Conversazioni sul collezionismo: Gino Viliani dialoga con Andrea Viliani
Nell'ambito del ciclo Conversazioni sul collezionismo, Gino Viliani dialoga con Andrea Viliani. Padre e figlio, collezionista il primo, curatore il secondo, raccontano con linguaggi diversi come si costruisce ed evolve nel tempo, l'esperienza di un gusto. Quali possono essere i criteri per collezionare: viaggiare, informarsi, confrontarsi, saper aspettare. Per Andrea Viliani 'curare' una collezione significa assumersi il rischio di poter osservare la collezione stessa dal di fuori, di vederla crescere come se potesse essere una mostra, ovvero la ricomposizione di un gusto che non appartiene al tuo tempo, che eppure pervade il tuo tempo, che e' ancora attuale, permettendoti in questo modo di reagire al richiamo affascinante del mainstream e alla pressione verso cio' che il mercato dell'arte definisce 'contemporaneo'. Una costellazione che evoca un significato intimo, personale, eppure condivisibile con gli altri; un'identita' autonoma, che si viene a costituire grazie ai molteplici richiami fra le singole opere e i diversi artisti; o, considerando lo scarto generazionale che innerva questa collezione, come una laguna che abbraccia, che origina 'da' e che rinvia 'a' un suo nucleo centrale, rappresentato da opere storiche la cui costante attualita' e' la ragione pulsante, il cuore lucido intorno a cui questa collezione si e' formata e andrebbe raccontata, nella sua dialettica emotiva fra ieri e oggi, fra un padre e un figlio... Andrea Viliani e' stato Assistente Curatore al Castello di Rivoli-Museo d'Arte Contemporanea dal 2002 al 2005, quando e' stato nominato Curatore al MAMbo-Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Bologna. Dal 2009 riveste l'incarico di Direttore della Fondazione Galleria Civica-Centro di Ricerca sulla Contemporaneita' di Trento. Attualmente e' membro dell'International Core Group degli Agents della prossima dOCUMENTA(13), che inaugurera' a Kassel (Germania) il prossimo 9 giugno 2012. Gino Viliani inizia a collezionare all'inizio degli anni '70, concentrando la sua attenzione su alcuni dei massimi esponenti delle ricerche concettuali italiane degli anni '60 e '70, da Azimuth all'Arte Povera. A partire dalla fine degli anni '90, anche per l'emergere di pratiche neo-concettuali sulla scena artistica, si avvicina alle ultime generazioni, integrandole all'interno del corpo della collezione, in un atto di duplice evocazione. Martedi' 6 marzo ore 18.30, presso la sala di consultazione. Ingresso libero fino a esaurimento posti.