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Testigos del olvido
dal 15/11/2011 al 19/1/2012

Segnalato da

Instituto Cervantes




 
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15/11/2011

Testigos del olvido

Instituto Cervantes, Roma

Testimoni dell'oblio. Un'esposizione di reportage fotografici di fatti catastrofici avvenuti in otto momenti diversi e in vari luoghi del pianeta: Congo, Yemen, Haiti, Kashmir, Bangladesh, Malesia, Guatemala, Zimbabwe e Colombia.


comunicato stampa

a cura del giornalista Jesús Ruiz Mantilla di El País

Mostra fotografica su 8 catastrofi dell’umanità realizzata da Juan Carlos Tomasi
Interventi scritti di autori di lingua spagnola: tra questi, il Nobel peruviano Vargas Llosa

Dopo Pechino, Madrid e Bruxelles, “testigos del olvido” [testimoni dell’oblio] arriva a Roma e presenta un’esposizione di reportage fotografici di fatti catastrofici avvenuti in otto momenti diversi e in vari luoghi del pianeta: Congo, Yemen, Haiti, Kashmir, Bangladesh, Malesia, Guatemala, Zimbabwe e Colombia. Tutti questi scenari sono narrati dall’obiettivo di Juan Carlos Tomasi, e raccontati in maniera narrativa da otto grandi scrittori di lingua spagnola che, per l’occasione, hanno viaggiato fino agli angoli più misteriosi del mondo incontrando orfani, famiglie, esiliati.

Le anime ormai perse. Tra gli autori, anche il Premio Nobel Letteratura 2010 Mario Vargas Llosa, che non ha mai abbandonato la sua condizione di cronista (maggio 2008 inviato in Africa, Repubblica democratica del Congo). Con lui, Sergio Ramírez (marzo 2009 ad Haiti), Laura Restrepo (maggio 2009 nelle terre dello Yemen), Juan José Millás (settembre 2009 Kashmir indiano), John Carlin (settembre 2009 Bangladesh e Malesia), Laura Esquivel (novembre 2009 osservatrice del Guatemala), Manuel Vicent (gennaio 2010 in Colombia) e Leila Guerriero (a maggio 2010 chiude il viaggio nello Zimbabwe). Questa mostra raccoglie reportage pubblicati nel “PAÍS SEMANAL” (periodico del quotidiano “El País”) tra il 2009 e il 2010. L’allestimento include 169 scatti e racconta la realtà e la storia di grandi drammi economico-sociali-politici, per dare volto e voce a coloro che sono stati dimenticati.

«Otto sensibili scrittori sono testimoni dei maggiori orrori dell’umanità, fra terrore e oblio. Conflitti senza rimedio, violazioni quotidiane di diritti che trasformano la convivenza in una maschera d’odio - spiega Mario García de Castro, direttore Instituto Cervantes Roma - Sequestri, linciaggi, sparizioni, come otto eclissi di luna. Gli scrittori qui ci aiutano a diventare testimoni di milioni di persone che vivono in Africa, America Latina e Asia e che sono sempre più ignorate. Questo è il nostro ricordo per chi non ha consolazione. E così l’Instituto Cervantes accoglie con orgoglio questa mostra fotografica, per una vocazione della nostra istituzione che è assieme artistica e sociale. Noi non pretendiamo di convincere alla compassione. Non è quel che ci interessa. Noi vogliamo portare tutti a riflettere, ad agire. Se purtroppo persisterà l’orrore noi saremo qui a testimoniarlo».

Gli scrittori hanno sviluppato le loro storie con un approccio letterario e giornalistico.
Mario Vargas Llosa, peruviano (maggio 2008 Congo): “Viaggio nel cuore delle tenebre”. Il recente premio Nobel per la letteratura descrive il Congo, un paese dove la miseria della guerra e del terrore regna sovrana. Stupri, omicidi e corruzione scuotono questa terra senza legge.

Sergio Ramírez, nicaraguense (marzo 2009 Haiti): “La pietra sotto il sole”. Lo scrittore nicaraguense ritrae Haiti, considerato - anche prima del devastante terremoto del 2010 - come il paese più povero d'America. Povertà, altalene politiche e la mancanza di futuro, per una popolazione trascurata.

