Opere scelte 1947-1988. La mostra presenta 32 opere dell'esponente dell'Astrattismo informale, tra cui oltre 20 tele di grandi dimensioni. In particolare sono esposte alcune chine su carta del 1956 e vari acrilici su tela degli anni '70 e '80. L'energia e' una forza che si puo' incarnare in ogni forma: cosi' il pittore ha sintetizzato il senso delle proprie composizioni.
a cura di Leonardo Farsetti, Carlo Repetto e Giulio Tega
L’artista
Hans Hartung è stato uno dei maggiori esponenti dell’astrattismo informale del XX secolo. Nato a Lipsia il 21
settembre 1904, iniziò la sua formazione artistica negli anni Venti, frequentando il Bauhaus, dove rimase
fortemente influenzato dalle lezioni di Vassily Kandinsky. Nel 1931 espose per la prima volta nella Galerie
Heinrich Kuhn di Dresda. Nel 1932, in seguito all’ascesa al potere del Nazismo, fu costretto a lasciare la
Germania e si trasferì dapprima a Minorca, nelle isole Baleari, poi a Parigi e a Stoccolma, dove visse in forti
ristrettezze economiche. Nel 1935 tornò per un breve periodo in Germania, ma dovette espatriare
definitivamente a Parigi. Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nella Legione Straniera e combatté in
Tunisia e in Francia: nel novembre del 1944 fu gravemente ferito nei combattimenti di Belfort, mentre cercava
di trasportare un compagno ferito entro le proprie linee e gli dovettero amputare la gamba destra. Naturalizzato
francese, nel 1946 fu decorato della Croce di guerra, della Medaglia militare e della Legion d’Onore.
Riprese a dipingere con rinnovato entusiasmo, partecipò a numerose mostre e raggiunse la piena maturità
espressiva, realizzando opere di grande vigore emotivo, in cui l’energia del segno e la forza del gesto pittorico
costituivano gli elementi fondanti del suo linguaggio pittorico. Nel 1956 ottenne il Premio Guggenheim e nel
1960 ricevette il Gran Premio per la pittura della Biennale di Venezia, seguiti da molti altri riconoscimenti
internazionali. Hans Hartung morì ad Antibes il 7 dicembre 1989.
La mostra
La mostra, curata da Leonardo Farsetti, Carlo Repetto e Giulio Tega, presenta trentadue opere, tra cui oltre
venti tele di grandi dimensioni. Il percorso inizia dal 1947, con una composizione a carboncino e pastelli su
carta, e si conclude con le ultime opere degli anni Ottanta. In particolare saranno esposte alcune belle chine su
carta del 1956 e vari acrilici su tela degli anni Settanta e Ottanta, che daranno ai visitatori la possibilità di capire
la tecnica pittorica ed il mondo poetico di Hartung.
L’energia è una forza che si può incarnare in ogni forma: così il pittore ha sintetizzato il senso delle proprie
composizioni, in cui ha saputo fondere, in maniera originale e personale, gli insegnamenti dell’espressionismo e
dell’astrattismo informale.
“L’arte astratta, spiega ancora Hartung, mi sembra essere il momento più puro nella vicenda dell’arte
moderna. Con essa, dopo un lungo rilassamento sul piano formale, si ha una tendenza purificatrice che era già
cominciata con Cézanne ed era proseguita, in Francia, con il cubismo analitico. La macchia ridiventa una
macchia, il tratto un tratto, la superficie ridiventa superficie. Più che mai le opere vivono autonome, libere
dalla sottomissione alla mimesi".
Hartung traduce tutte le sue emozioni e le sue riflessioni nel segno (egli era anche un ottimo incisore), che vibra
sulla tela, quasi fosse il pulsare vitale dell’universo. In alcuni casi le sue linee assumono l’eleganza formale di
un raffinato arabesco, unite da una lieve armonia; in altre invece queste esprimono vigore e potenza, energia e
dinamismo. La sua ricca interiorità si esprime tanto nelle atmosfere rilassate e pacate, tanto negli accesi
contrasti, inquieti e instabili. Alla fine del suo percorso creativo, costretto su una sedia a rotelle, seppe
esprimere tutta la sua passione per l’arte con opere intense e altamente drammatiche, con i colori letteralmente
gettati sulla tela, simbolo di lotta e di estrema sfida alla vita e al suo mistero.
La mostra è corredata da un ampio catalogo, con testi critici di Chiara Stefani e Paolo Repetto; schede tecniche
e biografie a cura di Elisa Morello, Silvia Petrioli e Chiara Stefani
Con il patrocinio della Fondazione Hans Hartung e Anna-Eva Bergman, Antibes
Immagine: Hans Hartung, T 1981-E11, 1981, acrilico su tela, cm. 180x142
Inaugurazione 16 marzo
Galleria Frediano Farsetti
Lungarno Guicciardini 21/23 rosso Firenze
Orario: 10-13.30 14.30-19.30
Ingresso libero