Real Collegio
Lucca
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Otto mostre
dal 18/11/2011 al 10/12/2011
lun - ven 15-19,30, sab - dom 8 e 9 dic 10-19,30
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Segnalato da

Studio Esseci




 
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18/11/2011

Otto mostre

Real Collegio, Lucca

Il reportage I Cinema itineranti dell'India di Amit Madheshiya; le fotografie ottocentesche di Felice Beato; L'India: Aristocratici e Antichi Palazzi di Samuel Bourne, Francis Frith & Co; due video di Jiang Zhi; l'installazione video di Eleonora Battiston; quattro installazioni interattive di Hsin Chien Huang; la personale di Guia Besana, vincitrice del Amilcare G. Ponchielli 2011; i video del Lucca Video contest 2011 (di Sara Maino, Giorgio Gori e Lucia Ceriani). Nell'ambito di Lucca Photo Fest.


comunicato stampa

AMIT MADHESHIYA
"I Cinema Itineranti in India"

I Cinema itineranti dell'India

Il fotografo indiano Amit Madheshiya ha realizzato un reportage assai particolare su un aspetto della cultura popolare del tutto ignorata in occidente.

Per circa sessant’anni, le compagnie di cinema itinerante hanno allietato le fiere religiose dello Jatras che iniziano in ottobre, dopo la mietitura, nelle zone rurali del Maharashtra, nell’India occidentale. In questo itinerario, non lontano da Mumbai, la capitale del cinema indiano, le sale allestite in tendoni per la strada propongono un mix eclettico: pellicole realizzate localmente, successi di Bollywood, film girati a Hollywood e doppiati e destinati al pubblico delle campagne.

In sintonia con la natura transitoria del loro percorso, le sono anch’esse mobili e possono essere agevolmente stipate in un camion.

Oggi, nonostante l’accanita competizione della dilagante TV via cavo e dei lettori video, il cinema nomade rifiuta di arrendersi senza aver combattuto per la propria sopravvivenza e aver tentato di reinventarsi per far sopravvivere il sistema economico che rappresenta, salvaguardando un modello antico e in pericolo di estinzione, tipico dell’India rurale.

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"Felice Beato e la scuola di Yokohama"

a cura di Giuliana Scimé
courtesy Collezione Giuliana Scimé

Personaggio fra i più interessanti della storia della fotografia, Felice Beato approda ad Yokohama nel 1862, dopo un lungo pellegrinaggio che da Costantinopoli, attraverso l’India e la Cina, lo porta in Giappone.

Ad Yokohama, apre un laboratorio di fotografia, assolutamente all’avanguardia, non solo per l’epoca, assieme a Charles Wirgam, corrispondente de ‘Illustrated London News’.

Beato, che conosceva assai bene la tecnica giapponese della xilografia e la colorazione manuale delle stampe all’albumina, all’epoca la fotografia a colori non era stata ancora inventata, istruisce degli abili coloristi per colorare a mano le sue riprese.

Il suo repertorio di soggetti è vastissimo, usi e costumi, ricostruiti in studio, paesaggi e luoghi di interesse storico-religioso.

Un bravo artista impiegava anche 12 ore per colorare due o tre stampe.

Beato inventa la ‘catena di montaggio’: ogni colorista lavorava ad un singolo dettaglio: chi all’incarnato, chi alle foglie degli alberi, chi ancora all’azzurro del cielo…

La maestria della pittura giapponese si unisce alla cultura occidentale creando immagini uniche costruite sugli sfumati toni dell’acquarello che ritraggono con verosimiglianza i colori del mondo reale.

Le albumine colorate riscuotono un successo stupefacente presso gli stessi giapponesi che le assimilano alla loro cultura al pari di un kimono di seta, un ventaglio dipinto o un oggetto in lacca.

Il successo diviene mondiale quando le preziose fotografie di Beato cominciano a circolare in Europa e negli Stati Uniti.

Nasce così ‘la scuola di Yokohama’, come viene definita: altri intraprendenti personaggi europei, il barone Raimund von Stillfried e l’italiano Adolfo Farsari, apriranno i loro studi di fotografia, ma soprattutto saranno gli allievi di Beato a raccoglierne l’eredità.

Nel 1877, Felice Beato cede il suo studio a Stillfried e si dedica ad altri commerci e attività. Mentre, Stillfried ritornerà in Austria e nel 1885 il suo archivio sarà acquisito in parte da Farsari e da Kusakabe Kimbei, già allievo di Beato e assistente di Stillfried, dotato di particolare talento per l’arte della fotografia.

