Ayla Aksoyoglu
Brunella Baldi
Filiz Ozturk Dogan
Tamara Inzaina
Asli Sinman Kutluay
Marco Nerieri
Asli Ozok
Liisa Pankola
Elisabetta Pizzichetti
Luc Standaert
Giovanni Oscar Urso
Ahmet Yesil
Marco Testa
Asli Bicakci
Una collettiva di artisti contemporanei emergenti. La sostenibilita' della ricerca, il valore della materia e della forma, e' alla base dei lavori esposti e della filosofia dello spazio espositivo. A cura di Marco Testa e Asli Bicakci.
a cura di Marco Testa e Asli Bicakci
In una Babilonia di offerte che questo mondo globalizzato propone, bisogna saper distinguere, occorre essere degli esperti per sopravvivere. Il settore dell’arte contemporanea è fra i più fragili e delicati. Sicuramente la Biennale di Venezia 2011, con tutti i suoi Padiglioni Regionali sovraffollati d’artisti, non ha facilitato a districarsi da ciò che è meritevole d’attenzione e ciò che può essere tranquillamente sorvolato. Troppi interessi economici rendono sempre meno sostenibile l’offerta che giovani artisti emergenti non riescono più a supportare. Troppe fiere in ogni dove, troppi curatori d’arte improvvisati sfruttano, in legittime formule da merchandising (è la pratica di utilizzare un brand o l'immagine di un prodotto noto per venderne un altro), il nome di città o eventi famosi per l’arte contemporanea.
Già Achille Bonito Oliva ha denunciato “il Lavitola del sistema dell’arte” chi come Dipré lusinga artisti sconosciuti per far investire loro fortune economiche in réclame, sul suo personale canale televisivo, che mai nessuno realmente interessato all’arte vedrà. Ciò che stupisce è quando sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica del Ministero dei Beni Culturali, con i patrocini della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze, troviamo un esempio di “sottobosco dell’arte” come la Florence Biennale, sottotitolo: Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea ormai alla sua VIII edizione. La formula del merchandising sembra evidente nell’uso della città di Firenze come per il nome di Biennale: forse sarà casuale la coincidenza temporale con la più rinomata Biennale di Venezia. Tutto legittimo, ovviamente, ma può l’arte sopravvivere a un così massiccio vampirismo speculativo? Forse i grandi nomi, le grandi gallerie ne restano indenni. Chi lavora con l’arte emergente fatica non poco a difendersi da chi mistifica ruoli curatoriali con il semplice “cultore della materia” e che facendo leva su introiti considerevoli per le casse comunali, trovano appoggio e patrocinio di Enti Pubblici.
Nasce così la mostra “Survivors” per Slow design, dove la sostenibilità dell’idea della ricerca, nel valore della materia e della forma, è alla base della filosofia dello spazio espositivo. E’ così che si è voluto inserire in un contesto più ampio di artisti “emergenti” alcuni fra quei pochi di valore, tra i 650 presenti alla Biennale di Firenze, cercando di restituire loro un po’ di dignità, cercando di dar valore al personale lavoro di ricerca espressiva che soltanto in un confronto adeguato potrà distinguersi dalla massa globalizzata di dilettanti ormai imperante in un paese che a fatica distingue il merito dalla fama.
Marco Testa
Autori: Ayla Aksoyoğlu, Brunella Baldi, Filiz Öztürk Doğan, Tamara Inzaina, Asli Sinman Kutluay, Marco Nerieri, Asli Ozok, Liisa Pankola, Elisabetta Pizzichetti, Luc Standaert, Giovanni Oscar Urso, Ahmet Yeşil
Vernissage venerdì 24 febbraio ore 18.00
Slow design
via Sdrucciolo del Pitti 13r - Firenze
Ingresso libero
Orario: 11.00 / 13.00 – 16.00 - 19.00 chiuso il lunedì e festivi