Fondazione Bevilacqua La Masa - Palazzetto Tito
Venezia
Dorsoduro, 2826 (Palazzetto Tito)
041 5207797 FAX 041 5208955
WEB
Salon des Refusees
dal 27/3/2003 al 25/5/2003
041 5207797 FAX 041 5208955
WEB
Segnalato da

Giorgia Gallina




 
calendario eventi  :: 




27/3/2003

Salon des Refusees

Fondazione Bevilacqua La Masa - Palazzetto Tito, Venezia

Cosa e possibile e cosa no nella public art? Davvero in arte si puo' fare di tutto e non ci sono piu' forme di censura? Questo e' il filo conduttore che lega i progetti di artisti internazionali, esposti in un Salon des refusees, per opere che non hanno mai trovato realizzazione. Maria Thereza Alves, Tania Bruguera, Minerva Cuevas, Carlos Garaicoa, Alberto Garutti, Eva Marisaldi, Callum Morton, Antoni Muntadas, Jorge Orta, Lucy Orta, Nedko Solakov, Bert Theis, Sislej Xhafa sono i protagonisti della mostra. A cura di Roberto Pinto


comunicato stampa

A cura di Roberto Pinto

Cosa e possibile e cosa no nella public art? Davvero in arte si può fare di tutto e non ci sono più forme di censura? Questo e' il filo conduttore che lega i progetti di artisti internazionali, esposti in un "Salon des refusées", per opere che non hanno mai trovato realizzazione.

Maria Thereza Alves, Tania Bruguera, Minerva Cuevas, Carlos Garaicoa, Alberto Garutti, Eva Marisaldi, Callum Morton, Antoni Muntadas, Jorge Orta, Lucy Orta, Nedko Solakov, Bert Theis, Sislej Xhafa sono i protagonisti della mostra. Salon des Refusées vuole approfondire la ricerca sull'arte inserita in spazi pubblici, cercando di creare, attraverso i progetti che non sono stati realizzati, una mappa di ciò che è possibile fare e di ciò che invece è rifiutato da istituzioni o singoli curatori. Mentre all'interno di spazi deputati, come musei e gallerie, è praticamente possibile esporre ogni tipo di immagine, spesso all'esterno esistono ancora regole, spesso non scritte, che limitano la libertà degli artisti.

Scrive Roberto Pinto, ideatore e curatore della mostra: "Lavorando a vari progetti di arte pubblica mi sono trovato inevitabilmente di fronte a degli ostacoli e delle limitazioni che le caratteristiche di questi luoghi impongono. Ci sono problemi di sicurezza pubblica, c'è la necessità di mantenere intatte le funzioni primarie di questi luoghi, bisogna rispettare vincoli paesaggistici o storico-artistici. Per questi problemi alcuni progetti artistici (installazioni, performance, ecc.), anche molto interessanti sono rimasti soltanto dei progetti, sconosciuti ai più. Accanto a questi un'altra schiera di progetti non sono stati realizzati per problemi economici (mancanza di finanziatori, scarsa vendibilità del "prodotto", ecc.), altri per problemi "politici", bocciati da amministratori pubblici non in sintonia (spesso lontani dall'arte contemporanea) o semplicemente con uno scarso humour. Altre volte (forse la maggior parte) alcuni progetti sono semplicemente stati ignorati da curatori o galleristi, non considerati "degni" di essere presentati in una mostra.
L'idea di raccogliere insieme i progetti che non hanno mai visto compiersi la loro messa in opera, cercando di far rivivere quelle idee per creare una sorta di monumento all'utopia rimasta nel cassetto, mettendo in discussione anche la "libertà assoluta" pretesa dagli stessi artisti, è lo scopo della mostra. Parallelamente Salon de Refusées è anche un modo di analizzare le logiche, sia politico-strategiche che economiche, che sottendono alla realizzazione di opere d'arte contemporanea e alla loro presentazione e naturalmente le interferenze del potere qualunque esso sia."

Immagine: Antoni Muntadas, File Room

Inaugurazione: Venerdì 28 marzo ore 18

Fondazione Bevilacqua La Masa
Palazzetto Tito, San Barnaba 2826
orario 14.30 - 19.00

Ufficio stampa: Giorgia Gallina

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