Associazione Culturale Satura
Genova
piazza Stella, 5/1
010 2468284 FAX 010 6046652
WEB
Due mostre
dal 11/11/2011 al 25/11/2011
mart-sab 15:30-19

Segnalato da

Maura Ghiselli




 
calendario eventi  :: 




11/11/2011

Due mostre

Associazione Culturale Satura, Genova

Alfabeto binario di Gio Sciello testimonia la complessita' della pittura dell'artista, fatta di segni cromatici precisi, che si trasformano in simboli. Nella collettiva Nel blu dipinto ogni artista ha dato una intepretazione personale del colore blu.


comunicato stampa

personale di Gio Sciello
Alfabeto Binario
testo critico di Silvio Seghi

La mostra, con testo critico di Silvio Seghi, rimarrà aperta fino al 26 novembre 2011 con il seguente orario dal martedì al sabato 15:30 – 19:00.

La pittura di Gio Sciello è un fenomeno complesso; per lui, come per altri protagonisti dell'arte contemporanea, occorre, per una chiara interpretazione, il sussidio culturale. Nella produzione pittorica di questo artista, sono parte essenziale simboli e segni, che nella loro eccezione semantica, sono presenti in gran parte dei suoi lavori. Tutto questo è rappresentato attraverso degli elaborati secondo l'utilizzazione di sfondi cromaticamente forti, soggettivando al loro interno un messaggio, una comunicazione concettualmente ermetica, in un contesto fortemente evocativo.

Ora, ciò che appare a prima vista, è il recupero delle possibilità originarie del segno, o meglio del simbolo e ciò che si comunica mediante esso, pertanto, non solo un ritorno e un richiamo all'origine dell'espressione codificata attraverso un'immagine, come simbolo, (sim-bolico è ciò che unisce, dia-bolico ciò che divide), ma un modo di integrare nel linguaggio pittorico culturale contemporaneo, un tessuto grafico convenzionale, che, per diversi aspetti, si può considerare innovativo.
“ Ho sempre avuto interesse verso i simboli, i numeri, gli alfabeti e i codici di comunicazione e di scrittura, -dice Sciello- ho guardato al rapporto esistente, tra significato e significante, agli innumerevoli simboli arcaici che testimoniano il percorso dell'umana conoscenza”.

Per l'artista integrare un codice, un'immagine, nelle diverse componenti soggettivamente variabili, significa lavorare in su un contesto informale-astratto, che, seguendo l'esigenza di perseguire l'idea di creazione, non puramente ideologica o intellettualistica, mira ad esprimere nelle varie fasi di produzione, anche indipendentemente dal fine, (il più delle volte imprevedibile), un'opera che comunichi il suo significato interiore, la profonda valenza simbolica che vive e pulsa al suo interno.
Un percorso evocativo, in continua evoluzione attraverso i passaggi intermedi del fare, che si attivano e si stratificano nell'opera documentando nelle strutture basilari un dizionario che comprende dalla forma organizzata, alla più assoluta dissoluzione informale. Cosi la tecnica non è soltanto pura e semplice procedura di utilizzazione strutturale di un codice, ma diviene una via processuale dell'esperienza che parte dal livello esistenziale interno, per accedere poi verso un piano di stile soggettivo, che va intenso come metodo operativo, il cui scopo primario è la messa in scena del significato semantico rappresentato.
Anche tutto ciò che l'autore usa come sfondo, che non è soltanto colore, ma tutti quei segni che vengono posti in relazione all'elemento centrale, rimandano alle ricerche teorizzate da Charles Morris, secondo cui tutti i sistemi segnici devono essere archiviati in <>.

Secondo Morris, la semiosi costituisce una relazione triadica di: veicolo segnico, designatum (o denotatum) e interprete. ( Fondamenti di una teoria dei segni. C. Morris 1938 – Segni, linguaggio e comportamento. C. Morris 1946).
Quindi la figurazione con cui si confronta l'autore è simbolica e allusiva; nel senso che rinvia ad altro, verso un ordine evocato dalle forme che si staccano dalla visualizzazione pittorica dello sfondo, emergendo in tutta la loro magia evocatrice. Rivela Sciello “Lo studio inerente alla numerologia, parte inevitabilmente da Pitagora, ma coinvolge tutte le culture umanistiche. Il significato dei numeri permane ad oggi esoterico e mistico, come è esoterica e mistica la cabala ebraica”. Così in queste campiture cromatiche, su cui interagiscono segni, simboli, numeri, segnali, rette, curve e segmenti, egli cerca anche un rafforzativo individuabile nei colori. “Mi sono dedicato allo studio della cromoterapia,-ancora l'autore- e alla trasmissione di energia interna ai colori, e quanto questa possa interagire con l'osservatore, non sono in terapia, ma cerco anche la semplice trasmissione di benessere, una calma rilassante, una gioia interiore”.

Oggi sapiamo che la scienza ritiene che i colori abbiano una grande influenza sulla vita di tutti gli esseri viventi. Recenti scoperte hanno dimostrato, grazie alla teoria dei biofotoni, che la luce colorata a bassissima intensità viene emessa dalle cellule e costituisce un rapido mezzo di comunicazione infracellulare. L'intero organismo come tutto l'Universo, è energia, vibrazione elettromagnetica. L'occhio umano riesce a percepire radiazioni e queste hanno una fascia di lunghezza d'onda corrispondente a tutti e sette colori dell'iride, con conseguenti effetti collaterali, sia sul corpo che nella psiche.
Tutto questo è il tema centrale dell'operare di Gio Sciello, che nel momento operativo guarda a relazionare e far dialogare le due coordinate parallele: che sono una simbolica-evocativa e l'altra cromatico-tensiva, cercando un'interpretazione univoca, un'integrazione comparata. Questo procedimento obbiettivamente costruttivo, può condurre a quella immagine metaforica, autoreferenziale, che richiama l'attenzione sulla qualità pittorico-simbolica, in termini paragonabili ai rapporti di gravità che già Paul Klee poneva a fondamento del significato dei segni.