Laura Restrepo, colombiana (maggio 2009 Yemen): “Le regine di Saba”. L'autrice colombiana viaggia nei campi profughi in Yemen, dove migliaia di donne e bambini arrivano lì dalla costa del Corno d'Africa. In fuga da guerre, carestie e odio.

Juan José Millás, spagnolo (settembre 2009 Kashmir indiano): “Inferno nella terra degli dei”. La follia si respira nello stato indiano del Kashmir, in conflitto con il Pakistan da 60 anni. Una guerra eterna in uno dei luoghi più belli della Terra.

John Carlin, inglese (settembre 2009 Bangladesh e Malesia): “Il popolo più triste del mondo”. Giornalista inglese residente in Spagna, ha vissuto con i rifugiati Rohingya in Bangladesh e Malesia. I Rohingya sono una minoranza musulmana della Birmania brutalmente perseguitata dalla giunta militare nel loro paese.

Laura Esquivel, messicana (novembre 2009 Guatemala): “Il paradiso dei furfanti”. L'autrice messicana racconta il Guatemala, che significa "luogo di molti alberi." Ma tra il fogliame si nascondono assassini, stupratori e criminali. Il paese del Centro America è la patria di iene, dove si contano 15 omicidi al giorno. Manuel Vicent, spagnolo (gennaio 2010 Colombia): “Fuoco incrociato in Colombia”. Vincent va nella giungla colombiana, dove l'aria è densa di coltivazioni per la produzione di cocaina. Storie agghiaccianti di contadini vittime del fuoco incrociato tra guerriglia, paramilitari e narcotrafficanti.

Leila Guerriero, argentina (maggio 2010 Zimbabwe): “Un paese che si dissangua”. La giornalista argentina percorre le strade dello Zimbabwe, un paese che in un ventennio è passato da modello di sviluppo in Africa a paese in bancarotta. Il regime di Mugabe e un altissimo tasso di incidenza di HIV sta lasciando un deserto .

Il fotoreporter Juan Carlos Tomasi è nato a Madrid nel 1959. Ha documentato i conflitti in Congo, la guerra dei Balcani, disastri naturali. Ha seguito sia avvenimenti sportivi sia situazioni di guerra. Ha curato approfondimenti per le tv italiane, francesi e spagnole e dal 1996 collabora con Medici senza frontiere. Realizza reportage per El País, La Vanguardia e El Periódico e ha pubblicato diversi libri. I suoi scatti sono stati esposti oltre che in Spagna, anche a Mosca, Vienna, Pristina, Sidney e Buenos Aires.

A completare il ciclo di appuntamenti paralleli alla mostra “Testigos del olvido”, due tavole rotonde nella sala mostra dell’Instituto Cervantes in piazza Navona, in calendario rispettivamente il 30 novembre e il 12 dicembre alle 18. Nel primo incontro interverrà Gianfranco De Maio, responsabile medico di Medici Senza Frontiere sezione Italia che racconterà i retroscena di tante iniziative. MSF è un’organizzazione mondiale già Premio Nobel per la Pace nel 1999 e quest’anno festeggia il 40esimo anniversario delle attività. A dicembre, invece, si parlerà di letteratura e condizioni sociali dell’America Latina insieme all’attivista e giornalista messicana Lydia Cacho (in passato torturata dal governo perché ha rivelato business legati al circuito pedopornografico e ai narcos e che è stata liberata dal carcere dietro pagamento di una cauzione da parte di Amnesty International, che patrocina la sua visita romana) che il 25 novembre pubblica “Memorie di un’infamia” per Fandango Libri e per la prima volta è ospite in Italia.

Ufficio stampa: info@dmvcomunicazione.net, umberto di micco tel. 349 2679 541 | gianni valentino tel. 347 549 1215

Immagine: J.C.Tomasi. Colombia genn2010, occhi rabbia figlio comunità obbligo l asciar terre per guerriglia paramilitar-narcos Inaugurazione mercoledì 16 novembre alle 19, preceduta dalla tavola rotonda "Quando il silenzio uccide". Interventi di Mario García de Castro, direttore Instituto Cervantes Roma; Gianfranco De Maio, responsabile medico di Medici Senza Frontiere Italia; Pablo Ordaz, corrispondente italiano di El País. Introduce Daniele Mastrogiacomo, inviato de la Repubblica.In collaborazione con Medici Senza Frontiere e El País

Instituto Cervantes
piazza Navona, 91 Roma
Ingresso libero

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