Money Transfer. L'artista ha creato delle carte di credito la cui matrice digitale viene distrutta dopo l'emissione e la stampa su plastica ingrandita 9 volte. L'idea di Syxty sottende alla possibilita' di creare dei veri e propri 'ritratti' in forma di identita' digitali personalizzate e non riproducibili.
Syxty inizia nella seconda metà degli anni ‘70 come performer nelle gallerie d’arte e negli spazi underground, collaborando con artisti, designer, architetti e musicisti di quel periodo. Il suo è un percorso fortemente segnato dall’arte concettuale e comportamentale di quegli anni, e da una decisa fascinazione (iniziata negli anni del Liceo in quel di Ivrea) per il lavoro di Marcel Duchamp, soprattutto per l’opera La Mariée mise à nu par ses célibataires, même (La Sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche)
Negli anni ’80 il suo percorso si sposta progressivamente verso il teatro, che lui stesso indica come un’arte comportamentale con infinite derive e declinazioni legate allo scambio delle identità, e al situazionismo narrativo.
Da allora il suo percorso si formalizza nella professione di regista, prima di teatro poi di cinema e televisione, con frequenti contaminazioni in altri ambiti della comunicazione, dalla video installazione alla convention, fino a definirsi in alcuni casi come un regista di spazi e di comportamenti.
Le prime carte di credito compaiono in forma di proiezioni in un suo spettacolo-comportamentale dal titolo Do You Love Me? del 2007 su testi di R.D.Laing. In seguito Syxty ha perseguito e sviluppato il suo lavoro sulle carte di credito fino ad arrivare a una prima formalizzazione in cui mission della carta, numerologia e immagine propongono un’alchimia fra identità, traccia emotiva e contesto sociale, con la consapevolezza di una progressiva sparizione della realtà attraverso l’interpolazione di ruoli e scopi.
A differenza delle carte di credito reali le carte di Syxty non sono seriali, ma pezzi unici la cui matrice digitale viene distrutta dopo l’emissione e la stampa su plastica ingrandita 9 volte. L’idea di Syxty sottende alla possibilità di creare dei veri e propri ‘ritratti’ in forma di identità digitali personalizzate e non riproducibili.
“…Guardando bene queste opere si scopre ben altro. Per esempio una forma di straniamento anomala, radicalmente diversa da quella di matrice post-concettuale oggi così in voga. Con ciò non intendo dire che Syxty sia avulso da quella sorta di tradizione interna alle avanguardie che ha in Duchamp il suo patriarca e nei Concettuali gli ultimi epigoni degni di nota: penso semmai che sia un apostata, che coltivi una sua occulta eresia di tipo metafisico, in un’accezione stentatamente decifrabile del termine”... Roberto Borghi – critico
“…Il progetto di Antonio Syxty nell'ingrandire ipotetiche carte con funzioni diverse, scopre a volte un terreno socio culturale che non era stato messo in evidenza…”
Horatio Goni – artista e gallerista
“…Nulla vieta ad Antonio Syxty di immaginare che le carte di credito possano diventare ancora di più, moltiplicarsi fino a coincidere con la moltitudine dei compratori-utilizzatori, ciascuna adatta a raffigurare una specifica personalità, a sintetizzare abitudini e voglie particolari, bisogni, ossessioni e vizi personali…”
Pierangelo Dacrema – Professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari
“…Il suo è un grande gioco dell’economia: ha ingrandito per nove volte la carta di credito e ne ha create di nuove. Sono le carte di credito che stanno nel cassetto dei sogni. Forse la più attuale è la Shareholder Card che reca l’immagine di un filone di pane. Compreremo il pane con la carta di credito? Chissà? Ma ce la faremo poi a rimborsare il nostro debito?...”
Angela Madesani - critico
Antonio Syxty è nato a Buenos Aires. Vive e lavora a Milano.
Durante gli anni del liceo ha scritto un saggio sulle scritture visuali e d’avanguardia in Italia dal 1940 al 1974. Dopo aver frequentato corsi di Art and Drama negli USA nel 1975/76 ha iniziato a realizzare numerose performance a Milano e in tutta Italia in varie gallerie e spazi culturali dal 1977 al 1984. Nel 1978 ha inventato OH-ART! una movimento artistico autobiografico con un Fan Club dedicato alla sua persona e alle sue azioni artistiche. Negli anni successivi è passato dalla art-performance al teatro svolgendo una carriera di regista di teatro, cinema, televisione e radio con esperienze di video, editing e comunicazione. Come regista ha lavorato anche per RAI e Mediaset e per il teatro nei maggiori teatri e festival italiani. Attualmente è co-direttore artistico del Teatro Litta di Milano. E’ stato regista anche per pubblicità, filmati industriali, moda, concerti musicali , convention ed eventi particolari live.
Ha realizzato interventi di installazione, pittorici e di immagine per molti dei suoi spettacoli.
Inaugurazione martedì 17 gennaio 2012, alle ore 18.30
Antonio Colombo
via Solferino, 44 Milano
da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, il sabato dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso libero