Nati sotto Saturno. L'artista porta in pittura il mito dell'artista "saturnino": contemplativo, assorto, solitario, creatore.
Il titolo della mostra deriva da un quadro particolare, dedicato al famoso saggio di Rudolf e Margot Wittkower Nati sotto Saturno. Buttò quindi porta in pittura il mito dell’artista “saturnino”: contemplativo, assorto, solitario, creatore.
< Saturno Buttò attualizza la tesi rinascimentale dell’uomo al centro della Terra, salvo poi riportarla agli albori delle civiltà, quando non c’era la conoscenza “eccessiva” dell’individualismo, la quale oggi usa il feticismo per mistificare ogni sfondo “nero” (misterioso) dell’Assoluto. Nella pittura di Buttò, percepiamo un manierismo “a tinte freddamente forti”, dove la classicità della linea figurativa alla fine andrà a contraddirsi, rivitalizzata dal sentimento mistico (sempre abbastanza “provocatorio”, prima di universalizzarsi). Riportata agli albori della civiltà, la tesi rinascimentale dell’uomo al centro della Terra può palesarsi riscoprendo il momento della comunità, grazie alla pratica rituale. La dialettica fra l’Eros (spirito della vita) ed il Thanatos (spirito della morte) è per l’uomo insolubile, ma almeno la dobbiamo percepire senza l’individualismo, superato quando il “feticcio” dell’arte s’anima misticamente. > (dalla recensione del critico Paolo Meneghetti)
inaugurazione 10 marzo ore 18
Piccola Galleria Arte Contemporanea
via Dell'Angelo, 2 - Bassano del Grappa (VI)
Orario: mar-sab 15.30-19.30
Ingresso libero