Cellula Veronelli Osteria della Merla
Gualtieri (RE)
via Giardino
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Domenico Boffa
dal 10/12/2011 al 7/1/2012
tutti i giorni escluso il martedi
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10/12/2011

Domenico Boffa

Cellula Veronelli Osteria della Merla, Gualtieri (RE)

...cosi' impari a mangiarti Bambi. Ispirato alle teorie freudiane sulla sessualita', il pittore elegge i propri strumenti creativi e li usa come potrebbe usarli un bambino.


comunicato stampa

Dopo la partecipazione alla 54° Biennale di Venezia, Domenico Boffa presenta una selezione di opere pittoriche realizzate tra il 2007 e il 2010. La mostra inaugurerà l'11 dicembre nella cellula Veronelli - Osteria della Merla di Gualtieri (RE) e sarà visitabile fino al 8 gennaio 2012.

Il titolo “…così impari a mangiarti Bambi” non è un velato invito a sposare la cultura vegana, ma una sintesi “poetica”, seppur provvisoria, delle opere esposte. L’artista giunge a conoscere sé stesso (impara) attraverso un esperimento di regressione allo stato infantile (Bambi-no) per ricreare visivamente (mangiare) situazioni già vissute in precedenza.

Un processo estetico/esistenziale derivato dalla teoria freudiana sulla sessualità per la quale il bambino che indulge a succhiarsi il pollice ricerca un piacere atavico, già provato, che corrisponde al succhiare il seno della madre. Tuttavia, il riferimento a Freud vale per quegli stadi preedipici (orale, anale, fallico, genitale) che il bambino attraversa durante la crescita. Solo con la psicanalisi dei “rapporti con l’oggetto”, associata a Melanine Klein (1882-1960), pulsioni di questo tipo vengono analizzate anche nella vita adulta.

E' dalla combinazione di questi riferimenti, che Boffa struttura la propria operatività. L'artista elegge i propri strumenti creativi e li usa come potrebbe usarli un bambino. Con la stessa serietà con la quale il bambino affronta il gioco, l'artista costruisce il proprio immaginario sostituendo alle macchinine ed alle bambole, orinatoi, escrementi, frammenti di vecchi WC, falli (serie “Pinoza” e “Cleaner”).

In particolare, la metafora fallica -spesso presente nei suoi dipinti- corrisponde ad una volontà di rappresentare quell'indicibile che appartiene al buon senso, alle confortanti abitudini precostituite. Il tentativo è scoprire il nervo di quell'ordine fallocentrico che presiede il linguaggio, l'espressione, la comunicazione e che, nella società, influenza la vita, le scelte.

Quello della regressione infantile non è ricerca di un linguaggio primigenio, aurorale, che racconta il mondo con l’identico stupore e l’identica libertà espressiva propria delle prime età dell’uomo, bensì l'espressione di un trauma, il trauma della perdita che apre ad un'estetica del lutto e della malinconia dove ad essere rappresentati sono corpi violati, psiche frustrate, modellate psicologicamente da pulsioni e fantasie. In questa chiave, Boffa sviluppa un metodo che fa dell'opera il luogo in cui si può tentare un “trattamento” o un “esorcismo”. E' la “ripetizione dell’esperienza traumatica”, il continuo confrontarsi con le proprie malattie, in cui si mette in scena la regressione come espressione di protesta e di sfida. Riportare in luce le ferite significa cercare la verità e la verità è l'unica arma contro il potere corrotto e osceno.

Inaugurazione 11 dicembre ore 18.30

Cellula Veronelli Osteria della Merla
Via Giardino - Gualtieri (RE)
Chiuso il martedi
Ingresso libero

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