MartinArte
Torino
corso Siracusa, 24a
011 352427 FAX 011 3091323
WEB
Diversita' di segni per un solo intento
dal 9/11/2011 al 23/11/2011
lunedi 15,30 - 19,30, martedi-giovedi 10 - 12,30 e 15,30 - 22, mercoledi e venerdi 10 - 12,30 e 15,30 - 19,30

Segnalato da

Paola Barbarossa




 
calendario eventi  :: 




9/11/2011

Diversita' di segni per un solo intento

MartinArte, Torino

Una mostra collettiva senza un tema predefinito, in cui emergono le potenzialita' singole, che non possono essere raggruppate e che, di proposito, sono disomogenee. A cura di Willy Darko.


comunicato stampa

A cura di Willy Darko

Autori: Piera Bessone Francesco Blaganò Valeria Ciotti Salvatore De Donatis Gianfranco Galizio GioGia Marco Giammarinaro Mariana Papară Michele Pregno Giacomo Sampieri Egle Scroppo Gianni Maria Tessari Susanna Viale

Forse non è del tutto vero che l’arte contemporanea debba per forza essere all’avanguardia di tecnica, di soggetto, di materiale. Forse anche un’arte che tiene ancora in considerazione valori come il gusto, la forma, la qualità dell’immagine possono ancora salire sul podio dell’”arte”. Abbiamo speso gli ultimi quarant’anni a chiederci “cosa è l’arte contemporanea” prima di renderci conto che la domanda non poteva avere risposta, o meglio: si poteva rispondere qualsiasi cosa! Più stimolante è invece porsi il problema di “chi fa arte contemporanea”: è interessante vedere chi sono, oggi, gli artisti che propongono i lavori più innovativi, la ricerca di maggior spessore, le tecniche più attuali. Anche per questo sono importanti le mostre collettive: in un unico spazio si possono vedere opere diversissime tra loro, ognuna con una propria originalità ed un proprio linguaggio, e si può scegliere in totale libertà quella più affine al proprio sentire e, perché no?, anche quella decisamente meno conforme al proprio gusto. Soprattutto se la collettiva, come in questo caso, non è neppure dettata da un tema al quale gli artisti si sono dovuti attenere. E’ dunque affidato ad un’unica opera la rivelazione di ogni artista, il suo rapporto con l’arte, la sua capacità comunicativa. Il risultato finale è una mostra in cui emergono le potenzialità singole, che non possono essere raggruppate e che, anzi, di proposito, sono disomogenee: artisti che, con diversa estrazione culturale e con varia sensibilità, hanno rivelato una inusuale abilità nell’esprimere, attraverso le loro opere, la propria lettura della realtà. Ed eccoli quindi, uno dopo l’altro, utilizzando come scansione l’ordine alfabetico. L’intuizione estetica di Piera Bessone rilegge il fare pittorico secondo il ritmo e la scansione del colore. Nelle pennellate vorticose, di notevole forza espressiva, il gesto ed il segno dell’artista, generano sulla superficie pittorica ritmi, scatti, pulsazioni, favorendo nell’osservatore la visione da più punti di vista. L’espressività di Francesco Blaganò erompe con incisività nella sua pittura, frutto di impegnate riflessioni su problematiche e situazioni di ampio respiro, caratterizzate in modo originale nell’interpretazione composita e tecnica, in cui convergono con efficacia la sua emozionalità e le sue capacità di elaborazione del pensiero. Nella pittura di Valeria Ciotti l’evidenza del visibile si converte in una intensa resa delle immagini, con strutture peculiari ed energiche.

