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18/1/2012

Salvatore Plastina

Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro, Roma

Salvatore Plastina è un giovane professore di Disegno e Storia dell’Arte proveniente dagli studi accademici che gli hanno consentito la formazione di solide basi culturali, dove convergono tendenze simboliste, stagnazioni astrattiste (Kandinsky) e informali (Pollock), nonché la percezione originale di tematiche intessute di motivi religiosi, cosmici, animistici. La sua visione estetica sembra tener dietro al superamento della sintesi dei due termini di una condizione eterna dell’esistenza e dell’attività umana: spirito e materia, ragione e sentimento, astrazione razionale e immediatezza sensoriale; condizione che in fase esecutiva delle sue opere si risolve in un procedimento che spoglia la forma di ogni traccia di rappresentazione, o di narrazione, riducendola alla qualità primaria del segno posto come valore assoluto e non come riferimento a una realtà esterna. I segni, tuttavia, tendono a raggrupparsi, a comunicare, a interagire, come si può vedere nella configurazione delle linee rette e curve dell’iconografia ricorrente dell’artista che attraversano i piani di colori vibranti giustapposti a décollage di lacerti stampati, a lettere di un improbabile alfabeto esperanto, dando vita a un dinamismo endogeno che, se da una parte rende visibile il processo di autonomizzazione dell’opera d’arte e di liberazione da ogni residuo di oggettualità in tutte le sue componenti, dall’altra, mostra il lavoro di destrutturazione e di frantumazione della realtà esterna per riorganizzarla in immagini pittoriche che si pongono come qualità pure. Osservando la successione delle singole composizioni, si ha l’impressione di una progressiva presa di coscienza del dominio del mezzo espressivo che l’artista dimostra non in un arricchimento, o un approfondimento delle immagini, ma piuttosto in un affinamento della percezione istantanea che porta alla produzione di zonature cromatiche sempre più accese e rappresentative di tensioni direzionali che regolano l’armonia di ciascun quadro.

Certamente anche nelle opere del Plastina, come in quelle di ogni artista, sono molteplici le influenze e le citazioni che eviteremo di citare, convinti che ogni opera d’arte che viene in essere vive delle sue risorse interne e di esse sole risponde per assolversi dai prestiti, i quali, tuttavia, in uno studio più dettagliato possono essere individuati e analizzati. Qui conviene evidenziare gli elementi originali delle sue opere legati alla sopravvivenza nell’artista di una memoria immemoriale che affonda nella cultura della sua terra d’origine, la Calabria; elementi cromatici e compositivi precipitati nell’ignoto nel quale ogni artista si avventura in fase di creazione, libero da insegnamenti, da esperienze e da stimoli imitativi e che nelle sue tele possono fornire una lettura in controluce, risvegliando la percezione di un tessuto retrostante riconducibile addirittura all’iconografia bizantina.

Terminiamo queste brevi note descrittive, soffermandoci sulle qualità di ordine – libero da condizionamenti gerarchici – e di esattezza che emergono da tutte le opere in esposizione e da ogni loro componente, qualità che sono imprescindibili per qualsiasi forma di seria ricerca estetica moderna e che garantiscono la consequenzialità di ciò che egli non può prevedere, cioè, la forma finale delle varie opere. Queste qualità si rivelano decisive per ben sperare sul futuro del pittore calabrese che da questa prova esce con un bilancio, credo, estremamente positivo.

Inaugurazione 19 gennaio ore 18.30

San Salvatore in Lauro
piazza San Salvatore in Lauro, 15 - Roma
Orario: lun-ven 10-13.30
Ingresso libero

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