Alice Andreoli
Paola Angelini
Tania Brassesco
Lazlo Passi Norberto
Fabrizio Carotti
Michela Del Degan
Simone Fazio
Lucia Lamberti
Erika Latini
Arianna Lerussi
Alessandra Maio
Giulia Neri
Valentina Perazzini
Elena Redaelli
Giorgia Valmorri
Betty Zanelli
Maria Letizia Tega
Simona Gavioli
Un gruppo di artisti italiani si confronta con due temi complessi ed attuali: la sensibilita' ecologica di massa e le teorie della decrescita.
a cura di Maria Letizia Tega
Direzione scientifica di Simona Gavioli
Alice Andreoli, Paola Angelini, Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto,
Fabrizio Carotti, Michela Del Degan, Simone Fazio, Lucia Lamberti, Erika Latini,
Arianna Lerussi, Alessandra Maio, Giulia Neri, Valentina Perazzini, Elena Redaelli,
Giorgia Valmorri, Betty Zanelli
Sabato 28 Gennaio 2012 ore 17 si inaugura la mostra ECOanimali a cura di Maria Letizia Tega con la direzione scientifica di Simona Gavioli presso UN1CO – idee in cantiere Via Baruzzi 1/2 Bologna.
Una storia onnipresente: gli écololo abbondano, prosperano, si riproducono come conigli in un ecosistema favorevole. Sono adorabili, ideali per qualsiasi stagione. Sono così beneducati, benintenzionati, così retti. Sono quasi come i mimi. Sono buoni, comprensivi. Incapaci di ammazzare una mosca. Anzi: se ti vedessero schiacciarne una, di sicuro ti spaccherebbero la testa.
Martin Caparròs
L'affermarsi di una sensibilità ecologica di massa è stato uno dei tratti distintivi e una delle novità più rilevanti delle mobilitazioni sociali confluite nel movimento altermondialista. Essa rappresenta ancora uno degli ingredienti fondamentali delle molte analisi sugli aspetti più critici della globalizzazione. È in questo filone che si inserisce la teoria della decrescita, oggi molto popolare fra quanti sostengono la necessità di un generale riequilibrio dei processi produttivi e commerciali nell'ottica di uno stile di vita e di consumo più equo ed ecologicamente sostenibile.
Lo sviluppo sostenibile però appare come una contraddizione in termini: senza scomodare Malthus possiamo semplicemente ricordare ciò su cui Latouche ha lavorato per anni, la sostenibilità altro non è che un ossimoro poiché lo sviluppo non è né sostenibile né durevole e dunque applicabile ad un modello economico destinato a durare nel tempo, i veri pignoli noterebbero che, per di più, il concetto stesso di sviluppo porta in sé il significato di crescita auto-sostenuta.
L'ecologismo e le teorie della decrescita però, pur ponendo questioni di primaria importanza, non sono affatto sufficienti per indirizzare il cambiamento sociale, dal momento che si prestano a letture divergenti e in ogni caso parziali: originano un'ideologia e delle pratiche (boicottaggi, commercio alternativo ecc.) che, per quanto utili ed etiche, esercitano un'influenza del tutto marginale sugli equilibri profondi del sistema economico, al punto che simili pratiche e ideologie, se egemoniche in una prospettiva antisistema, finiranno per renderla del tutto innocua rispetto agli interessi organizzati del grande capitale, principale responsabile della crisi che il nostro modello di produzione e di sviluppo sta oggi attraversando.
Sostenibilità economica, sociale, ambientale e istituzionale.
Alzi la mano chi non ha mai sentito questi termini usati a sproposito, decontestualizzati e svuotati del loro reale significato, aggettivi vaghi e vacui, scelti per imbottire di nulla i discorsi di finti intellettuali, politicanti e auto-proclamati esperti.
C’è chi confonde la biodiversità con la biosfera e persino chi crede che la permacultura sia un innovativo modo di gestire degli eventi culturali.
Impatto zero, eco-bio, equosolidale e chilometro zero sono spesso solo accessori perfetti da abbinare al ciondolo di ametista grezza o alla crema al burro di karitè del Ghana. I seguaci di questo nuovo trend sono riusciti a trovare il modo più modaiolo e acclamato di essere conservatori: signore e signori ecco a voi Sua Maestà l’Ecologia!
Il modo più attuale e politicamente corretto di essere conservatori. Il conservatorismo cool, il conservatorismo progressista, il conservatorismo con un tocco moderno. Si, è proprio meraviglioso sentire di fare qualcosa per il mondo, difenderlo dai cattivi e restituirlo ai buoni riducendo i cambiamenti al minimo così che tutto possa restare tale e quale. Fantastico perseguire tutti la stessa causa talmente nobile che è inattaccabile e indiscutibile, così democratica che può essere seguita da me, dalla povera donna araba e dal Presidente della Repubblica. Tutta questa smania è molto sensata, ma non basta a qualificare una causa come nobile. Nessuno mette in dubbio che dobbiamo diventare meno aggressivi nei confronti del pianeta. Il mondo è per l’uomo, e non è bene spremerlo fino all’ultima goccia. Ma di questo si tratta: di buon senso, di una banalità, di una considerazione da tenere presente. Diventare un discepolo dell’ecologia e fare di questo la propria preoccupazione principale, è un altro paio di maniche. Ci vogliono convincere che non c’è nulla di più pericoloso del cambiamento, che quello che abbiamo è il meglio, e che siamo sempre sul punto di perderlo se non lo conserviamo. Ma non è così. Dovremmo innanzitutto chiederci a chi fanno comodo queste teorie e quale ruolo abbia davvero il nostro contributo alla causa.
Rispetto pare essere la parola chiave, un’ovvietà certo, una questione di buonsenso. Buonsenso che non ci accompagna quando si tratta di fare il tifo per l’ecosistema più complesso e fondamentale della nostra esistenza: il corpo. Il corpo umano, l’armonia perfetta tra bene e male in cui i batteri convivono con gli organi vitali e anzi, se vengono alterati sconvolgono il delicato equilibrio su cui si poggia la nostra vita. Un ecosistema dimenticato, curato nell’estetica fino al parossismo, ma abbandonato a se stesso, privato del suo elemento significante, imbavagliato senza poter essere ascoltato. Un corpo autonomo e indifferente alla nostra volontà poiché vive nella natura e coabita con i suoi simili e con gli altri animali rispettandoli e imparando da loro: un processo talmente naturale e spontaneo da essere muto, ciclico e imprescindibile.
E l’uomo, piccolo animale senza coda non può che osservare il fenomenale e immenso universo che lo circonda. Come orientarsi? E come dialogare? Grazie agli ECOanimali, nuovi ibridi che conoscono le inquietudini umane e sanno rispondere con le loro opere. Ciottoli di un’unica strada che porta alla nostra verità. Una strada tortuosa ma non asfaltata ovviamente, e chi li sente gli écololos altrimenti?!
Funambolismo e costanza, movimento e staticità, moda e società, stereotipi e soggetti borderline si scontrano, incontrano e integrano come tesi, antitesi e sintesi di una società caleidoscopica. In cui giusto e sbagliato, buono e cattivo sono separati da una sottile linea di confine talmente flebile da fondersi gli uni con gli altri in un continuo viaggio di contaminazione e salvaguardia.
Tele, colori, materia, inchiostro, legno, stoffe e sabbia si fanno così interpreti in un dialogo incessante tra uomo e natura.
MARIA LETIZIA TEGA
Opening 28 Gennaio 2012 ore 17
Un1co
Via Baruzzi 1/2, Bologna
Orario: mar-sab 10-13 16-19.30
Ingresso libero