La mostra celebra l'undicesima edizione del ciclo 'I mai visti' restituendo al pubblico un segmento centrale della raccolta delle sculture classiche appartenute al collezionismo granducale, quello dei ritratti di imperatori e di privati. Esposti 44 busti che compongono la "serie de' Cesari in marmo"; accanto a cui sono presentate 23 opere (tra dipinti e grafica), ritratti e autoritratti che attestano l'interesse degli artisti per l'antico.
Dal 15 dicembre 2011 al 29 gennaio 2012, nella Sala delle Reali Poste, gli Uffizi ospitano
l’undicesima edizione del ciclo “I mai visti” con la mostra Volti Svelati, promossa e voluta dagli
Amici degli Uffizi (l’associazione che dal 1993 sostiene le politiche culturali del museo fiorentino)
di concerto con la Galleria degli Uffizi.
La mostra è realizzata dalla Galleria degli Uffizi, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio
Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, organizzata
da MondoMostre, resa possibile dal contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che ogni
anno sostiene le mostre del ciclo I mai visti, e grazie al sostegno di BassmArt, Gherardini e agli
sponsor tecnici ATAF, Unicoop Firenze.
A cura di Fabrizio Paolucci, direttore del Dipartimento di Antichità classiche alla Galleria degli
Uffizi, e di Valentina Conticelli, direttrice del Dipartimento per l’Arte del Settecento della Galleria
degli Uffizi, la mostra celebra il nuovo appuntamento de I mai visti restituendo al pubblico un
segmento centrale della raccolta delle sculture classiche appartenute al collezionismo granducale,
quello dei ritratti di imperatori e di privati, che da sempre hanno ritmato il percorso espositivo dei
corridoi.
Nelle parole della Soprintendente Cristina Acidini: “La mostra ci regala uno straordinario saggio di
storia della museologia attorno all’argomento, sempre attuale e talora scottante, dell’“uso” dei materiali
antichi nelle sistemazioni museografiche a carattere artistico: gli Uffizi ma non soltanto, poiché sono evocate
le residenze, le ville, i giardini, le raccolte aristocratiche, i musei di breve esistenza oggi scomparsi, tutti
scenari nei quali teste e busti hanno danzato innumerevoli “giri di valzer”.
E sottolinea il direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Natali “Agli Uffizi è dato apprezzare in
tantissimi dipinti l’attualità costante dell’antico. A partire dai primordi. Ma in Galleria ognuno potrà anche
sperimentare la poetica dialettica fra antico e moderno anche sul versante del collezionismo. Basterà
percorrere i corridoi o affacciarsi alla Tribuna buontalentiana (fra qualche mese si riaprirà completamente
restaurata) per aver chiara nozione di quanto il collezionismo colto inclinasse a far coesistere la poesia d’un
passato lontano con quella della contemporaneità”.
Sin dalla fine del XVI secolo, i corridoi del secondo piano del celebre complesso vasariano furono
destinati ad ospitare gli splendidi marmi medicei, una raccolta che per numero e qualità era unica
in Europa, facendo meritare agli Uffizi la qualifica di “Galleria delle Statue” per eccellenza.
Volti Svelati intende riportare l’attenzione sul ricco patrimonio di arte classica del museo
fiorentino, selezionando un nucleo di ritratti di età repubblicana e imperiale. Le opere scelte, veri e
propri capolavori citati in ogni manuale di arte romana, consentiranno di ripercorrere l’evoluzione
della ritrattistica dalla tarda età repubblicana all’avvento della Tetrarchia. Attraverso lo scorrere di
volti di imperatori, atleti, privati ed intellettuali il visitatore potrà intuire l’evoluzione dei gusti,
delle mode e delle ideologie nell’arco di tre secoli e mezzo di storia.
«Anche quest’anno siamo lieti di poter esporre le opere conservate nei depositi della Galleria nel consueto
appuntamento con “I Mai Visti”, come dono alla città di Firenze e ai visitatori del Museo perché crediamo
fermamente che sostenere la cultura significa sostenere il Paese ed il suo sviluppo » – ha commentato
Maria Vittoria Rimbotti, presidente dell’Associazione Amici degli Uffizi.
