In mostra la video-animazione Zone e una serie di cancellature Senza Titolo. Ciceri indaga l'individuo, la sua carica espressiva e gestualita', che nel contesto di grandi aggregazioni di persone palesano le dinamiche di appartenenza al gruppo.
a cura di Francesca Guerisoli
“Zone” presenta due lavori inediti di Emma Ciceri: la video-animazione Zone e una serie di cancellature
Senza Titolo.
La ricerca dell'artista muove dall'indagine della soggettività all'interno della moltitudine. Attraverso l'azione
della cancellatura, Emma Ciceri attua una rigorosa sintesi oggettuale, omettendo dalla narrazione visiva tutto
ciò che ritiene superfluo. La selezione di un unico elemento, o di singoli elementi tipologicamente analoghi,
immersi nel vuoto spaziale, fisico e relazionale determinato dalla cancellatura ne rafforza l'indispensabilità.
Il territorio oggetto della ricerca di Emma Ciceri è quello della “moltitudine come un insieme, come una
molteplicità di soggettività, o meglio di singolarità”, di soggetti che parlano per conto proprio (Antonio
Negri). Non dunque un gruppo come unità, bensì come molteplicità singolare che agisce e si autodetermina.
Aggirandosi tra le grandi aggregazioni di persone – presidi, manifestazioni, concerti, raduni, ecc. –, l'artista
estrae identità singolari. Si tratta di eventi che determinano un preciso codice comportamentale, dove i
partecipanti danno vita a monumenti cangianti, temporanei, aniconici, individuali. Ciceri indaga lentamente
l'individuo e la sua carica espressiva, gestualità, dettagli fisici, espressioni, tensioni, interiorità che si palesano
in alcuni istanti, atteggiamenti psicologici, posturali. Allo stesso tempo, tali micro-eventi dell'individuo palesano
le dinamiche dell'appartenenza al gruppo e all'evento in generale, in una costante dialettica tra soggettività
e moltitudine, in cui emergono situazioni di estraniamento dalla relazione, dove il contesto viene subìto e
l'individuo si allontana dalla condivisione, dalla relazione positiva e partecipativa con la folla. L'artista coglie
l'ambivalenza della partecipazione del singolo alla moltitudine, le dinamiche di una relazione instabile, precaria.
Nelle serie delle cancellature su carta e nelle video-animazioni Emma Ciceri seleziona fotografie da riviste
appartenenti a tempi, spazi e luoghi diversi. Con queste immagini l'artista cerca una relazione, anche fisica,
nell'impossibilità di trovarla nella realtà. Attraverso l'azione della cancellatura, Ciceri attua una sintesi
oggettuale, una negazione dell'abbondanza visiva, omettendo dalla narrazione tutto ciò che ritiene superfluo.
Zone (2011) consiste in una video-animazione: l'artista, avvalendosi di una telecamera fissa, riprende per
quattro ore e mezza l'immagine alla quale impartirà le cancellature. In fase di montaggio, Ciceri estrae e
collega le singole parti in cui avvengono le cancellature, restituendo un tempo fluido all'immagine filmica
ricreata. Il variare della luce naturale porta nel lavoro il concetto di tempo in contrasto con l'immagine fissa
dell'immagine selezionata: l'istante della fotografia rivive un tempo fluido con cui entra in contatto per mezzo
della ripresa video, ovvero con il tempo vissuto dall'artista. Ponendo l'immagine “alla luce del suo tempo”,
Ciceri rivive la relazione di una folla da lei non vissuta, di una situazione e una relazione sociale e politica
impossibile perché di altri tempi.
In Zone la folla fotografata assiste ad un comizio di Enrico Berlinguer. Ma il politico icona di un tempo e di
un'ideologia tramontata e nostalgica non è il centro del lavoro. L'artista infatti crea il vuoto attorno ad una
persona tra la folla, portatrice di una bandiera. Una persona comune resa personaggio, dotato di una forza
iconica che il vuoto determina alla sua presenza. Ciceri trasla dunque la forza dell'icona dal personaggio
(Berlinguer) alla persona comune (portatore di bandiera).
Se nelle video-animazioni si assiste al processo di cancellazione, nella serie Senza Titolo (2011) si osserva
esclusivamente l'oggetto finale: un ritaglio di carta, compreso tra due vetri, che reca ciò che risulta in seguito
alle cancellature. La dimensione pittorica ottenuta attraverso le cancellature, dove emergono insieme
al soggetto in evidenza elementi sfumati e aree interamente cancellate, sono parte costituente del lavoro
le variazioni materiche e la consistenza del supporto cartaceo. L'osservatore si pone in relazione con ciò
che rimane dell'immagine e con le sue tracce, e quasi come in una forma solo parzialmente visibile,
ricostruendo il contesto attraverso il proprio vissuto.
Emma Ciceri (1983, Bergamo)
Diplomata all'Accademia Carrara di Bergamo e all'Accademia di Brera a Milano, nel corso degli studi ha vinto
il primo premio alla Biennale di arte visiva “Pellizza da Volpedo” (2005), il secondo premio ad “Arte Impresa”,
Bergamo (2004) e ha ricevuto una borsa di studio per la ricerca artistica della Banca San Paolo di Bergamo
(2005).
Tra le mostre personali si ricordano In ordinario moto, ARS, Bergamo (2010), Feel, Museo dell'Accademia
Carrara di Bergamo (2006) e Diamoci da fare, Galleria Placentia Arte, Piacenza (2006). Ha partecipato
a mostre collettive in Italia e all'estero tra cui, nel 2011, Dimore nel numero, Carpe Diem, Lisbona,
Giorni felici, Associazione Casa Testori, Novate Milanese; Again and Again, Galleria La Veronica, Modica
e La Giovine Italia, Fotografia Europea, Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia. Nel 2010 ha partecipato,
tra le altre, alle mostre Il raccolto d’autunno continua ad essere abbondante, Careof Viafarini, Milano
e C’è Ancora La Nebbia?, ALT, Alzano Lombardo, Bergamo.
E ancora Moulhouse 007, Moulhouse (2007), Soundtracks, Fabbrica del Vapore, Milano (2005), Onufri, Galleria
d’Arte Moderna e Contemporanea, Tirana (2003).
Inaugurazione: sabato 21 gennaio 2011, dalle h 18.00
Chan Contemporary Art Association
via Sant’Agnese 19r, 16124 Genova
orari: da mercoledì a sabato, 16.00 – 19.30, altri orari su appuntamento
Ingresso libero