Combo
Perugia
via Cartolari, 1
075 5732174
WEB
Orizzonte Verticale
dal 2/3/2012 al 2/4/2012

Segnalato da

Ekphrasis Cenacolo d'Arte




 
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2/3/2012

Orizzonte Verticale

Combo, Perugia

Anja Capocci presenta una serie di fotografie che raccolgono le tracce lasciate su pavimenti di legno usurati; i 'ritratti' di Valentina Orlando sono volti noti assolutizzati ed astratti, infine Alessia Palumbo prosegue la sua ricerca di moduli arcaici.


comunicato stampa

A cura di Michela Morelli

Orizzonte Verticale è la seconda mostra collettiva di tre studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Perugia: Anja Capocci, Valentina Orlando ed Alessia Palumbo.

Le tre giovani artiste lavorano con modi espressivi e tecniche differenti, ma in una comunanza di intenti, più sottesa che esplicitamente ricercata, che conferisce alle loro opere una profonda e coerente concordanza semantica. I lavori di Anja Capocci, Valentina Orlando e Alessia Palumbo, capaci di sussistere efficacemente anche isolati gl’uni dagl’altri, accostati creano un affascinante itinerario raccordato in questo caso dall’idea di verticale ed orizzontale, di traccia, vestigio e stratificazione.

Orizzonte Verticale è inteso come principio di creazione secondo le direttrici essenziali della costruzione nello spazio: l’orizzontale ed il verticale, concetti che si caricano poi, durante il corso della storia, di significati simbolici ed espressivi. Inoltre, il paradosso insito nell’espressione Orizzonte Verticale è lo spunto per una riflessione sul processo creativo, perché l’essenza di un’opera o di un’immagine ed il suo processo di formazione sfuggono ad una totale definizione, certa ed incontrovertibile, tanto da risultare avvicinabili, ma mai pienamente coglibili. L’elevazione e allo stesso tempo lo stato di intimo e sotteso turbamento, percepibili di fronte all’opera nel suo farsi e nel suo mostrarsi sono quell’Orizzonte Verticale, quel paradiso dalla porta strettissima, che attraendo inesorabilmente verso la creazione e la fruizione innescano i meccanismi del pensiero.

Anja Capocci presenta una serie di fotografie digitali che raccolgono le tracce lasciate su pavimenti di legno usurati. I percorsi che creano i solchi sono un ultimo, lirico e silenzioso ricordo di un universo brulicante che sembra dissolto. L’altra serie di opere, dal titolo Dissoluzioni, è composta da gocce di vernice per ferro ed olio di lino che si espandono sulla carta creando profondi chiaroscuri e grumi di nero intenso. Il processo creativo fa dell’autrice un alchimista alle prese con l’opera al nero, una sostanza che si purifica disfacendosi così da innescare la trasmutazione della materia, libera di divenire ogni cosa ricombinandosi.

I Ritratti di scrittori di Valentina Orlando sono volti noti assolutizzati ed astratti da una elegante linea complessa e precisa che stravolge le fattezze senza però renderle irriconoscibili. I disegni, presentati in un ritmico aggetto ed indietreggiamento verso l’esterno e l’interno della cornice, mostrano gli scrittori come fossero in procinto di essere evocati nel ricordo o di essere dimenticati, aprendo ad una riflessione sulla caducità dell’idea di opera d’arte intesa come speranza di eternità. La tendenza alla relatività dell’essere e dell’esistenza insita nel lavoro di Valentina Orlando stride con il suo rigore lineare e la maestosa compattezza architettonica dei suoi lavori, dissonanza percepibile anche nella serie Teste e nei complessi agglomerati vegetali. I disegni alla macchina da scrivere invece sono un poema in immagine che prende forma per impressione, nel tentativo di conciliare due mezzi espressivi fondamentali nella sua formazione.

Alessia Palumbo, infine, prosegue la sua ricerca di moduli arcaici e carichi di potenza evocativa. Gli ovuli e le forme primordiali dei suoi olii su carta emergono dal supporto spinti dal colore, a tratti brillante a tratti come opacizzato dalla storia, alla ricerca di un incontaminato contatto con un origine che si perde nelle epoche. Adagiati su terra grezza hanno tutta la forza di reperti ancestrali, simboli di una civiltà primigenia lontana nel tempo e nello spazio. L’immediatezza espressiva che trasuda da queste forme disvelate, graffite con il pennino sopra strati di colori ad olio, lascia interdetti nell’impressione di trovarsi dinnanzi alle vestigia di una grandezza perduta.

La mostra vede la continuazione della collaborazione tra le tre giovani artiste con Michela Morelli, studentessa di Storia dell’Arte presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, per quanto attiene la curatela, nell’ottica di un percorso formativo di confronto e condivisione al fine di accrescere capacità ed esperienze nei rispettivi ambiti.

Inaugurazione sabato 3 marzo ore 19

Combo
via Cartolari, 1 Perugia
Ingresso libero

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Orizzonte Verticale
dal 2/3/2012 al 2/4/2012

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