappresentativo.

----------english

The Elle Contemporaryprojects cultural association, together with GTT, is pleased to present the video project Volume I: Arabic Home Interiors by the Lebanese artist Vartan Avakian (Byblos 1977).

Vartan Avakian has been a protagonist in past editions of the Sharjah Biennial and is a key figure in the international contemporary art scene. He employs a diversity of media such as video, photography and installations to explore and analyse the tools and processes of modern cultural production, pushing his work into the realm of sociological and anthropological study.

The video that can be seen in Turin’s monitor underground stations from 3 to 10 November shows a selection of interiors of typical homes from the Arab world. This collection has grown out of a methodical study of on-line video clips produced by amateur filmmakers. It contains clips of completely private spaces and rooms that entered the public domain when uploaded to the Internet.

This type of “home movie” has become something of an obsession nowadays, but it began life with the first family-fun home movies and early x-rated home movies for adults. The low quality, blurred images here together with the lack of studied camera techniques create a special foggy atmosphere which, although depriving the viewer of a clear overall picture of the scene, does arouse our curiosity.

These interior shots were not staged, and, like the countless other films that can be viewed on the web, nothing in these shots is created for the trained eye: on the contrary, the images have been stolen. Similarly, all the devices that the artist uses to “shoot” his work belong to the homes he has chosen to “intrude”; the film, mobile phones, computers and video cameras are part of the scene being filmed. They are the ubiquitous technologies of ordinary lives used to record intimate moments.

As it pushes against the thin membrane wrapping our intimate, private lives, continuously under threat from the unstoppable need to appear at whatever cost this type of filming does, however, broaden our understanding of the relationship that exists between an audience or viewers and the private individual. In this particular instance, Avakain’s investigations are made even more significant by the presence of mashrabiya windows, a typical feature of Arabic architecture, in the videos. These protective
windows with their wooden lattice shutters, designed to filter light from the outside while helping to conserve the privacy of the family behind them, are powerful symbols of this particular part of the world.

Vartan Avakian has chosen to exhibit the project Volume 1 in the underground stations to boldly highlight how the divide between public and private is continually evolving. Commenting his piece the artist has stated that, “the title suggests and promises an encyclopaedic work. This is a piece that will never be able to match the task fully.” Although this is not an exhaustive study of interiors of Arabic homes, it is nevertheless a representative document.

Per informazioni
www.ellecontemporaryprojects.com

Inaugurazione 3 novembre

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