Diligentia Artis. Fotografie e video di bambole trafitte da siringhe collocate in diversi angoli di Roma. Un invito a esercitare quella creativita' innata in ogni bambino ma inaridita da una quotidianita' standardizzata.
a cura di Cecilia Paolini
Foto di Marino Festuccia
Video di Sonia Monaco e Maurizio Loi
"Qual è il primo pensiero che abbiamo di fronte a delle bambole trafitte da siringhe? La maggior parte di noi ha pensieri negativi: è un inno alla tossicodipendenza, è un rimando alle messe nere… qualcuno non riuscirà a focalizzare un possibile significato, ma sarà indignato dalla parvenza macabra di tale visione. È paradossale che nell’era della comunicazione, in una società che dialoga attraverso le immagini, in cui la sostanza esistenziale deve comunque essere sottomessa alla piacevolezza della forma, non si sappia più interpretare proprio una comunicazione fatta di immagini! Le bambole che sono state messe in varie piazze di Roma non sono solo trafitte da siringhe, poiché quelle siringhe contengono colore che vistosamente gocciola giù sui vestiti bianchi, tutti uguali, che indossano. Il messaggio, a ben riflettere, è tutt’altro che negativo. È un inno a ritrovare il libero pensiero e il senso critico assopiti da una realtà che induce all’omologazione, un invito a esercitare quella creatività innata in ogni bambino ma che crescendo viene inaridita a favore di una quotidianità socialmente standardizzata.
Le bambole rappresentano il momento ludico dell’infanzia, tempo in cui massimamente l’individuo esercita la propria creatività attraverso il gioco; crescendo, la libera volontà di esprimere il proprio pensiero viene pian piano sedata a favore di comportamenti e riflessioni stereotipate, in linea con il pensiero di massa, che non è più “voce del popolo” ma “voce attribuita al popolo”. I vestiti bianchi che indossano rappresentano, appunto, l’omologazione a cui la nostra società ci ha sottoposti, la cattiva abitudine a un mondo in cui il singolo non ha più un’opinione né un’idea e comunque l’espressione individuale si perderebbe nel chiasso di un’inconcludente pubblicità massificata. I colori dentro le siringhe, invece, sono un accalorato appello alla creatività, a coltivare la coscienza umana fin da quando quella coscienza è ancora scevra da ogni tipo di inquinamento mediatico; è un invito a esercitare la propria immaginazione e trasmettere la pratica del libero pensiero a chi dovrà costituire il futuro del mondo. Per questo sul piede di ogni bambola è stato messo un messaggio, perché fosse chiaro che non c’è nulla di negativo o macabro: è solo un modo per dichiarare che qualcuno si sta svegliando dal torpore della vacua volgarità mediatica, dell’idiota pratica artistica che segue la moda del momento o gli sproloqui del critico prezzolato di turno, della cultura del niente e della cattiva informazione".
Inaugurazione 12 gennaio ore 19
Dodici Pose
via Casilina, 117 - Roma
Giovedi-domenica ore 19-24
Ingresso con tessera annuale (7 euro)