Tessere in grande, tessere tutto. Arazzi da appendere a muro, creati con rifiuti di plastica; senza disegni progettati sulla carta, l'artista sfrutta i segni tracciati dai gesti corporei del tessere con un telaio.
Nella sua lunga carriera, Luciano Ghersi ha tessuto di tutto: lana, seta, canapa, oro, ferri vecchi, antiche pagine, filo spinato. Oltre al corpo e alla macchina, che resta sempre un telaio a mano, pure la materia prima ha la sua parte nei segni della tessitura.
Ormai e' una moda, ma lui ricicla i rifiuti di plastica da quasi 20 anni ed oggi e' preoccupato per la prossima estinzione del polietilene.
Le opere presentate a Roma sono sostanzialmente arazzi da appendere a muro e hanno dimensioni varie, dai 12 cm a 3 metri ed oltre.
Questi mini e maxi arazzi sono realizzati soprattutto con materiali di recupero: carta di libri antichi, stoffe pregiate e campionari di alta moda, imballaggi di plastica, reti da pesca, calzerotti di lana, cravatte e ferri vecchi.
Prima di entrare nella tessitura, le pagine di libro, le stoffe e le plastiche sono sezionate per ridurle in strisce, secondo un processo molto popolare nelle arti tessili tradizionali. Reti da pesca, cravatte e ferri vecchi possono invece essere tessuti direttamente.
Luciano Ghersi, che subito dopo la laurea in Filosofia ottenuta nel 1976 ha sempre fatto il tessitore a mano, ci tiene moltissimo a dichiararsi artigiano ma ha fatto varie mostre in vere gallerie. Così lo presento' Bruno Munari, nel 1981: "Guardando uno di questi tessuti appeso al muro si puo' ripercorrere l'operazione del tessere e capire lo stato d'animo e il pensiero del tessitore. Cosa volete di piu' da un tessuto?"
Ghersi infatti non fa, ne' ricopia disegni progettati sulla carta; si appaga dei segni tracciati dai gesti corporei del tessere con un telaio: telai occidentali, orientali, africani, che ha incontrato in giro per il mondo. Dice che "Ciascun telaio puo' offrire segni diversi, come diverse amanti possano dare diversi piaceri, se ci si accosta senza schemi e preconcetti. Cosi' il tessitore insieme col telaio da' vita a una 'macchina desiderante'.
E' un fatto ancestrale, risale alle origini di qualsiasi cultura...e questo puo' spiegare il misterioso fascino della tessitura.
Inaugurazione giovedì 9 febbraio ore 17
St.Stephen's Cultural Center Foundation
via Aventina 7, Roma
Su appuntamento: contattare Agnès Martin ssccf@ststephens-rome.com o 3392019315