La figura femminile diviene il tramite per significati connessi all’esperienza dell’esistenza e alla riflessione sul presente, che sconfina nell’universale, grazie alla mediazione del linguaggio estetico. Il ritmo serrato che Salvatore De Donatis imprime alle forme delle sue sculture, traduce efficacemente il fermento della sua creatività e l’espressiva tensione che alimenta le sue scelte tematiche, sottolineate ancora di più dal non finito delle sue figure. Gianfranco Galizio dipinge città e paesaggi immersi nella nebbia, dove la figuratività perde la descrizione fine a se stessa, per lasciare spazio ad una maniera in cui a volte il soggetto passa in secondo piano per lasciare spazio all’evocazione, richiamando - e non rappresentando - un luogo, una memoria, una sensazione; una sorta di sfumato che non aggredisce e che consente all’osservatore di andare anche oltre la raffigurazione. Gli spazi, le linee, le morbidezze plastiche della scultura di GioGia riescono a dar vita alla materia, che perde completamente la propria staticità, in un gioco di volumi e di vuoti che si sciolgono in una struttura aperta. Grazie alla sua personale visione, la scultura si trasforma da oggetto in luogo di esperienza, moltiplicando le proprie componenti all’interno dello spazio. Marco Giammarinaro è un giovane artista che si occupa di fotografia, cercando “di creare qualcosa di nuovo... di diverso... per non cadere nell'oblio della fotografia scontata” . Si cimenta qui con la macro di uno spruzzo di schiuma da barba. Assolutamente irriconoscibile nel suo dato descrittivo, l’immagine si decanta nell’assunto estetico mettendo in luce un’acuta capacità percettiva.

La chiave del lavoro di Mariana Papară è la ricerca dell’espressione di un impulso, di una intuizione, di una meditazione attraverso un’attenta costruzione psicologica delle figure, che rifiutano la costrizione della gabbia mentale. L’artista dipinge, incolla, sovrappone, lega le forme, costruisce la visione, la scarnifica, la ricompone, portando l’opera in una dimensione tra il reale e l’astratto, l’illusione e la matericità, l’icona e l’enigma. Michele Pregno porta l’istinto elementare del colore all’interno dell’informale. L’astrazione dalla figura non dà luogo ad una pittura vuotamente concettuale, ma confluisce nel vitale superamento dei precetti tradizionali. Le donne sono le protagoniste quasi indiscusse delle opere di Giacomo Sampieri, che parlano di quiete domestica pervasa da malesseri inconfessati oppure palpabili, di solitudini sensuali e a volte voluttuose. Tenendosi lontano dalla semplice illustrazione realistica fine a se stessa, l’opera di Sampieri, con i suoi particolari tagli compositivi, emerge come un valido tentativo di conoscere poeticamente il reale. L’opera astratta di Egle Scroppo colpisce subito per l’equilibrio determinato dalla contrapposizione formale del lato “caotico” della composizione in opposizione al rigore della suddivisione degli spazi, che concorrono alla combinazione di una specie di mosaico pittorico elaborato con una meticolosa soluzione di continuità. Le costruzioni severamente geometriche di Gianni Maria Tessari annullano la dimensione spazio/temporale, enfatizzando la relatività della condizione umana, costretta ad un continuo abuso tecnologico. Gli incomprensibili graffiti sembrano anelare ad un nuovo auspicabile linguaggio comunicativo. Il tempo della memoria, del fluire dei giorni, e il tempo dei sogni, della solitudine, diviene tangibile nell’opera di Susanna Viale, che riesce, nello spazio chiuso della tela, ad esaltare la mobilità del trascorrere della vita.

Una mostra ricca di stimoli, dunque, che ha valore soprattutto come misurazione culturale, perché l’arte, come la vita, è un continuo relazionarsi con se stessi e con gli altri.

Willy Darko

Catalogo in Mostra

Inaugurazione : giovedì 10 novembre 2011 - ore 18,00 / 22,00

MartinArte
corso Siracusa, 24a - Torino
orari : lunedì 15,30 - 19,30 martedì giovedì 10,00 - 12,30 / 15,30 - 22,00 mercoledì
venerdì 10,00 - 12,30 / 15,30 - 19,30
ingresso libero

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