Tutti temi che rientrano nell'ambito della teoria della visione, dove le immagini si manifestano visivamente secondo gli attributi da loro richiamati e come tali assumono valore, il che significa, proporre attraverso indicazioni formali, l'indagare attorno al ritmo dei segni in relazione al colore. Un metodo pittorico quello di Gio Sciello che realizza un'esperienza nell'area del linguaggio, della ricerca storica, ma che trapassa e si proietta pragmaticamente come una componente essenziale del linguaggio contemporaneo dell'arte.

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Nel BLU dipinto
mostra collettiva
a cura di Flavia Motolese

Il colore blu, oggi così apprezzato e diffuso, ha attraversato, nel corso della storia, alterne vicende: non utilizzato dagli antichi Greci e dai Romani, iniziò ad avere fortuna a partire dal XII secolo con il Cristianesimo, quando venne assunto come il colore del mantello della Vergine diventando così simbolo di purezza e serenità.
Portato in auge dal culto mariano e largamente utilizzato nelle vetrate delle cattedrali gotiche, si diffuse negli ambienti di corte, divenendo il colore prediletto dell’aristocrazia francese. Inoltre, lo sviluppo dei commerci con l’Oriente e di nuove tecniche per produrre più facilmente il colore dalle materie prime di origine naturale permisero una sua maggiore diffusione. Nell’antichità per ottenere il colore blu, si dovevano mescolare olio di lino e polvere di lapislazzuli: questo lo rendeva il colore ad olio più costoso ed era, perciò, usato con estrema parsimonia. L’introduzione dell’indaco come colorante nella tinturadelle stoffe ne favorì la sua propagazione, ma la svolta avvenne nel 1700, quando fu inventato il blu di prussia, un colore artificiale facilmente reperibile e poco costoso, e quando gli scienziati, in seguito alle scoperte di Newton sullo spettro solare, inserirono il blu tra i colori fondamentali.
Raggiunse l’apice del successo durante il Romanticismo, poiché era associato all’idea di infinito, di mistero, di spiritualità e ben rappresentava stati d’animo quali la melanconia o l’aspirazione all’assoluto.

Nella storia dell’arte sono molti gli artisti che hanno subito il fascino del blu: Giotto, come dimostrano i suoi affreschi della Cappella Scrovegni, molti pittori nordici, soprattutto dopo la riforma protestante, poiché venne assunto come simbolo di moralità; Chagall e Magritte lo scelsero come colore predominante in molte loro opere e, più recentemente, anche Yves Klein gli ha dedicato una serie di monocromi.
Picasso lo ha usato come colore fondamentale nei suoi quadri durante il “periodo blu” per esprimere tristezza, desolazione, solitudine. Un colore freddo e malinconico con cui dipingeva gli emarginati della società: figure sofferenti in cui è possibile scorgere il dramma esistenziale dell’uomo.
Per Vassily Kandisky risvegliava, nell’uomo, l’impulso alla ricerca della sua intima natura e il desiderio di purezza, spingendolo all’introspezione. A proposito dell’azzurro scrisse:«Quanto più diventa profondo, tanto più invita l’uomo verso l’infinito, desta in lui il desiderio del puro, e, infine, del soprasensibile» attribuendogli quasi un potere catartico.

Per celebrare il blu e rendere omaggio alla sua storia, Satura ha organizzato questa mostra collettiva interamente dedicata a questo colore. Ogni artista ha interpretato il tema in modo personale, presentando opere in cui è protagonista il blu in tutte le sue declinazioni; la proposta artistica sarà, quindi, molto ampia e variegata.
Il blu, grazie alla prossimità del mare, è da sempre una presenza dominante a Genova e la rende la cornice ideale per questa mostra. Inoltre, la storia di questo colore è connaturata a quella della città: qui venivano prodotti i fustagni blu, colore ideale per gli abiti dei marinai, da cui derivano gli attuali jeans, che prendono il nome proprio da Genova.

Gli Artisti presenti:

Rosario Abate, Aurelia Albertocchi, Paloma Almela Garcia, Tommaso Arscone, Samuele Bellini, Raffaella Bisio, Angelo Pio Biso, Pierangelo Bottaro, Virginia Cafiero, Pietro Canale, Milly Coda, Nicoletta Conio, Monica Curzi, Cira D’Orta, Marina Dagnino Isnaldi, Valentina De Chirico, Gigi Degli Abbati, Walter Di Giusto, Josine Dupont, Wilma Galasso, Ilio Galletta, Graziella Gemignani Menozzi, Gianluigi Gentile, Luisa Giovagnoli, Lidia Kaly, Pia Labate, Maria Dolores Lavezzi, Luciano Leopoldo, Alessia Lombardi, Rita Malaguti, Attilio Maxena, Tiziana Nucera, Gabriella Nutarelli, Sofia Paoletti, Lucia Pasini, Paola Pastura, Mario Pepe, Giuliana Petrolini Arcella, Gio Sciello, Gabriella Soldatini, Claudia Steger, Maria Tagliafierro, Elisa Traverso Lacchini, Francesco Tromba, Maria Vittoria Vallaro, Rosanna Zucchelli.

Inaugurazione sabato 12 novembre ore 17:00.

Associazione Culturale Satura
piazza Stella 5/1, Genova
Orari: da martedì a sabato ore 15:30 – 19:00.
Ingresso libero

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