La Neometafisica. Una trentina di opere, tra dipinti, disegni e sculture, che mettono a confronto due grandi maestri del Novecento. L'artefice di questo incontro fu Carlo Bilotti, imprenditore e collezionista italoamericano che nel 1982, quattro anni dopo la morte di De Chirico, commissiono' a Warhol una serie di opere ispirate alla pittura metafisica di De Chirico.
La Galleria Frediano Farsetti espone a Firenze una trentina di opere, tra dipinti, disegni e sculture, che
mettono a confronto due grandi maestri del Novecento: Giorgio De Chirico ed Andy Warhol.
Un dialogo tra due mondi diversi
Giorgio De Chirico, nato il 10 luglio 1888 ed Andy Warhol, nato il 6 agosto 1928, si conobbero ad una serata
mondana a casa dell’ambasciatore italiano Vinci a New York nel 1974. Fu un ideale passaggio di consegne tra
la cultura europea, che affondava le sue radici nell’antichità greca e latina, e quella degli Stati Uniti, con il suo
nuovo bagaglio di eroi e personaggi.
L’artefice di questo incontro fu Carlo Bilotti, imprenditore e collezionista italoamericano che nel 1982, quattro
anni dopo la morte di De Chirico, commissionò a Warhol una serie di opere ispirate alla pittura metafisica di De
Chirico. Il progetto si concretizzò in una mostra intitolata “Warhol versus De Chirico”, allestita prima nella sala
degli Orazi e Curiazi in Campidoglio a Roma, dal 20 novembre 1982 al 31 gennaio 1983, poi alla Galerie
Kammer di Amburgo.
Lo stesso Bilotti prestò ad Andy Warhol alcuni quadri di De Chirico, per dargli la possibilità di studiarli dal
vero. Il mondo magico del pittore italiano, evocatore di un passato glorioso, lontano e distante, venne così
riletto dall’artista statunitense e confrontato con i miti consumistici del presente. La metafisica fu tradotta e
rinnovata dalla pop art, mantenendo intatte le stesse atmosfere rarefatte e silenziose, l’assenza di ogni pathos
umano, un forte senso di oggettività ed estraneità, accentuato dalla ripetizione, con poche varianti, degli stessi
soggetti.
Nel quadro Hector and Andromache (after De Chirico), del 1982, qui esposto, Warhol si appropriò dei
manichini, tanto cari al pittore italiano, e li moltiplicò per quattro, quasi fossero prodotti seriali, svuotati dal
loro carattere sacrale e trasformati in oggetti di consumo, come le bottigliette di Coca Cola o le scatolette di
zuppa Campbell.
Come ha scritto Achille Bonito Oliva: “In definitiva De Chirico e Warhol sono portatori di immagini che non
conoscono i battiti della storia, figlie della cultura del proprio tempo, eppure caratterizzate da una specifica
qualità, quella di proporsi come natura morta, capaci di vivere fuori dalle intemperie del tempo e della storia”.
In seguito il rapporto tra Warhol e De Chirico fu approfondito in altre occasioni, come ad esempio la mostra
Andy Warhol Art From Art, tenutasi a Colonia dal 29 aprile al 30 settembre 1994 e quella intitolata Andy
Warhol (After De Chirico), allestita dalla Waddington Gallery a Londra dal 14 ottobre al 14 novembre 1998.
La mostra di Farsetti a Firenze rappresenta un ulteriore approfondimento sulle tematiche della neo-metafisica e
nello stesso tempo vuole suggerire nuovi motivi di riflessione: in fondo lo stesso Andy Warhol è ormai uscito
dalla cronaca per entrare, a pieno titolo, nella storia dell’arte. La sua arte è diventata “classica” quasi quanto
quella di De Chirico e chissà che queste opere non possano stimolare altri “incontri” con gli artisti del XXI
secolo.
Immagine:Giorgio De Chirico, Ettore e Andromaca, 1971
Inaugurazione 14 gennaio
Galleria Frediano Farsetti
Lungarno Guicciardini 21/23 rosso Firenze
Orario: 10-13.30 14.30-19.30
Ingresso libero