'Beatrice e' una stronza' non e' solo il titolo della mostra, ma accompagna anche l'installazione cardine di un percorso a due che e' stato intrapreso per sviscerare la vera natura della donna.
Nulla e' immortale, nulla e' immorale
Femminilità. Un gesto che destabilizza e mette in crisi l’equilibrio del quotidiano. Il linguaggio non si basa più solamente sulla simbologia estetica ma attinge alla sfera ancestrale. Beatrice è una stronza non è solo il titolo di questa mostra, ma accompagna anche l’installazione cardine di un percorso a due che è stato intrapreso per sviscerare la vera natura della donna. Nel corso di questi anni ci siamo lasciati influenzare dall’anamorfosi: ci siamo abituati ad osservare ciò che ci si presenta dinnanzi, da una posizione decentrata.
Ora è giunto il momento di scegliere un punto di vista frontale. Realistico. Concreto. Nessuna paura, nessuna finzione. Nascita. Crescita. Morte. Una donna è tutto questo e molto di più. La Beatrice descritta da Dante nella Divina Commedia, è un modello di donna che non è mai esistita. Bendarsi gli occhi per rendere sacra ogni cosa che si tocca. Giusto.Sbagliato. La verità è che nascere è doloroso, così come portare alla vita. Nulla è lasciato al caso. Nulla è perfetto. Lirico. Si tratta di un soliloquio. La donna si trova a dialogare con se stessa, consapevole del fatto di non potersi rivolgere all’esterno. Irriverente è il pudore celato da una sensualità in continua evoluzione.Un’evoluzione alle origini. Maternità inconfessabile. Spirituale e pungente. La bellezza è una condanna, impedisce di andare oltre. Catalizza gli sguardi all’involucro esterno, ma che succede se l’involucro cambia forma?
Annalisa Venturini e Silvia Berton sono due artiste. La prima creatrice di bambole, mantovana,è stata una delle prime iperrealiste italiane a ricevere riconoscimenti all’estero. Forte di una tensione emotiva che scaturisce dal bisogno di rinascita, accetta la sfida di un cambiamento drastico in favore di una destrutturazione interiore, che si rifletterà anche nelle sue opere. Protagonista di numerose esposizioni nel corso degli anni, è stata ospite a New York, Chicago, Parigi, Mosca e San Pietroburgo. La seconda, fotografa, veneta e terribilmente irrequieta. Indaga, vuole scoprire e scoprirsi: un occhio dissacrante che alza il velo platonico e sa riconoscere il bello in ciò che è reale. Vancouver, Nizza, Brescia,Mantova e ora, Milano. Silvia non ha intenzione di fermare la sua inchiesta tutta al femminile.
Inaugurazione giovedì 26 gennaio ore 21
Atelier ABC Mannequins
corso Como, 5 Milano
Ingresso libero