Sabinalbano Modart Gallery
Napoli
vico del Vasto a Chiaja, 52
081 421716 FAX 081 421716
WEB
Metro Art
dal 9/2/2012 al 28/2/2012
dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20

Segnalato da

Victoriano Papa



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Metro Art



 
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9/2/2012

Metro Art

Sabinalbano Modart Gallery, Napoli

Death & Hell. Il collettivo partenopeo adotta una sintassi dell'immagine sperimentale e sui generis, per ri-raccontare a suo modo tendenze sociali, icone della musica e, in particolare, del rock.


comunicato stampa

Venerdì 10.2.2012 alle 19:30 si inaugura "DEATH & HELL" di METRO ART, la prima esposizione del nuovo anno presso la "SABINALBANO Modart Gallery" (vico Vasto a Chiaja n. 52/53, Napoli. Info: 081/421716, sabinalbano@yahoo.it), in mostra sino al 29.2.2012 tutti i giorni, eccetto i festivi, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 20:00. Ingresso gratuito.

Un binomio forte, "Morte e Inferno", è il titolo della nuova personale di METRO ART, che apre il ciclo di mostre del 2012 negli spazi dell'elegante e minimalista gallery di Sabina Albano, sempre attenta a cogliere i trend recenti e le più originali espressioni dell'arte e della comunicazione metropolitane. Un binomio, si diceva, che è un piccolo manifesto dei contenuti e degli intenti del progetto di Metro Art, creativo partenopeo, che adotta una sintassi dell'immagine sperimentale e sui generis, per ri-raccontare a suo modo tendenze sociali e icone della tv, dello sport, del cinema, ma soprattutto della musica e, in particolare, del rock, di quel rock che, dagli anni '60 in poi, ha celebrato e innalzato a veri e propri miti una serie di artisti e, per paradosso, ne ha segnato anche il dissidio interiore e spesso la fine.

Il corpus allestitivo, eterogeneo per tecniche, formati e supporti, si compone di circa 20 lavori su carta e cartone, esposti a parete, più una serie di gadget, come sottobicchieri, segnalibri et similia, ovviamente personalizzati dall'autore. Il tutto contraddistinto da una particolare scelta dei materiali e dei supporti, veri protagonisti di queste creazioni: biglietti dell'autobus, schede telefoniche, involucri di medicinali e pacchetti di sigarette, paginoni dei giornali e delle offerte dei supermarket, flyer di locali ed eventi, cannucce, nastro adesivo, pezzi di fogli di quaderno, all'insegna di una volontà di riciclo, non solo di matrice per così dire 'ecologica', ma di scomposizione, riedizione e ridefinizione delle funzioni, del contesto e, quindi, del valore dei materiali stessi. In una sorta di ottica 'dadaista', infatti, Metro Art reagisce all'overdose di parole, segni, loghi e marchi cui quotidianamente il singolo è sottoposto con una destrutturazione di questa 'babele' di simboli e parole.

L'informazione, nell'accezione più ampia del termine, e il logos subiscono un processo di decostruzione e, con un linguaggio new pop (in cui è ospitato l'acquerello accanto al collage ‒ predominante ‒ al pennarello, alla penna, al gessetto, allo smalto, all'acrilico), vengono provocatoriamente riedificati grazie a una riconversione e ricontestualizzazione nell'immagine e attraverso l'immagine, sino al ricorso alla pregnanza indiscutibile dell'icona vera e propria. È così che paginoni di quotidiani e pubblicità di prodotti dei supermercati perdono la loro veste abituale mediante collage e sovrapposizioni di immagini altre in una sorta di desacralizzazione e deritualizzazione con accostamenti inediti e talvolta irriverenti e con un tratto spesso elettrico, convulso, mai del tutto disteso, a testimonianza del conflitto interiore dell'artista, e di un'opposizione alla cultura del consumismo e all'abuso e all'ipertrofia comunicativa. Foto di politici e titoli di cronaca si confondono con personaggi dello sport e dello spettacolo, ma soprattutto con miti del rock: da Morrison a Mercury, da Janis Joplin a Frank Zappa, sino a Hendrix, ai Beatles, ai Sex Pistols, ai Led Zeppelin, ai Rolling Stones e a Madonna.

Leggende della musica e, nella maggior parte dei casi, celebri morti del rock e dintorni. Un ulteriore effetto di 'straniamento', poi, è dato dalla sottrazione degli spazi sul supporto (veri tagli del formato), dall'omissione o, per converso, dall'apparente caos delle inserzioni delle figure, laddove una piccola "Primavera" del Botticelli può comparire, in antitesti voluta e meditata col resto del collage, accanto a elementi ipercontemporanei. Non è casuale nemmeno la selezione dei supporti, come si è già accennato veri e propri fulcri del lavoro del creativo, quando, ad esempio, uno stralcio di pagina di quaderno a quadretti si presta ad accogliere un tratto che diviene in certo qual modo 'infantile', strizzando l'occhio a parte della produzione di Basquiat o, per il ricorso a oggetti e personaggi del quotidiano, allo stesso Warhol. Il tema del dolore e della morte, comunque, sono pressoché costanti in un angosciante spleen romantico, con suggestioni e atmosfere cupe e dense, specie col ritornare frequente del motivo della croce, realizzato con biglietti del pullman o stagnole di farmaci e pacchetti di sigarette. Nelle opere, quindi, si legge una forte valenza sociale, accanto a quella psicologica altrettanto netta, in una polisemia, per il concorrere di segni e tecniche differenti, ma anche in una semantica a strati, laddove i significati da intercettare in ogni singolo pezzo sono davvero numerosi e vari.

Inaugurazione 10 febbraio ore 19

Sabinalbano Modart Gallery
vico del Vasto a Chiaja, 52 - Napoli
Dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20
Ingresso libero

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