The Don Gallery
Milano
via Cola Montano, 15
335 6303572 FAX
WEB
2501
dal 8/11/2011 al 9/12/2011
martedi - venerdi 14-19, sabato su appuntamento
02 22220128

Segnalato da

Elena Bari



approfondimenti

2501
Alice Schillaci



 
calendario eventi  :: 




8/11/2011

2501

The Don Gallery, Milano

Vajraiana - Veicolo Adamantino. L'artista e' immerso nella filosofia Buddhista tibetana. In mostra un'enorme opera costituita ad oggi da oltre 100 disegni, un trittico di acetati, una serie di chine stese con pennino su carta, un'installazione site specific e un video realizzato in collaborazione con Alice Schillaci.


comunicato stampa

Dal 10 novembre al 10 dicembre 2011 The Don Gallery ospita sui white walls del suo spazio di via Cola Montano 2501, uno dei pionieri dell'urban art italiana, con Veicolo Adamantino, una mostra che trae ispirazione dal Buddhismo tibetano Ghelupa.
A dare il titolo alla mostra è il Vajraiana, il Veicolo Adamantino, una pratica Buddhista Mahayana che dona all'uomo saggezza, padronanza fisica e psichica e la liberazione dal dolore, una liberazione che si raggiunge solo tramite l'illuminazione, stato di coscienza oltre la vita e la morte, già presente in noi stessi sepolto, ma con cui bisogna ritornare in contatto.
Nei lavori presentati in mostra l'artista omaggia questa filosofia orientale, che da sempre lo accompagna. Colori cangianti a base alcolica, opere di grandi dimensioni e una pittura fortemente espressiva e gestuale riportano negli spazi della galleria tutta l'energia e l'intensità di Vajrapani, una divinità Buddhista caratterizzata da continuo movimento, tensione e potenza, forte di un'energia che assoggetta i demoni interiori.

Ed è proprio Vajrapani che è presente, seppure celato tra le opere in mostra. Presente ma apparentemente invisibile, individuabile solo grazie a uno sguardo concentrato e attento, uno sguardo intenso, lucido, rapido, mai affrettato, proprio come Vajrapani.
Ritrovare un tempo per l'osservazione, lasciandole un margine sufficientemente ampio perchè si trasformi in contemplazione, permette di rientrare in contatto con sé stessi. In questo senso i lavori dell'artista diventano un vero e proprio attivatore della creatività dello spettatore: le opere si fanno vive, le macchie di colore assumono forme e significati nuovi, cambiando a seconda della percezione di chi le guarda.

Un'interiorità evolutasi negli anni vissuti in un ambiente Buddhista, arricchitasi sui banchi della Bauhaus di Weimar in Germania, resa vibrante dagli anni di writing trascorsi nei depositi dei treni di Milano e dall'energia solare San Paolo del Brasile, dove ha dipinto con gli esponenti di spicco della street art brasiliana. Questa è la peculiarità sfaccettata di 2501, che fonde una ricerca filosofico-intimista con l'attitudine diretta e incisiva che caratterizza l'attività artistica in strada.
Questi due aspetti integrati nella ricerca dell'artista contribuiscono alla costruzione di un particolarissimo rituale del dipingere, un momento in cui l'impeto della gestualità tipico dell'azione nel public space incontra la meditativa pratica filosofica Buddhista. Dipingere allora diventa un vero e proprio rito di passaggio, una porta concettuale per avere accesso al proprio mondo interiore fatto di energia e quiete, di spazi mentali. Spazi ricolmi di energia giocosa e solare, come quella emanata dalle sue opere annegate nel colore. Spazi permeati dal silenzio meditativo, espresso nelle carte in cui 2501 con il pennello ha tracciato delicati intarsi di china.

Entrambi i supporti su cui l'artista lavora sono il risultato di un processo di ricontestualizzazione della tradizione delle tangke tibetane - composizioni pittoriche realizzate su lino bardato di seta e parte del background di 2501, che comprende la filosofia Buddhista tibetana e le sue pratiche. Ed è proprio questo bagaglio culturale che ha fatto si che l'atto del dipingere per l'artista divenisse mezzo di riflessione e introspezione, tramutandosi in rituale.

In mostra da The Don Gallery 2501 presenta un'enorme opera aperta costituita ad oggi da oltre cento disegni, ma in continuo ampliamento, un che rientra in Italia dopo esser stata presentato alla Black Book Gallery di Denver negli Stati Uniti, un trittico di acetati di grandi dimensioni, una serie di chine stese con pennino su carta, un'installazione site specific per lo spazio di Matteo Donini e un video realizzato in collaborazione con Alice Schillaci.

Opening 9 novembre ore 18.30

The Don Gallery
via Cola Montano, 15 - Milano
Dal martedì al venerdì, dalle 14.00 alle 19.00. Sabato su appuntamento
Ingresso libero

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