Lookouts. L'artista crea grandi collage di carte colorate che ritraggono interni o paesaggi sottilmente inquietanti, spesso ispirati a scenari cinematografici o a film dell'orrore. I suoi nuovi lavori prendono spunto da elementi di architettura utopica, partendo da alcune immagini trovate nel libro 'Camp Taylor'.
Siamo felici di annunciare la mostra di Francesca Gabbiani, giovane artista Italiana
residente a Los Angeles, conosciuta per i suoi grandi collage di carte colorate che
ritraggono interni o paesaggi sottilmente inquietanti, dalle atmosfere sature e
cariche di presagi, spesso ispirati a scenari cinematografici o a film dell'orrore.
La sua tecnica è complessa e consiste nel ritagliare dettagliatamente forme di carta
e sovrapporle. Questo processo significa decostruire l'immagine tramite i colori per
poi ricostruirla attraverso le stratificazioni. Gli strati creano una profondità
prospettica che è al contempo pittorica e tridimensionale. L'artista ricostruisce la
memoria nel senso più letterale del termine, mettendo insieme i pezzi per creare
immagini cariche di desiderio e di suspence.
I suoi nuovi lavori prendono spunto da elementi di architettura utopica. La ricerca
per i nuovi soggetti è nata da alcune immagini trovate nel libro "Camp Taylor", che
parla di alcune persone che negli anni Settanta erano studenti a Berkeley, veterani
di guerra o semplicemente idealisti e hippies, i quali lasciarono tutto per
trasferirsi a Kauai nelle isole Hawaii, dove il fratello di Elizabeth Taylor donò
loro un terreno dove vivere. "Taylor Camp" nacque nel 1969 e durò otto anni prima
della sua distruzione da parte della polizia. Gli abitanti costruirono case sugli
alberi, un sistema per l'acqua corrente, servizi igienici; coltivavano la terra e
vivevano in autonomia.
L'obiettivo dell'artista è di evocare gli spazi utopici. Questi comprendono anche le
architetture dell'infanzia: case sugli alberi, capanne, cabine, piccoli rifugi -
sogni apparentemente realizzati. Gabbiani è interessata alla memoria collettiva:
agli spazi dimenticati e quindi liberi delle città o alle rovine urbane, come le
scalinate dissestate, che per lei sono la metafora della capacità o dell'incapacità
di raggiungere la memoria di questi spazi. L'artista ricorda un terreno indefinito,
che veniva chiamato il Tunnel Belmont: un luogo abbandonato con un tunnel, una casa
degli anni Venti e un terreno abbastanza grande per giocare a pallone. Questo luogo
era diventato per più di dieci anni il quartier generale degli artisti graffitari e
al contempo un luogo d'incontro neutro tra gangsters. Dopo una rivolta, le rovine
vennero infine distrutte per costruire nuovi edifici.
La città in cui vive, Los Angeles, è sempre stata fonte d'ispirazione per i suoi
lavori. In questo senso il Cinerama Dome di Buckminster Fuller non è solo
un'architettura utopica completata con successo, ma anche il luogo in cui i sogni
vengono trasmessi: il cinema.
Francesca Gabbiani vive a Los Angeles, è nata a Montreal e cresciuta a Ginevra, dove
ha studiato all'Ecole Supérieure des Beaux Arts. Nel 2005 il Centre PasquArt di
Bienne in Svizzera le ha dedicato una grande mostra personale. L'artista inoltre ha
esposto al Kunstverein Wolfsburg in Germania, al Santa Barbara Contemporary Arts
Forum, al Los Angeles Museum of Contemporary Art e all'Hammer Museum. Le sue opere
sono presenti in importanti collezioni tra cui quelle del Metropolitan e del MoMA a
New York, del Los Angeles Museum of Contemporary Art e dell' Hammer Museum a Los
Angeles.
Inaugurazione Giovedì 1 Marzo 2012 ore 18
Galleria Monica De Cardenas
Via Francesco Viganò 4 Milano
Orario: Martedì - Sabato ore 15 - 19
Ingresso libero