Ceramiche. Esposte le opere create dall'artista negli anni che lo videro avvicinarsi al Liberty e alla Secessione Viennese, con un focus sulla produzione ispirata dalla tecnica della scomposizione ottica dei colori.
Com'è nella consuetudine delle mostre polesane, in concomitanza con la
mostra di dipinti a Palazzo Roverella, il medesimo tema viene indagato sul
versante delle arti applicate nella palladiana Villa Badoer.
Così, in concomitanza con "Il Divisionismo. La luce del moderno" allestita
a Rovigo, in Palazzo Roverella, dal 25 febbraio al 24 giugno 2012 , a
Villa Badoer saranno in mostra le ceramiche di Galileo Chini.
Nella mostra convergeranno, concessi da collezionisti italiani e
stranieri, e dalle collezioni delle Manifatture Chini, le più belle
ceramiche create dall'artista toscano negli anni che lo videro avvicinarsi
al Liberty e alla Secessione Viennese, con un focus proprio sulla
importante produzione ispirata dalla tecnica della scomposizione ottica
dei colori, quindi del Divisionismo.
Gradi pannelli, piccole e meno piccole ceramiche da decoro e da utilizzo
domestico riempiranno di vita e colori i rarefatti spazi della
cinquecentesca dimora ideata da Andrea Palladio per i patrizi Badoer, in
una ambientazione di grande suggestione.
L'affinità di Chini con la ceramica è assoluta, data anche la sua
provenienza da una famiglia di finissimi ceramisti.
Sul finire dell'Ottocento decide di creare, con amici artisti una nuova
manifattura di ceramiche secondo i principi dell'Art Nouveau: trasformare
gli artisti in artigiani e questi ultimi in artisti. Simbolo della
manifattura sarà una melagrana, a coagulare la creatività di tanti in un
ambiente colorato e fecondo.
Si presenta, con successo, con i suoi vasi e le sue creazioni, alle mostre
di Londra del 1898 e di Parigi (1900), Torino (1902).
Ovunque il gruppo fiorentino ottiene importanti riconoscimenti, ribaditi
nella mostra di San Pietroburgo voluta dalla Zarina Alessandra. Per le
Ceramiche di Chini si apre un mercato internazionale, tanto che le si
trova in vendita persino da Tiffany a New York.
Nel frattempo Chini collabora con l'architetto Michelazzi per la
decorazione di facciate e interni liberty a Firenze mentre è del 1909 la
realizzazione dei cartoni per la cupola della sede della Biennale a
Venezia.
Nell'11 si cimenta con le decorazioni della Sala del Trono per lo Scià di
Persia, per passare poi a Bangkok per la sua maggiore impresa decorativa:
il Palazzo del Re del Siam, che fu un trionfo.
Le sue sono ceramiche scintillanti, che ricordano le sete e le arti
decorative orientali, senza dimenticare l'arte classica. Così a pavoni,
salamandre, rettili si uniscono putti, ghirlande, motivi floreali ma anche
disegni astrali e fregi tratti dall'iconografia, amatissima, del Siam.
Antico e nuovo, occidente classico e oriente esotico, fusi insieme con un
gusto ineguagliabile. Si capisce perché le ceramiche di Chini siano state
sempre così apprezzate, soprattutto dagli intellettuali e dagli esteti,
come Luchino Visconti che di Chini è stato collezionista tra i maggiori.
Per informazioni: tel. 0425.21530, www.mostradivisionismo.it
Inaugurazione 24 febbraio
Villa Badoer
via T. Tasso, 3 Fratta Polesine (Ro)
Feriali e festivi: 10.00-13.00; 14.00-19.00. Chiuso i lunedì non festivi
Biglietti: intero euro 5; ridotto euro 3; visita guidata a gruppi euro 60