Farsari impiegherà oltre trenta persone fra stampatori e coloristi, divenendo uno dei più grandi laboratori di Yokohama. Le sue immagini, però, non possiedono quella raffinatezza nella stesura dei colori e nelle armonie dei toni di Beato.

Al contrario, Kimbei sarà degno erede del patrimonio iconografico dei suoi predecessori che continuerà a divulgare con rispetto dei loro stili, assieme alle sue riprese.

Altri fotografi giapponesi saranno attirati ad Yokohama: Ogawa Kazuma, Uchida Kuichi, Tamamura Kozaburo.

Delicate vedute, scene di vita quotidiana, usi e costumi, ritratti illustrano l’antico volto del Giappone e raccontano di lenti ritmi di un paese ancora rurale, dell’inalterato rispetto ed amore per la natura del popolo giapponese.

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Samuel Bourne, Francis Frith & Co.,

Photo Service Delhi

"L’India: Aristocratici e Antichi Palazzi"

in collaborazione con Museo Ken Damy, Brescia

La mostra stimola l’immaginazione: antichi palazzi, luoghi di stupefacente architettura e ritratti di aristocratici di alto lignaggio, per ricostruire idealmente la vita in India della classe sociale privilegiata.

Una selezione di immagini realizzate da Samuel Bourne e per Francis Frith , e i ritratti, colorati a mano, ripresi dallo studio Photo Service di Nuova Delhi negli anni Venti e Trenta.

Samuel Bourne, appassionato di fotografia, nel 1863, lascia il suo impiego in banca ed inizia l’avventuroso viaggio nelle colonie britanniche in India.

Le sue fotografie, di grande formato, rappresentano la documentazione preziosa ed elegante delle architetture e vedute paesistiche. È considerato un insuperato maestro dell’epoca.

Francis Frith, dopo aver viaggiato e fotografato, nel Regno Unito e in Medio Oriente, fonda una società che impiegherà numerosi fotografi. Verso la fine del 1860, la sua società riceve l’incarico di produrre tre serie di immagini sull’India, l’ultima sarà pubblicata nel 1893. Frith, acquista le immagini da alcuni fotografi professionisti inglesi, residenti in India o li incarica di produrle.

Dello studio Photo Service si sono perdute le tracce, certo doveva essere di grande prestigio e qualità. I ritratti dei personaggi di alta aristocrazia sono superbi: la ripresa è perfetta e la colorazione manuale finissima in ogni dettaglio da restituire tutta la magnificenza della loro ricchezza e posizione sociale.

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JIANG ZHI
"Arcobaleno"
"Avanti! Avanti! Avanti!"

Arcobaleno

Il video Rainbow (Arcobaleno) (2007) fa parte di una serie di lavori che comprende foto e installazioni. L'artista dichiara: “Il mio interesse per la luce è cominciato nel 2005. La città nel sud della Cina dove vivevo era piena di luci al neon. Mi ha ispirato ad usare innumerevoli insegne al neon per formare uno splendido arcobaleno che si staglia sopra l'orizzonte della città. Si è creato un paesaggio magico della metropoli. Vorrei pensare a questa serie di lavori come ad una fiaba. Le luci scintillanti si sono trasformate inevitabilmente nel centro visivo di un mercato utopico. Ora continuo ad esplorare il tema della luce attraverso riflettori e fuochi d'artificio”. L'allusione si riferisce alla società consumistica cinese e le luci al neon sull'arcobaleno sono metafore dei desideri di qualcosa che ci incanta, ma non possiamo raggiungere perché non sappiamo dove inizia ma soprattutto dove va a finire.

Eleonora Battiston

Avanti! Avanti! Avanti!

La video installazione del 2006 Onward! Onward! Onward! (Avanti! Avanti! Avanti!) è, realizzato con tre attori professionisti,che impersonano rispettivamente i tre Presidenti della Repubblica Popolare Cinese: Mao Zedong, Deng Ziaoping e Jiang Zemin che si inseguono in un movimento infinito per esprime fede nel progresso. Mette in discussione il senso unidirezionale preso dalle politiche e dall'economia nazionali, che allo stesso tempo rappresentano un desiderio nazionale di autosuperamento.

Jiang Zhi riflette sulle varie funzioni della società turbolenta della Cina moderna, dalla solitudine dell’esistenza degli individui alla frenesia delle nostre vite. Il tema politico domina, infatti, questa video installazione: l’azione dei tre presidenti cinesi di muoversi all’infinito esprime sì la fede nel progresso, riassunta nello slogan popolare di propaganda “Finchè corriamo, sempre stiamo avanzando”, mentre si enfatizza il concetto di circolarità del tempo e del destino profondamente radicato nella società cinese.

