Syntax Parallax. La sua ricerca e' tesa verso le stratificazioni dei livelli semantici del linguaggio codificato della scrittura. In mostra questo si ritrova nelle diverse opere esposte, dalle proiezioni laser, alle scritte al neon, ai ricami.
La galleria OREDARIA Arti Contemporaneee è lieta di presentare SYNTAX PARALLAX, la prima personale nei suoi
spazi dell’artista americano Arthur Duff vincitore del concorso MACRO 2%.
La ricerca di Duff si concentra sulle potenzialità derivate dalla sperimentazione e da giochi semantici sul linguaggio
nelle sue svariate forme. La sua tendenza è quella di lavorare per sovrastrutture. Differenti livelli di lettura si posano
su una stessa opera sprigionando una sottile eloquenza. Una ricerca che, se analizzata sotto un profilo storico, in
alcuni casi può essere ricondotta all’Arte Contettuale, di cui però Duff ne sviluppa e amplia gli apporti. La tendenza
di alcuni dei più noti artisti concettuali nel servirsi della sola idea il più possibile smaterializzata dalla forma viene da
Duff deviata e condotta, senza nessuna esuberanza, anche ad un recupero dell’aspetto visivo ed estetico.
La sua ricerca artistica è spesso tesa verso le stratificazioni dei livelli semantici riguardo al linguaggio codificato della
scrittura e, quindi, della sintassi. Questo conduce ad un atteggiamento che, citando il titolo della mostra, potremmo
legare al fenomeno della paralasse - dal greco “accavallamento”. Tutto deriva dal punto di vista e dai possibili
cambiamenti di senso che nascono modificando la nostra posizione di osservazione fisica e mentale. Il suo lavoro
potrebbe, dunque, essere racchiuso in un atteggiamento “paralassico” e in un utilizzo dialettico dei linguaggi. Nel
percorso espositivo tutto questo si ritrova nelle diverse opere esposte in galleria, dalle proiezioni laser, alle scritte al
neon, ai ricami.
All’interno della mostra SYNTAX PARALLAX esemplifica quanto appena detto. Un soffitto realizzato da cento tubi neon
su cui è proiettata una scritta laser bianca. Uno schermo che, quando spento, rende leggibile le scritte proiettate su
di esso creando così comunicazione legata alla semantica del linguaggio scritto. Un ulteriore livello di lettura
dell’installazione è ottenuto quando i tubi di neon si accendono andando così ad annullare la scritta proiettata.
Quest’ultima, che funzionava come sorgente di luce, è ora annullata dalla luce dei neon trasformati a loro volta in
fonte luminosa.
La luce annulla la luce “bruciando” il messaggio linguistico. Una connessione o associazione che
l’artista tende a riassumere anche con l’utilizzo del termine “supervenient”: una relazione di dipendenza dove un
accadimento non è separato dalla sua controparte, ma ha un effetto potente su una situazione pre-esistente.
Un altro lavoro chiave dell’esposizione è Black Stars_M55, la traduzione fisica di uno degli ammassi stellari scoperti
dall’astronomo francese Charles Messier (1730-1817) che redasse un catalogo di 110 oggetti celesti fissi - nebulose e
ammassi stellari - per aiutare gli astronomi ad individuare le comete. Questo ammasso stellare è il numero 55 del
catalogo Messier. Duff è interessato alle implicazioni che nascono dalla traduzione del linguaggio grafico a quello
scultoreo. L’artista è affascinato dalla trasposizione di queste immagini dalla carta stampata alle tre dimensioni
nonché dal potere di rappresentare un qualcosa di così enorme, lontano e colmo di informazioni e portarlo a
dimensioni umanamente famigliari.
Arthur Duff è nato a Wiesbaden nel 1973. Vive e lavora a Marghera (VE).
Mostre personali (una selezione dal 2008)
2011: Rope, installazione permanente al MACRo, Roma; 2010: STONEWALLWHITEWASH, Bufalini Marmi, evento collaterale Biennale di Scultura Carrara, Marina di Massa; SYNOPSES, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Roma; Spin Series, Complesso Monumentale di Santo Spirito in Saxia, Roma; 2009: In Hiding, Studio La Città, Verona; Love Letters for MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Roma; 2008: Borrowing You, Castefranco Veneto.
Mostre collettive (una selezione dal 2007)
2011: Temi e Variazioni, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia; 2010: No Fear Beyond This Point, Galica Arte Contemporanea, Milano; Nota Bene, Birch-Libralato, Toronto (Canada); There is a Light that never goes out, Galica Arte Contemporanea, Milano; 2009: Bocconi Art Gallery, Università Bocconi, Milano; Arthur Duff, Arcangelo Sassolino, Alicia Martin, Galica Arte Contemporanea, Milano; 2007: La parola nell’arte, Mart, Rovereto;...e rincominciamo da tre, Studio La Citta`, Verona.
Inaugurazione 9 marzo 18,30-21
Oredaria Arti Contemporanee
via Reggio Emilia, 22-24 Roma
Orari: mar-sab 10-13 e 16-19.30
Ingresso libero