In ''Vento sotto, cielo sopra'', De Meo si appropria di radici e fronde, si fa insomma albero per poi, in un processo di clonazione, moltiplicarsi e raggiungere una nuova unita': il bosco. Il luogo costruito da Carlo De Meo per questa sua ultima mostra risulta insomma tutto mentale e allegorico, un luogo senza tempo nel quale le leggi del mondo sembrano alleggerirsi in un complesso di rapporti percettivi e di soluzioni inventive dalla trama visionaria.
Vento sotto, cielo sopra
Dopo aver partecipato alla collettiva Exit (Torino, 2002) a cura di Francesco Bonami, Carlo De Meo torna al nord con una attesissima personale.
Il titolo della mostra è ''Vento sotto, cielo sopra'' e sarà inaugurata l'otto marzo 2003 alla fabioparisartgallery di Brescia.
Già nel titolo De Meo evidenzia, senza nominarla, una fascia intermedia tra due mondi. Un luogo tra un sotto e un sopra, tra ragione e passione dove produrre, in un'ibridazione che forzi il linguaggio in modalità paradossali, una realtà di per sé vera ed indipendente. Partendo dalla forma esatta del proprio corpo, ridotta al 33%, egli modella un campionario di figure nelle quali sperimenta possibili declinazioni di se stesso. Il risultato non è di natura metamorfica, ma consiste piuttosto nell'assorbimento di un altro essere, animale o vegetale, fino a raggiungere una sorta di mimesi con il reale.
In ''Vento sotto, cielo sopra'', De Meo si appropria di radici e fronde, si fa insomma albero per poi, in un processo di clonazione, moltiplicarsi e raggiungere una nuova unità : il bosco. Ci appare così un demeo-bosco composto da tanti mini-corpi dalla pelle di quercia che quasi si toccano, si guardano, si pensano in una sorta di immobilità metafisica.
Il luogo costruito da Carlo De Meo per questa sua ultima mostra risulta insomma tutto mentale e allegorico, un luogo senza tempo nel quale le leggi del mondo sembrano alleggerirsi in un complesso di rapporti percettivi e di soluzioni inventive dalla trama visionaria. Con questa suggestiva installazione l'artista torna a sottolineare il suo caratteristico concetto di circolarità , circolarità dell'agire, ma anche circolarità dell'essere: l'uomo, diventa albero, bosco, cielo e terra, in un eterno intreccio di possibilità e trasformazioni.
Inaugurazione: Sabato 8 marzo ore 18.00
fabioparisartgallery
Via Alessandro Monti 13 Brescia
Orario 15-19 - Festivi su appuntamento