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HSIN CHIEN HUANG

"Polvere"
"Sguardo"
"forme nella scrittura"
"Ripescare parole"

Dusting

Installazione interattiva

2008

“Come le stelle, un difetto della vista, come lampada,

un finto spettacolo, gocce di rugiada, o una bolla,

Un sogno un lampo balenante, o una nuvola,

Così si dovrà vedere ciò che è condizionato”

Di primo acchito può sembrare un pesce che nuota sul tavolo, ma osservando meglio si nota che il pesce è in realtà formato dalle lettere del Diamond Sutra e nuota a piacere in questa proiezione surreale. Sembra che sia evanescente, o piuttosto, come una piccola frusta tra le mani dell’uomo. Evita qualunque entità abbia a che vedere con il “reale” sul tavolo. Poi scompare lentamente e tutto torna a essere vacuo.

Gaze

Installazione interattiva

2009

“Gaze” è il primo lavoro della serie “Watching”. Approfittando di nuove tecnologie, rappresenta l’opera più avanzata nella produzione dell’artista nel 2009 dalla quale scaturisce un’interessante questione filosofica: se un albero cade in una foresta e non c’è nessuno nei paraggi per ascoltarne il rumore, esso produce comunque un suono?

Analogamente, la tecnologia del face-tracking rileva lo sguardo del pubblico nel momento in cui questo sta osservando l’opera. Il filo conduttore di questa serie è quindi una domanda: l’opera d’arte può essere considerata tale anche se nessuno la osserva?

Nell’opera “Gaze” il computer rileva la presenza del pubblico che si trova di fronte allo schermo e scatta una foto dei volti. La foto viene istantaneamente rielaborata in digitale creando l’immagine di un gruppo di famiglia virtuale: ogni membro della famiglia indossa una maschera con il ritratto di un componente del pubblico e, a sua volta, guarda ad esso dallo schermo. L’immagine digitale ha lo stile dei vecchi ritratti, mentre il pubblico, che agisce come fotografo, sembra allo stesso tempo far parte di un antico gruppo di famiglia, mentre guarda la foto nella quale ritrova il suo volto come in una dimensione surreale.

Forming among writing

Installazione interattiva

2010

Nella Cina antica i condottieri in conflitto per il possesso di territori, studiavano le tattiche in una sorta di vassoio riempito di sabbia che consentiva loro di fare simulazioni strategiche. Così, per tracciare uno schieramento, veniva utilizzato un ideogramma cinese che formava una sagoma, e la sagoma diventava a sua volta la linea dello spiegamento dell’Esercito di Terracotta. Attualmente, l’Esercito di Terracotta della dinastia Qin è ancora sepolto sotto terra e attende di essere scoperto.

L’installazione vuole ricreare la leggenda della composizione dell’Esercito attraverso la scrittura sulla sabbia, proiettandola direttamente sul monitor. Mediante la scrittura e il disegno sulla sabbia è possibile calarsi nella cultura dell’antica Cina apprezzando appieno la maestosità degli ideogrammi.

Word Fishing

Installazione interattiva

2009

La pesca era un’attività rilassante per I poeti dell’antica Cina. Mentre pescavano, se ne stavano sull’argine del fiume lasciando andare la mente alla poesia o semplicemente indugiavano nella contemplazione delle bellezze della natura. Grazie alla vivacità dei caratteri cinesi, l’opera ricrea uno stagno in cui nuotano gli ideogrammi. L’obiettivo, attraverso l’interazione con il pubblico, è quello di rendere familiari le forme e i significati dei simboli cinesi.

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GUIA BESANA
"Baby Blues"

Vincitrice del premio Amilcare G. Ponchielli 2011

Indetto dal GRIN
in collaborazione con il GRIN

238 sono i fotografi che hanno fatto pervenire i loro progetti per l’ottava edizione del Premio Ponchielli. La decisione di premiare il lavoro di Guia Besana è stata presa dalla giuria quasi all’unanimità. È piaciuta la sua capacità di esprimersi con un linguaggio personale, profondo, contemporaneo, efficace nel mettere in scena immagini, “narrazioni costruite” (per dirla con le sue parole), nelle quali il soggetto è sempre una madre che affronta tensioni e turbamenti della maternità.

