Confini ancestrali. I personaggi che popolano le superfici delle sue ceramiche divenendo sculture hanno la caratteristica di essere quasi personaggi fiabeschi, estranei ad ogni nozione di tempo e di spazio.
a cura Prof. Ornella Casazza
Paolo Staccioli, 1943, toscano, di Scandicci, amava dipingere fin dalla giovinezza.
Negli anni 80 ha iniziato a lavorare la ceramica abbandonando gradualmente la pittura e dedicandosi ad approfondire nuove tecniche scultoree e di lustro.
Al principio degli anni 90 la necessità di sperimentare nuovi linguaggi espressivi lo spinge a Faenza, nella bottega di un ceramista locale, Umberto Santandrea, dove apprende le tecniche di quest’arte. E’ qui che Staccioli realizza i suoi primi vasi, dapprima con la tecnica della ceramica invetriata, poi sperimentando la cottura a riduzione di ossigeno, che gli consente di ottenere straordinari effetti di iridescenza e lucentezza.
Ottenuta assoluta padronanza del mestiere, Staccioli allestisce nel suo studio di Scandicci, un laboratorio, dove autonomamente e quotidianamente si misura con l’uso del fuoco e degli ossidi di rame, dando vita ad una miriade di vasi che riveste con fantastici racconti pittorici, fissati definitivamente dalla smaltatura a lustro.
I personaggi che popolano le superfici delle sue ceramiche presto si guadagnano la terza dimensione divenendo sculture che tuttavia non perdono la loro caratteristica di essere quasi personaggi fiabeschi, estranei come sono ad ogni nozione di tempo e di spazio.
Dai primi anni del 2000 Staccioli inizia a sperimentare nuovi materiali e nuove dimensioni espressive e trasferisce la sue forme nel più duraturo bronzo, passando dalle ricerche con gli ossidi di rame a quelle con le patine metalliche.
Moltissimi i riconoscimenti tributati all’artista, soprattutto in questo ultimo decennio, da pubblico e critica, tanto da renderlo presente in esposizioni e collezioni sia pubbliche che private di altissimo prestigio. Tanto per citare alcuni casi : il museo delle Porcellane di Palazzo Pitti a Firenze, il Museo Archeologico di Fiesole, l’International Ceramic Art Museum di Fuping in Cina, il museo Horne di Firenze dove i suoi bronzi e le sue ceramiche si trovano accanto a Giotto, Simone Martini, Masaccio, Giambologna, Bernini.
E’ stata scelta una sua opera per farne dono ufficiale nel 2006, all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, e nel 2008, all’attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
E ancora, altre sue creazioni in ceramica sono state donate come premio alla carriera al regista statunitense Spike Lee e all’attore e regista Dario Fo, e anche il magnate e collezionista americano Jack Larsen ha scelto per il suo parco di sculture due guerrieri in bronzo.
La sua creatività è fatta di storie ancestrali: figure mitologiche popolano una contemporaneità dove guerrieri, viaggiatori, cavalli, navi e carri sono tutti collegati dallo stesso sogno, come una misteriosa attesa, un viaggio nella storia o nel presente, una umanità varia proveniente chissà da dove che guarda sempre diritta davanti a sé, nel vuoto, un po’ surreale, metafisica. Le donne con i capelli legati e mossi da un vento che non c’è, da una velocità solo immaginata. I bonari ed immobili guerrieri con le armature ricavate da piccoli cavalli a ruote, ricordo dell’infanzia, messi in rilievo, grandi carri con le ruote, compatti come terribili carri armati, ma immobili in un viaggio che non c’è.
Fantastici personaggi senza nessun legame diretto con la realtà, forse appartenenti al suo mondo onirico o forse appartenuti alla sua infanzia, comunque espressione della leggerezza, della grazia e dell’ironia dell’artista che guarda con stupore sempre nuovo ma anche con disincanto sia la modernità che le memorie dell’antico.
Ornella Casazza
Storica dell’arte presso la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze, dove ha diretto il Dipartimento per lo Studio e l’Applicazione di Tecnologie Avanzate. Ha diretto i lavori di restauro degli affreschi di Masaccio, Masolino e Filippo Lippi nella Cappella Brancacci della Chiesa del Carmine di Firenze. Autrice di importanti studi, soprattutto sulla conservazione e sull’iconografia, dirige i corsi di Restauro presso l’Università Internazionale dell’Arte di Firenze ed è stata docente di Teoria e Tecnica del Restauro presso l’Università di Pisa. Direttrice del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze, si interessa ora anche dell’arte del Novecento. Ha curato numerose mostre di antichi Maestri e di Artisti contemporanei, in varie sedi museali pubbliche e private ed in gallerie e spazi d’arte moderna.
Immagine: Paolo Staccioli, Vaso con figure
Vernissage 24 marzo ore 18,30
Galleria Artissima
via Volta, 26 Abano Terme (PD)