ossia priva di immagini. Si tratta di una collettiva che raccoglie i lavori di cinque artisti americani, tra i piu' promettenti della nuova generazione: Nina Bovasso, Bruce Brosnan, Elizabeth McIntosh, Jeff Ono, Shirley Tse. Alcune opere in mostra sono in pittura, le altre in scultura, ma tutte si esprimono in un linguaggio rigorosamente non figurativo. Un'occasione per riflettere sulle strutture mentali e compositive dell'odierna civilta' dell'immagine. A cura di Guido Bartorelli
a cura di Guido Bartorelli
Aniconica, ossia priva di immagini. Si tratta di una collettiva che raccoglie i lavori di cinque artisti americani, tra i più promettenti della nuova generazione: Nina Bovasso, Bruce Brosnan, Elizabeth McIntosh, Jeff Ono, Shirley Tse, tutti già recensiti dalle maggiori riviste internazionali. Alcune opere in mostra sono in pittura, le altre in scultura, ma tutte si esprimono in un linguaggio rigorosamente non figurativo. Il pubblico sarà così condotto in una dimensione in cui spazio, colore e proporzioni si rivelano puri, nello fase che precede la genesi dell'icona. Sarà l'occasione per riflettere sulle strutture mentali e compositive del vedere contemporaneo, dell'odierna civiltà dell'immagine. La mostra è a cura di Guido Bartorelli.
In principio era MTV. Chi ci ha seguiti in questi anni sa bene quanto abbiamo insi-stito sui rapporti tra la nuova arte e il sofisticatissimo immaginario della produzione e della comunicazione di massa, di cui MTV è, o meglio era, visto che ultimamente le cose sono un poco cambiate, un aspetto parziale, ma dei più esemplari, tanto da essere assunto a metonimia per intitolare un'ipotesi critica.
Per quanto mi riguarda, sono stati gli artisti, con le loro opere, a indirizzarmi su que-sta strada, dando concretezza visiva ad attitudini che ho sempre sentito mie, tanto quanto loro. È giusto che sia così: questo rapporto, intimo e connaturante, con lo spettacolo mediatico rientra tra i fatti di ordine collettivo, che accomunano un'intera generazione. Di questa, chi ha scelto la professione dell'artista non ha potuto che esercitarla con una forma mentis forgiata dai pixel e dalla plastica: un vero e proprio inconscio generazionale, un "a priori" della sensibilità che sostanzia i lavori, indi-pendentemente dalla consapevolezza che ne ha lo stesso autore.
Le opere che abbiamo presentato fino a ieri questa consapevolezza ce l'hanno ecco-me. Nella maggior parte dei casi, esse funzionano come uno specchio rivolto verso le deliziose icone della merce. Certo si tratta di una superficie riflettente, ma allo stesso tempo deformante, che, mentre replica, infligge mutazioni più o meno evidenti, in modo da inceppare il pacifico scorrere dell'ovvio.
ANICONICA nasce con la percezione che qualcosa è cambiato.
MTV non si rispecchia più, semmai traspare in filigrana. Non sta di fronte, ma die-tro. Si potrebbe scommettere che il patrimonio figurativo è sempre quello, se non fosse che le figure, ora, sono svanite. Nel vuoto lasciato dalle apparenze, l'agitarsi libero di spazio, colore, proporzioni. Un movimento da intendere, ambiguamente, come involuzione allo stadio pre-iconografico ed evoluzione a quello post-iconografico. Forse costituisce un passo verso la maturità sbarazzarsi dello schermo dell'immagine e andare a scoprire cosa c'è sotto, quali sono i cardini del vedere contemporaneo. Una maturità concentrata e operosa. È come osservare i progetti del designer, cogliere la geometria generativa di quel che è stato o sarà . C'è aria di lavo-ro, non più di festa. Altre mostre le si sarebbe potute ascoltare a tutto volume. ANI-CONICA è silenziosa. L'occhio è chiamato a fissarsi per dipanare il movimento delle strutture, afferrare il ritmo dei segni. Mi pare di avvertire la ricerca di una di-mensione pura, quasi metafisica. Malgrado questo, l'attrazione, il sex appeal persi-stono intatti.
Le circostanze hanno voluto che tale metamorfosi venisse registrata da un'esposizione che presenta i lavori di cinque americani, inediti per la galleria. Ma in realtà è poco più che un caso. Se è stato possibile trovarli, sapendo cosa si voleva trovare, è perché si era condotti dalle intuizioni degli artisti che più ci sono vicini. In fondo, questa volta, tra figurativo e astratto non c'è conflitto, la nuova opzione non smantella i fondamenti dell'altra. Ne costituisce piuttosto una variante. Magari si scoprirà che ne è lo sbocco naturale.
Quando, un tempo, la TV sospendeva le trasmissioni dopo la mezzanotte, ricorderete che rimaneva sullo schermo la curiosa composizione di un cerchio, con una sequenza di strisce colorate. Ogni giorno, i programmi nascevano e morivano in quella scher-mata, immobile, che non mostrava altro, tranne le strisce. Certamente, almeno una volta, ne siamo rimasti ipnotizzati.
Lo spettacolo è terminato. ANICONICA.
Guido Bartorelli
Nina Bovasso, nata nel 1965, vive a New York
Bruce Brosnan, nato nel 1968, vive a Brooklyn
Elizabeth McIntosh, nata nel 1967, vive a Toronto
Jeff Ono, nato nel 1973, vive a Los Angeles
Shirley Tse, nata nel 1968 a Hong Kong, vive negli Stati Uniti
Immagine: Bruce Brosnan, Pop-N-Jay, 2000
Perugi artecontemporanea
via Altinate 66 - 35121 Padova
inaugurazione: sabato 22 febbraio 2003, dalle ore 18.30
orario: dal lunedì al sabato 17.30 - 20.30
mattina e festivi per appuntamento