Galleria Artre' Bruna Solinas Arte Contemporanea
Genova
Vico dei Garibaldi, 41
010 2514448
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Giorgio Levi
dal 6/12/2011 al 31/1/2012
mar-sab 15.30-19.30

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Giorgio Levi



 
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6/12/2011

Giorgio Levi

Galleria Artre' Bruna Solinas Arte Contemporanea, Genova

Zapping. Un lavoro pittorico che unisce uno sguardo fenomenico sul mondo reale e naturale alla complessita' del fare contemporaneo.


comunicato stampa

Oggi, nel frastuono dei rumori, in un mondo in rapida globalizzazione ? incapsulato da straordinarie tecnologie fino a poco tempo fa inimmaginabili ? in cui mancano indicatori stabili e dove la realtà è volentieri eterogenea, volatile e mutevolissima, si assiste alla presenza di una cultura “ibridata” (comporre, scomporre e ricomporre nuove realtà affrancandosi dalla tradizione) che si dirige verso ricerche d’identità “costantemente strattonate in direzioni antitetiche… costringendoci… a procedere tra forze contrapposte” oscillando ossessivamente “…tra i poli dell’individualità senza compromessi e dell’appartenenza totale... allo stato societario (Zygmunt Bauman).

La prima condizione resta irraggiungibile, la seconda offre l’occasione di essere facilmente risucchiati da qualsiasi cosa passi vicino.
Per sostenere la propria originalità in questo pianeta (dove sovente le gioie dei consumi si alternano agli orrori dei rifiuti), occorre un incessante sforzo titanico per sopperire a conflittuali bisogni di libertà e a istintive necessità di sicurezze; allo stesso tempo si è costretti a tenere costantemente d’occhio possibilità e opzioni rigeneranti di qualsiasi tipo e qualità strategica. Dalla culla alla bara.
Un po’ come l’uomo in bicicletta che per stare in equilibrio deve eternamente pedalare, pena la caduta.

In tale contesto nasce il lavoro pittorico dell'artista-medico Giorgio Levi, che ad uno sguardo fenomenico (e amoroso) del reale microscopico-naturale (sovente riferibile alla cellula e ai suoi sottoinsiemi) sa coniugare una visione camaleontica ad ampio spettro capace di shakerare capacità tecniche le più eterogenee possibili, sia che esse appartengano alla tradizione pittorica (per elaborarne il lutto) che alla complessità del fare contemporaneo dando corpo ad un’ironica, ibridata, pungente espressività.

Il progetto dell'artista? Testimoniare la fragrante fisicità del reale colta nel feroce risucchio di vorticosi e folli eventi, un mondo sull'orlo del collasso tradotto in pittura da sconquassi cromo-materici capaci di agglutinare o parcellizzare lacerti fisiologici che si aggregano, impazziti e in modo dismogeneo in spazialità multiple additando, attraverso filtri immaginativi, mortali pericoli e fascinose chimere, umbratili dolori e vistose delizie. La superficie pittorica sembra creparsi per lasciar fluire energetici flussi sotterranei.

Prendono così forma dinamici frammenti d'energia destinati a riprodursi in grumose e ossessive clonazioni o a sprofondare nei gorghi dei vuoti.
Disorientamento e controllo sono gli assi estetici sui quali cresce l'operato dell'artista: contrapposizioni in continua oscillazione tra l'essere e il non essere (titolo di un dipinto del 2010), che ...possono sintetizzare una buona parte della mia espressione pittorica, dove dal subconscio sembra affiorare l'ansia per un presente e un futuro che ci appaiono del tutto incerti..., precisa Levi in uno scritto.

Processualmente, sul piano esecutivo, reggono esperienze accidentali di tipo bipolare: da un lato si germinano capacità riproduttive con annesse fantasiose creatività, azioni clonanti, metamorfosi spinte, eccitazioni cromatiche; dall’altro, freni, blocchi, impedimenti, sbarrano slanci vitali trascinando sul campo allungate ombre mortifere.
Sull'altare dell'esistenza vita e morte si scambiano continuamente i ruoli: quando le forme corrono libere sulla superficie pittorica s’installano meccanismi automatici d'accerchiamento che le strozza; dove il colore accende carnalità materiche altrove, il nero e colori acidi, combustioni e cancellazioni, tramano il loro agire distruttivo; o ancora, quando agglomerati pittorico-metamorfici brulicano in una sorta di caos quantico” (trapassato da esplosioni gioiose sciolte in sfarfallii floreali), altre spazialità affondano nell'abisso per fornire alla percezione incontrollate vertigini che attirano la materia in ansiogeni e calamitici “buchi neri”;

Qui, Giorgio Levi non solo si affida a dinamismi di masse, a linee ritmiche concentriche capaci di creare evoluzioni articolate, ma ricerca azioni ed eventi simultanei per tradurre immagini astratte di forte impatto visivo, di suadente musicalità pittorica mediante naturalità di gesti e fluidità d'intenti atti a favorire scambi d'intime emozioni tra autore e fruitore.
Allo stesso tempo si sofferma con spirito critico-scientifico sulla complessità di strutture micro-molecolari così da creare masse organiche simili alla liquidità di vie lattee punteggiate da infiniti corpi celesti sovente concatenantesi in oppressivi horror vacui.
Ciò, dovuto a un fortissimo pullulare di forme biologiche (e non) collegate tra loro da interscambi, intersezioni, oppure avulse e arroccate in bozzoli cromatici di forte pregnanza, idonei a svelarne la quintessenza.