La mostra riporta alla luce e rende visibile al pubblico 44 busti che compongono la “serie de’
Cesari in marmo”, i ritratti più belli e significativi della collezione mai vista degli Uffizi. Accanto
alla selezione dei busti sono presentate 23 opere (fra dipinti e grafica), ritratti e autoritratti che
attestano quanto grande fosse tra gli artisti l’interesse per l’antico, nel contempo mostrando anche
riferimenti diretti alle teste medesime.
Il desiderio di possedere le effigi dei più celebri uomini della storia di Roma aveva contagiato i
Medici sin dalla fine del XV secolo. Le due teste in marmo antiche delle immagini di Augusto e
Agrippa, acquistate da Lorenzo de’ Medici, di ritorno da Roma nel 1471, rappresentarono le prime
opere di un nucleo collezionistico destinato ad accrescersi esponenzialmente nel corso dei due
secoli successivi. Quando, nel 1780, all’abate Luigi Lanzi fu affidato il compito di redigere un
rapporto sulle linee guida da seguire nel nuovo allestimento degli Uffizi, fortemente voluto da
Pietro Leopoldo, lo studioso marchigiano non ebbe esitazioni a definire la collezione dei ritratti
come uno “uno degli ornamenti più magnifici del Museo”, seconda nel suo genere unicamente alla
raccolta capitolina.
Sarà proprio Lanzi ad accrescere in modo decisivo la raccolta scegliendo le più belle opere fra le
collezioni private fiorentine, fra i marmi presenti nelle raccolte delle ville granducali e di Villa
Medici a Roma. Dopo un lungo lavoro durato circa due anni, la serie dei ritratti di Galleria, portata
a oltre 110 pezzi dai settanta originari, poteva ben rivaleggiare con i Capitolini. Nella
pubblicazione “La Real Galleria di Firenze” del 1782, Lanzi non nasconde la propria soddisfazione
nell’aver dato vita a un museo di ritrattistica romana con ben pochi rivali in Europa.
I decenni successivi videro un progressivo alterarsi del “museo” lanziano, inquinato dall’aggiunta
di sarcofagi e cippi, finché, negli anni Novanta del secolo scorso, si decise di restituire ai corridoi
l’aspetto e la sistemazione attestata dai disegni del De Greyss, realizzati alla metà del XVIII secolo.
Questi splendidi ritratti furono destinati ai depositi dove andarono a raggiungere decine di altri
busti provenienti dagli arredi delle ville granducali, caduti nell’oblio in seguito alla
riorganizzazione voluta dal museo fiorentino sul finire del XIX secolo. La mostra si propone di non
solo di restituire visibilità alle opere oggi poco note, ma di far comprendere quale siano stati
l’interesse e la venerazione per questi marmi, nella cultura europea dal XVI al XVIII secolo. I
ritratti presenti in mostra, come tutti i marmi appartenuti alle collezioni medicee e lorenesi, non
sono quindi solo testimonianze dell’arte del mondo antico, ma sono anche prove tangibili di quella
passione per la civiltà classica che ha plasmato la cultura occidentale. Quadri e tele accuratamente
scelti da collezioni italiane ed estere costituiranno una sorta di contrappunto al percorso
prettamente archeologico, illustrando, attraverso le raffigurazioni di muti colloqui fra collezionisti,
ritratti classici e interni di studi d’artista gremiti di busti e soggetti allegorici, il fascino che per
secoli ha esercitato su intellettuali e artisti lo sguardo dell’Antico.
Informazioni:
Amici degli Uffizi tel 055 285610 www.amicidegliuffizi.it - info@amicidegliuffizi.it
Catalogo: Le Sillabe
Uffici stampa:
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Galleria degli Uffizi
Sala delle Reali Poste piazzale degli Uffizi Firenze
Orari: dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 17
chiuso il lunedì, Natale e Capodanno
Ingresso gratuito