La giuria del Premio Ponchielli 2011 era composta da Michele Lupi (direttore di Rolling Stone),

Ezio Bertino (Seat PG), Valeria Moreschi (responsabile delle Gallerie Fotografiche FNAC),

Gabriele Basilico, fotografo, Mariuccia Stiffoni Ponchielli e dei tre membri del GRIN: Elena Ceratti,

Marco Finazzi e Naima Mancini.

Il video è a cura di Barnaba Ponchielli per la regia di Marco Proserpio, musiche di Filippo Cecconi

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SARA MAINO
"Cuoredilago"

Giorgio Gori e Lucia Ceriani

"Ritratto Temporale
di uno Spazio Scenico"

Video vincitori ex aecuo del
LUCCA VIDEO CONTEST 2011

CUOREDILAGO

Acqua e noi: una relazione. Una barca: il passare del tempo. Forse metafora del viaggio, della vita. Ricordo, ma anche semplice evocazione. La vita ricomincia, come in un gioco ritrovato di bambini.

Rilassamento, azione e reazione, o meglio, contrazione. Come il muscolo cardiaco: reagisce, ricorda. Il lago, parte integrante della nostra piccola storia, respira nel tempo presente e in tutti i tempi.

Il video è girato sul lago di Garda.

Video HDV, Italia 2011

Ideazione, riprese e regia

Sara Maino

Attori

Barbara Frizzi, Katia Michelotti, Rosalia Mattei

Musica

Giorgio Briani

Eseguita da:

Luminita Evy Dirlosan

flauto

Daniel Rocha

Clarinetto

Fabio Maria Conti

fisarmonica

BIOGRAFIA:

Sono nata ad Arco (TN) nel 1970. Mi esprimo con diversi linguaggi comunicativi e creativi: ho iniziato con la poesia e il teatro, affrontando in seguito le installazioni, in particolare quelle sonore e il video. La poetica delle mie creazioni è fortemente legata al territorio di nascita; mi lascio tuttavia affascinare dalle sinestesie, dall’intermedialità e perseguo una continua e tenace ricerca e sperimentazione artistica.

RITRATTO TEMPORALE DI UNO SPAZIO SCENICO

L'opera è spiegata perfettamente dal suo titolo: lo spazio scenico è interpretato come una struttura all'interno della quale tutto accade, dall'allestimento alle prove, dalla performance (musicale o teatrale che sia) allo svuotamento totale dopo che anche l'ultimo spettatore è andato a casa.

Si racconta di luoghi che vedono andare a venire masse di persone, che vengono calpestati e consumati, illuminati o nascosti; un brulicare di vita e creatività che si alterna a momenti di vuoto silenzioso. Uno spettacolo a cui i muri, i pavimenti, le assi, i velluti delle poltrone, offrono il loro servigio, in silenzio, impassibili.

La scelta della musica è particolarmente importante: ad alternarsi sono i rumori ambientali registrati nei medesimi luoghi (gli scricchiolii del palco, le orchestre che si accordano, il vociare del pubblico nei foyer) ed il brano di John Cage intitolato The Perilous Night, un pezzo per pianoforte preparato che, proprio per la peculiarità dello strumento, fa da ponte di collegamento tra la musica e il suono inteso nella forma più elementare di vibrazione, anche come rumore.

Analogamente questa opera è ponte di collegamento tra fotografia e video, quindi ha bisogno di suoni che siano di complemento e siano funzionali a raccontare ciò che la macchina fotografica ha immortalato. Ecco perchè non si è voluto scegliere un brano che facesse banalmente da colonna sonora e la meta-musica del brano di John Cage è tanto calzante.

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Immagine: ABIGAIL FEELS LOST - Copyright Guia Besana

Informazioni: Associazione Toscana Arti Fotografiche
Tel. 0583-5899215 – tel. +39 0583 316337, mobile +39 320 3666280, 339 2754777, 338 9712888, info@ldpf.it - www.ldpf.it

Ufficio stampa: Studio Esseci, Padova, via San Mattia, 16 - 35121 Padova, tel. 049 663499 - Fax. 049 655098, info@studioesseci.net

Real Collegio
p.zza del Collegio, 13 - Lucca
Orario Mostra: Lun - Ven 15,00 - 19,30
Sab - Dom 8 e 9 dic 10,00 - 19,30
Biglietto Ingresso:
I biglietti ingresso alle mostre
sono in vendita presso
la biglietteria unica nella
Live Area in Piazza San Michele
Intero Cumulativo tu tte le mostre € 18,00
Biglietto Real Collegio € 10,00

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