Galleria Zamenhof
Milano
via Zamenhof, 11
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Ortographie + Agdes Baghirzade
dal 24/2/2012 al 10/3/2012
dal mercoledi alla domenica, ore 15 - 19. Lun. e mart. chiuso

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24/2/2012

Ortographie + Agdes Baghirzade

Galleria Zamenhof, Milano

Provini d'autore. Ortographie nasce con l'intento di cogliere l'artista nel suo momento 'nudo'; nel delicatissimo attimo della selezione, quando si devono scegliere e ordinare le immagini piu' efficaci per dar corpo e forza espressiva allo sforzo creativo. "The Other Side of Me" e' il titolo della personale di Agdes Baghirzade sulla fotografia di reportage.


comunicato stampa

Ortographie - Provini d'autore

Gli artisti in mostra: Alessandro AMADUCCI, Natasha AUENHAMMER, Alessandro BAITO, Santina BONFANTI, Fiorenzo BORDIN, Nicolas BORIA, Ivano BOSELLI, Valentina CARRERA, Francesco COMELLO, Savino CONSIGLIO, Piero CORNAGLIA, Alvin CREA, Lorenz DE BOR, Enza DE PAOLIS, Sara ELTER, Mauro GUGLIELMINOTTI, Marco PASTORE, Simone PEROLARI, Marco POST MORELLO, Alfonso QUAGLIA, Silvio ZANGARINI, Gianluca ZENONE. Dalla Presentazione del progetto di Sara Elter: Ortographie, esibizione collettiva di provini fotografici, è stata pensata come un grande orto collettivo in cui ogni artista ha a disposizione un’area coltivabile e circoscritta. Sta a lui decidere quali piante e quali propositi cresceranno, la loro disposizione, la loro utilità per costruire un’idea, una storia, per raccontare in tanti piccoli scatti un lavoro globale. Ogni artista, col proprio orto, fa parte di un orto più grande, composto da tante esposizioni, una diversa dall’altra ma che insieme testimoniano diversi modi di affrontare un progetto artistico o un reportage. L’unica comunanza tra tutti loro è la forma e la dimensione dello spazio, delimitato da una cornice, rigorosamente uguale per tutti, nera. Le foto sono provini, ovvero le prime stampe in formato piccolo solitamente prodotte quando si costruisce un lavoro, sia esso un reportage sociale o artistico, o anche un semplice album di matrimonio. Ortographie nasce con l’intento di cogliere l’artista nel suo momento “nudo”; nel delicatissimo attimo della selezione, quando si devono scegliere e ordinare le immagini più efficaci per dar corpo e forza espressiva allo sforzo creativo.

Ortographie ha pertanto come principale intento quello di mettere insieme progetti, idee, stravaganze, storie di tanti fotografi che, ognuno per le sue competenze specifiche, mette a disposizione del gruppo le proprie possibilità e le proprie capacità nella costruzione di uno spazio comune.

Ortographie è quindi la coltivazione di idee, di visuali e di possibilità, attraverso la grafia, ovvero la scrittura fatta con la foto-grafia, che è appunto il linguaggio espresso attraverso le immagini. Dalla Nota critica

di Alessandro Baito: La scrittura nasce come simbolo. I primi segni inventati dall'Uomo, prima delle grammatica e dell'oratoria e della poesia, rimandavano direttamente a cose o concetti.
Le trenta fotografie che di volta in volta vediamo esposte sono come delle frasi. Ogni scatto una parola, una congiunzione, una sottolineatura, a formulare insieme con le altre un discorso compiuto intorno ad un'idea.

Malgrado non si possa rinunciare al gusto prettamente estetico dei singoli scatti, risultato dell'istinto e della perizia dell'occhio del fotografo quando inquadra un soggetto da fotografare, seguire con lo sguardo la disposizione delle fotografie sullo sfondo neutro e volutamente anonimo sulle quali sono state disposte significa immergersi nel racconto di una storia che, lavorando sull'immaginario simbolico, viene a risvegliare un'esperienza emotiva senza il filtro della parola detta e quindi del pensiero elaborante.

Il risultato finale è quindi che “Ortographie” riflettendo sulla natura della fotografia arriva direttamente alla radice della fotografia così come di qualsiasi altra Arte, consistente nell'apertura di un dialogo diretto tra il Reale attraverso la rappresentazione del reale e l'animo e il pensiero dell'Uomo.

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Agdes Baghirzade

The Other Side of Me

La tipica foto di reportage viene dalla Baghirzade contaminata da una pressante esigenza estetica, che la spinge sempre alla ricerca di un referente altro; la sua è una esplicita fuga dal primo livello di percezione della realtà. Il suo occhio tende a riordinare i soggetti secondo una dinamica quasi architettonica, amante delle linee, del loro incontro, del loro dialogo, della loro danza a formare un disegno che rimanda a qualcosa di più grande, ad un edificio mistico in cui ogni cosa e ogni persona sono i singoli elementi formativi. Questo afflato religioso riconosce però il suo stesso limite, e infatti le linee che la Baghirzade preferisce sono quelle oblique, come se la foto stessa tendesse a rimandare lo spettatore oltre, quasi come se di fronte ai suoi lavori significasse trovarsi in riva al Mar Caspio, nella sua terra natale, a Baku, teso lo sguardo e l'intelletto a scrutare l'Oriente da dove viene il Sole.(dalla nota critica di Alessandro Baito).Nota biografica: Dopo aver completato i suoi studi economici in patria, a Baku, Agdes Baghirzade si è perfezionata fino al 2006 negli Stati Uniti come Art Manager e Fotografa.

Dal 2005 comincia già a raccogliere i primi riconoscimenti, cominciando dal Primo Premio nella categoria “Nuove opportunità, nuovi orizzonti” del ‘Muslim Eldarov’ International photo contest a Baku. Nello stesso anno il Ministro per il Turismo, lo Sport e il Tempo Libero della Repubblica dell'Azerbaijan le consegna il diploma di “Miglior fotografo del 2005”. Diverse le mostre dal 2006 sia in Azerbaijan che a Londra e negli Stati Uniti (Kansas City, Università del Wisconsin, del Montana e della California). Le sue serie più conosciute sono “Jazz party” e “Salam, Azerbaijan!”. Ha partecipato a diversi Festival internazionali: in Slovenia al “Photonic Moments III”; in Russia al “Musenergo”, in Polonia a Varsavia al “Trans- Caucasus-2009”, in Ucraina al “Pokrova Photo-vernisage”, in Turchia al V festival “International Days of Photo”. Ha raccolto premi in Russia nella sezione “Paesaggi” del VIII International Photo Contest, il primo premio del concorso “HPA-2009” organizzato dall'UNESCO in Cina. Nel 2010 ha vinto la Medaglia d'Oro al V International Photo Biennale “Tashkentale-2010” in Uzbekistan.

Inaugurazione 25 febbraio 2012

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via Zamenhof, 11 - Milano
Dal mercoledi alla domenica, ore 15 - 19. Lun. e mart. chiuso
Ingresso libero

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