E ancora, se in alcuni casi si evidenziano richiami a strutture formali d'area kandinskiana o all'operatività di Burri (per certe soluzioni plastico-costruttive), a graffitistimi americani o a espressioni informali intrecciate a libere astrazioni, su tutto emerge, con singolare originalità, il totale superamento dei riferimenti mentre prende corpo un tessuto così fitto di trame da inglobare l'intero lavoro pittorico ed evocare alla sfera cerebrale la struttura reticolare del mondo telematico on-line caratterizzante il nostro, interattivo e tecnologico, villaggio globale.
Un'operazione, questa, non esente da strette connivenze e fecondi rapporti tra arte, scienza e tecnologia che colloca l'opera di Levi al centro del dibattito contemporaneo riferibile in particolare al rapporto uomo-habitat.

Scrive l'americano Zygmunt Bauman, teorizzatore della Società liquida (da lui invocata come utopia per riscattare la condizione umana altrimenti percepibile come inferno): Oggi... ci si muove rapidamente e in modo imprevedibile mentre le relazioni si stanno trasformando in fonti di ambiguità e di ansia... costringendo l'umanità a vivere come pesci nell'acqua perché la vita odierna ha perso il suo spessore solido diventando mobile, leggera, senza ancoraggi.
Se dunque oggi, nella gerarchia dei valori, il consumismo ha detronizzato la durata in favore dell’aleatorio, del transitorio, dell'effimero e la crisi economica stringe alla gola l'intero pianeta; anche l'arte, polverizzata nell'esclusiva identità di valore economico, fissa l'attenzione sulla ... cultura ecologica dell'ambiente con riflessioni sui danni provocati da veleni inquinanti e rivalutando fenomeni della natura ormai lontani dalla cultura odierna attraverso voci di artisti internazionali quali ad esempio Eliasson, Hakansson, Greenfort, Saraceno che abilmente spaziano tra arte, scienza, tecnologia, cosmologia, architettura, situandosi a volte ai confini del pianeta (vedi Miriam Cristaldi Parola e Immagine , a cura di Caterina Arcuri, Giulio De Mitri, Ed. Rubettino, Catanzaro 2011).

Anche Giorgio Levi, con esperienza medico-scientifica in simbiosi con le vertigini dell'arte, sa rispecchiare lo stato liquido e caotico della modernità sezionando in vitro l'asprezza di un formicolante e coloratissimo universo molecolare riflettente micro-cosmi in collisione a contatto con casualità e ragioni logico-formali volte ad accorpare percorsi accidentati sublimabili in catartiche espiazioni processuali.
In questa singolare mostra intitolata Zapping (galleria ARTRE, piazza delle Vigne), l'artista propone una selezione di opere esentate da ordini cronologici, ma scelte (di concerto con lo spirito travolgente della gallerista Bruna Solinas) zigzagando tra un corposo numero di dipinti nel segno di una veloce mobilità esecutiva così com'è appunto l'agire telecomandato di uno super zapping, direzionato verso esiti (fil rouge) d'incondizionata pitto-musicalità.
Da qui l'esaltazione di accorati lirismi, di concerto con aplomb depressivi, cristallizzati in sonanti orchestrazioni.

Inoltre, la duttilità espressiva spinge l'autore a sperimentare varietà tecniche, di volta in volta idonee a materializzare i suoi acuti, versatili pensieri, pilastri su cui poggia l'intero operato che, pur nelle diversità linguistiche, sa mantenere salde riconoscibilità identitarie.
Di fatto, la varietà dei supporti (tela, legno, carta, cartone graffiato...) interagisce con la ricchezza dei materiali adottati: collage-fotografici, legni, ferri, sabbie, plastiche di scarto, resine, cortecce, fotogrammi... per fornire a segni, forme e colori (ad alta e bassa definizione), una ricchezza d'informazioni destinata a sintetizzare formazioni di codici ottici.
Nello spazio ineluttabile, naturale, caotico e collassato della pittura, riescono ad affiorare sottili, impercettibili input: memorie di rossi pompeiani, verdi boschivi, argille infuocate... ibernati sotto trasparenti e lucide coltri di vernici viniliche così da accentuare la potenza timbrica.
Aspetti in nuce che affiorano con fluidità e leggerezza, nel tempo di un attimo, per essere metabolizzati, e dissolti, nel contesto dell'opera, secondo un lento processo di mutazione del magma pittorico.

Non sorprende che sia proprio fra i viaggiatori del tempo passato che ritroviamo l'evocazione di spazi in cui non sono l'identità, la relazione o la storia a costituirne il senso... ma solo il movimento delle immagini lascia intravvedere per qualche secondo, a colui che le guarda fuggire, l'ipotesi di un passato e la possibilità di un avvenire. (Marc Augé, Non Luoghi, ed.Eleuthera. Milano 2000)

Inaugurazione mercoledì 7 dicembre 2011 alle ore 18,00.

Galleria Artre' Bruna Solinas Arte Contemporanea
piazza delle Vigne 28r, Genova
Orari:mar-sab 15.30-19.30.
Ingresso libero

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