Citta' murata. Opere pittoriche nelle quali i blocchi, le masse, la geometria smussata - ma non riconfusa dei volumi- e lo stacco dei pieni contro i vuoti si amalgamano senza perdere la loro robusta identita'.
Giovedì 16 febbraio alle ore 17.00, nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana, viene inaugurata la mostra Città murata di Paola Pertempi. Intervengono all'incontro, insieme all'autrice, Arnaldo Colasanti, Mario Lunetta e Valentino Zeichen.
Parlando della sua pittura Paola Pertempi afferma: "La mia intenzione è quella di dipingere immagini in cui la presenza dell’uomo venga avvertita come un relitto della memoria, trapiantato in una realtà dove non esiste alcuna linea di demarcazione tra il passato e il presente, tra la vita e la morte. Frammenti corrosi di materia emergono dalla superfcie sotto forma di strati geologici, di rovine archologiche estratte dal sottosuolo". Nel catalogo della mostra che si è tenuta nell'aprile del 2008 a Frascati, alle Scuderie Aldobrandini, Augusta Monferini, ribadisce come “… la Pertempi dipinge con una forte vocazione di scultore tradotta nella delicatezza della pittura: i blocchi, le masse, la geometria smussata ma non riconfusa dei volumi, lo stacco dei pieni contro i vuoti, si amalgamano senza perdere la loro robusta identità. Sono paesaggi disabitati, rovine solitarie che si ergono massicce (e grevi, per così dire, di leggerezza), sotto cieli a volte plumbei: dove capitelli, colonne e spezzoni di pareti sono assiepati in un blocco omogeneo e dove ogni elemento si incastra nell’altro come costruendo una potente muraglia che si tinge dolcemente dei colori dei tramonti romani, di una tradizione romana ancora calda …”.
Pubblicato da Carte Segrete, il catalogo dedicato all'esposizione è corredato da una poesia appositamente scritta da Valentino Zeichen e da un testo di Mario Lunetta, che da sempre segue il lavoro dell’artista per il quale “Paola Pertempi ha adottato da sempre nella sua pittura una strategia illusionistica: le sue immagini arieggiano in qualche misura alla grammatica della “veduta” (e della “veduta” arcaica in specie), ma ne stravolgono immediatamente il senso, in quanto impongono il loro protagonismo attraverso procedure di spostamento e di straniamento che deprivano in radice i “soggetti” del loro carattere di riconoscibilità. Una sfida a qualsiasi tentazione naturalistica, quella della pittrice romana. Una provocazione serrata a qualsiasi pretesa di verosimiglianza.”
Inaugurazione 16 febbraio ore 17
Biblioteca Vallicelliana
piazza Chiesa Nuova, 18 - Roma
Orario: 17.00 - 19.00 inaugurazione; orario mostra: 10.00 - 13.00 dal lunedì al sabato