Con Pigeon Soup Straulino propone un focus-intervento, dinamico e compiaciuto, che lascia spazio alla riflessione su cio' che ci circonda, noi come artefici, come prodotto del consumo dei nostri gesti.
a cura di Al-bunduqiyya
La ricerca dell’artista usa un ironico e sovversivo linguaggio minimale, asciutto per la sua tensione. Gioca con la funzione dell’oggetto, senza ribaltarla o stravolgerla, ma usa l’immagine come soggetto e ne afferra l’humor possibile già contenuto dal motivo stesso per cui è stato creato, da cui ha preso forma.
Così ne rivela anche la funzione politica/sociale/economica, ci fa sentire responsabili dei nostri gesti quotidiani, dettati dal soddisfacimento dei nostri bisogni. L’oggetto resta onesto, si rende al suo utilizzo con complicità divertita: è dal gesto che nasce il paradosso e nella conseguenza il prodotto dell’equivoco.
L’artista cambia la prospettiva senza negare il diritto di esistenza alle cose, azioni pittoriche e installative che in un apparente nonsense, in un contrasto tra materiali e colori ad olio, fanno emergere il risultato dell’esigenza di appartenere, del riconoscersi ed essere riconosciuto, come unica chiave di percezione della propria esistenza.
La presenza del tempo però è palpabile, densa ed il mito diventa un racconto.
Venanzio Straulino propone un focus-intervento, dinamico e compiaciuto che lascia spazio alla riflessione su ciò che ci circonda, noi come artefici, come prodotto del consumo dei nostri gesti.
Più che un invito di presa di coscienza una visione delle responsabilità a cui noi partecipiamo più o meno consapevoli.
L’arte ci insegna a guardare, la sua pratica aiuta a costruire una relazione con le cose, un’affezione se è necessario anche un opportuno e benefico distacco in altri casi. Uno strumento critico, capace di analizzare il ruolo politico e sociale delle immagini, nel costruire la consapevolezza personale e collettiva della realtà.
Il bar, luogo di quotidianità per eccelenza, complice eletto perchè palco delle sue dinamiche e Venezia, città multiforme e ridotta, rendono possibile l’arteficio come espediente, per la ricchezza umana che giorno dopo giorno si deposita.
Il fruitore inevitabilmente conclude l’operazione…un amaro e un caffè nero, grazie.
Testo di Cecilia Tirelli
Al-bunduqiyya
In collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili e Pace, Comune di Venezia
Inaugurazione: sabato 3 marzo 2012, ore 18.30
Intervento musicale di Mr. Nilson, ore 20.00
Il Vizietto
Campo S.Stin, Venezia
Ingresso libero