Galleria Zamenhof
Milano
via Zamenhof, 11
02 83660823 FAX
WEB
Fabio Cuman
dal 13/1/2012 al 28/1/2012
dal mercoledi alla domenica, ore 15 - 19. Lun. e mart. chiuso

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Galleria Zamenhof




 
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13/1/2012

Fabio Cuman

Galleria Zamenhof, Milano

Legends of a lost wood. In questa antologica, a cura di Virgilio Patarini e Valentina Carrera, sono presentate oltre 100 opere - quadri, sculture e assemblaggi - realizzate dal 1999 alla fine del 2011.


comunicato stampa

a cura di Virgilio Patarini e Valentina Carrera

Si apre Mercoledì 11 Gennaio 2012 e s’inaugura Sabato 14 Gennaio, alle ore 18.00 presso la galleria Zamenhof di Milano, via Zamenhof 11, la mostra personale antologica di Fabio Cuman, a cura di Virgilio Patarini e Valentina Carrera.

Questa alla Zamenhof è la prima grande mostra antologica di Fabio Cuman. Vengono presentate oltre 100 opere (quadri, sculture e assemblaggi) realizzate dal 1999 alla fine del 2011 e collocate nelle varie sale della galleria Zamenhof, per un percorso espositivo di circa 300 mq.

NOTA CRITICA INTRODUTTIVA:Come Orfeo nella valle dell’Ade

La forza dirompente che soggiace alla pittura e alla scultura di Fabio Cuman scaturisce e si alimenta dall’incontro-scontro di forze ancestrali e antitetiche: il Caos (la Materia informe, l’Inconscio) e un principio ordinatore che potremmo definire “cosmogonico”, ossia che tende a mettere ordine nel disordine e a trasformare il “Caos” in “Cosmo” (la Ragione, la Forma). Il “Pathos” contrapposto al “Logos”, per dirla con gli antichi greci. La personalissima, suggestiva e a tratti insondabile mitologia cumaniana da sempre trae linfa vitale da tale conflittuale e fecondo rapporto dialettico. Ieri come oggi. Anche se gli equilibri, periodo dopo periodo, mutano, e di volta in volta sembra prevalere la Forma o la Materia informe. Da anni, quotidianamente il giovane artista combatte contro i suoi demoni. E il campo di battaglia è la tela o spazio occupato dalla scultura e le armi che egli utilizza...O forse no. Forse la metafora è fuorviante. Forse non si tratta di una battaglia, ma piuttosto di una incantagione. In una battaglia lo scopo è l’annientamento, la sconfitta dell’avversario.

In un incantesimo invece ci si prefigge di “ammaliarlo”, catturarlo nelle reti del rito magico per soggiogarlo e piegarlo ai propri voleri: “domarlo”, magari solo per un breve tempo. Per questo le opere di Fabio Cuman ci appaiono così oscuramente evocative: perchè l’azione catartica della sua pittura e scultura non ha sconfitto le forze primigenie dell’Inconscio (paure, emozioni irrazionali, sogni, pulsioni profonde, deliri), ma ha ingaggiato con queste una specie di mistico e sensuale “corpo a corpo”: una sorta di danza sciamanica capace di tenerle, almeno per un poco (e forse solo in parte), sotto controllo. Il Mito serve a questo. Anche a questo. Raccontare delle storie serve anche a questo. Come Orfeo che cantando incanta gli Dei gli Inferi. Egli non li uccide: li commuove. La sua arte riesce per qualche istante a sospendere il tempo, ad aprire uno spiraglio nel consueto e ineluttabile volgere degli eventi. E salva dalla ferocia dell’oblio ciò che ama.Virgilio Patarini

Inaugurazione 14 gennaio ore 18

Galleria Zamenhof
via Zamenhof, 11 - Milano
Dal mercoledi alla domenica, ore 15 - 19. Lun. e mart. chiuso
Ingresso libero

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