Associazione AOCF58 - Galleria Bruno Lisi
Roma
via Flaminia, 58
06 3211880 FAX 06 3211880
WEB
Sveva Bellucci
dal 1/4/2012 al 19/4/2012
lunedi - venerdi 17-19,30, chiuso sabato e festivi
06 3610411

Segnalato da

Patrizia Nicolosi




 
calendario eventi  :: 




1/4/2012

Sveva Bellucci

Associazione AOCF58 - Galleria Bruno Lisi, Roma

Move: Muovere, spostare o togliere, trasferire, portare fuori da, traslocare, commuovere, cambiare casa. Una ricerca itinerante realizzata fotografando case svuotate che conservano le tracce di un vissuto appena concluso.


comunicato stampa

Ho iniziato questo progetto nel 2008 quando sono entrata, subito dopo il trasloco, in una casa vissuta per cinquant’anni dagli stessi inquilini. La casa, svuotata completamente, conservava un vissuto ormai solo apparente, ma paradossalmente tangibile. Ero davanti ad un vero e proprio contenitore di storie, gli spazi mi apparivano ancora densi di abitudini ed atmosfere quotidiane.

Ricostruivo l’assetto dell’ abitazione tramite le tracce lasciate: qui il salone, con il segno del divano sul muro e sopra una serie di rettangoli, bene descritti dal tempo sulla carta da parati: i quadri. Lì la cucina con uno strano disegno grigio in una nicchia, la serpentina del frigorifero; più in là la camera da letto si riconosce da un rettangolo più scuro sul pavimento e da segni sul muro uguali ed equidistanti, i comodini. Poi gli oggetti, i più disparati: le vecchie antenne della TV che rimangono sempre attaccate al muro, le doppie prese, i ganci nelle cucine. Cose inutili, dimenticate.

Da lì, con il passaparola, l’aiuto di un traslocatore e poi di un architetto sono riuscita a trovare molte case svuotate da fotografare; spesso colgo delle analogie nei segni e negli oggetti lasciati, ma c’è sempre qualcosa, oltrepassando la soglia di una casa vuota, che mi sorprende, mi fa sorridere e mi restituisce un senso di pace.
Sveva Bellucci

Move - L’occhio magico di Sveva

Eravamo oggetti, siamo ora cose. Eravamo impronte della vita destinate a svanire; ora siamo messaggeri del tempo. Eravamo macchie, screziature, volgari patacche, mute presenze marginali e desuete, ferite incurabili su spoglie incustodite; Siamo ora orme di ricordi sopravvissute all’oblio, tracce sottili di esistenze al quotidiano, tramutate in rivelazioni, improbabili segni del tempo promossi a chimerici paesaggi narrativi. Eravamo schiavi ordinari siamo ora decorosi patrizi. Promossi da servi obbedienti a protagonisti di senso; da oggetti di distratta indifferenza a soggetti di tenera attenzione; da stigmate d’indifferenza a tesori simbolici della vita domestica.

Riti di trasfigurazione per magiche emancipazioni hanno travolto le nostre meste esistenze. L’occhio magico di Sveva muta il nostro silenzio in parole; Parole senza fine, poiché inesauribili sono i nostri messaggi; Tanti messaggi quante sono le persone predisposte ad ascoltarli con lo sguardo; Tante epistole parlanti quanti sono gli occhi che le ascoltano; Missive dal sapore di fiaba, che raccontano lembi di esistenza felice in luoghi immaginari. L’occhio magico di Sveva varca gli usci delle nostre pene; Coglie nella nostra nascosta identità i segni della nostra nobiltà; Spia il nostro avvenire dietro gli steccati del nostro abbandono; Scova il nostro destino nelle metafore delle nostre parvenze; Tratteggia i confini delle nostre nuove dimore; Rivela parentele con antenati d’arte.

Riti di trasfigurazione per l’iniziazione alla vita. