I lavori esposti in Labirinti di luce, realizzati negli ultimi mesi del 2011, parlano della superficie come 'soglia', punto di congiunzione tra due mondi, luogo dinamico che lo sguardo attraversa per trovarsi sospeso.
Il 14 febbraio 2012 la Galleria Spaziotemporaneo propone la mostra personale di Paola Fonticoli.
Questa serie di lavori, realizzati negli ultimi mesi del 2011, rappresenta l'approdo di una ricerca che l'artista persegue da tempo. Se già nella mostra del 2008 in questi stessi spazi, Fonticoli aveva presentato, tra gli altri, una serie di lavori di piccole dimensioni dove forme leggere e sottilmente definite sembravano emergere (o sul punto di svanire) in uno spazio senza dimensioni, in questa occasione sembra che sia la luce stessa a modulare la superficie, ad essersi incarnata nella trasparenza del supporto.
Fonticoli, se interrogata, parla della superficie come “soglia”, punto di congiunzione tra due mondi, luogo dinamico che lo sguardo attraversa per trovarsi sospeso in uno spazio che si racconta così come fa un paesaggio sconosciuto. L'occhio torna vergine perché non sa dare un nome a ciò che scorge. L'impalpabile natura delle forme create da Fonticoli, la loro essenza enigmatica, non braccano la nostra sensibilità ma, al contrario, la predispongono all'ascolto, ad un atteggiamento pacato ed accogliente, modificano il ritmo dei pensieri, illuminano angoli bui della mente, costruiscono connessioni inedite. Pur assaporando una certa dolcezza, un garbo quasi d’altri tempi, si intuisce una forza inarrestabile, una tenacia che, come la famosa goccia d’acqua, sgretola i muri.
La sete di senso che muove il gesto di Paola Fonticoli non si alimenta di atteggiamenti “contro” né, d’altra parte, si muove nella zona “protetta” di una qualche “autorità” teorica; non dichiara “appartenenze” né si affida a formule e categorie; al contrario rinnova costantemente l’interrogazione senza risposta della sua presenza.
“Il bisogno dell’opera”, scrive Claudio Cerritelli, “spinge le forme a occupare punti rischiosi della superficie, a tentare ipotesi spaziali senza alcuna certezza, ad avere caratteri diversi secondo le diverse direzioni. Di conseguenza, la lettura è soggetta a meccanismi di smarrimento, a vertigini e slittamenti, con una perdita dei riferimenti”.
Spaziotemporaneo
via Solferino 56, Milano
Orari: dal martedì al sabato 16,00-19,30.
Ingresso libero