Centro Culturale Valmaggi
Sesto San Giovanni (MI)
via dei Partigiani, 84
02 2428775
WEB
Roberto Giussani
dal 22/2/2003 al 9/3/2003

Segnalato da

Roberto Giussani



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22/2/2003

Roberto Giussani

Centro Culturale Valmaggi, Sesto San Giovanni (MI)

'A ferro e immagine'. In questi lavori, il gioco estetico di Roberto Giussani si avvale di una tecnica di straniamento derivante da un'immagine pittorica realizzata con mezzi non pittorici (l'immagine che appare dipinta e che solo ad un secondo sguardo si rivela essere l'elaborazione grafica di immagini fotografiche).


comunicato stampa

'A ferro e immagine'

Sesto S.Giovanni-Assessorato alla Cultura
Civica Scuola d'arte F.Faruffini
Cooperativa Edificatrice Nuova Torretta
COOP Lombardia

In questi lavori, il gioco estetico di Roberto Giussani si avvale di una tecnica di straniamento derivante da un'immagine pittorica realizzata con mezzi non pittorici (l'immagine che appare dipinta e che solo ad un secondo sguardo si rivela essere l'elaborazione grafica di immagini fotografiche). La differenza con le altre opere è più apparente che reale, perché è proprio qui che si rende concreta quella deprivazione del significato naturalistico della forma di cui si parlava prima, metamorfosi che può rappresentare l' abbozzo di una ri-educazione 'allo' e 'dello' sguardo: il paesaggio, il lago, la chiesa, l'automobile, private con un'epoché quasi fenomenologica dello status di oggetti codificati, ritornano nel loro orizzonte puramente estetico (sensibile) di immagini. Con una spinta elaborazione grafica dell' immagine (massimo dell'artificialità) si ottiene paradossalmente l'effetto di un ritorno alla visione naturale, primordiale e spontanea, da parte dell' uomo, del mondo che ci circonda, che è mondo di forme prima che di segni, di cose prima che di significati.
Sulle immagini graficamente manipolate, saturate nel colore per trasfigurarle nella forma, galleggiano chiazze di foglia d'oro come firme svolazzanti, quasi una sottolineatura di accenti che ritma musicalmente la composizione. La tonalità onirica dei lavori e la simbologia metafisica dell 'oro giustificano ed anzi stimolano l'evocazione e il libero gioco dei rimandi: ecco allora i 'brandelli di porpora' con i quali si apriva quel sillabario estetico della classicità che fu l'Ars poetica di Orazio; ecco quella mistura di estenuata eleganza formale e di gusto barbarico, quasi 'bracieri di gemme spente' nelle parole di Huysmans, che fu propria dell' arte di Bisanzio; oppure il romantico 'dare al noto la qualità dell'ignoto' di Novalis. Oro e porpora, luce o tenebra creano una profondità senza il ricorso all'immagine riconoscibile o al dato naturalistico, come un crepuscolo cangiante, un esplodere di tonalità cupe tra squarci di luce dorata. La foglia d'oro diviene allora cifra di una trasfigurazione della realtà, dove nella trasfigurazione va letto non un superamento della realtà stessa ma un suo inveramento, un suo epifanico rivelarsi, paradossalmente, nelle forme naturalisticamente poco plausibili della saturazione, della sovrapposizione e dello slittamento delle forme; vera e propria cartina al tornasole del senso estetico della realtà, rivelatore del bello nella e non oltre la realtà.
Roberto Limonta

inaugurazione 23 febbraio ore 11,fino al 9 marzo 2003

Centro Culturale 'Sergio Valmaggi'
20099 Sesto S.Giovanni (Milano)-via Dei Partigiani 84-tel. 02/2428775

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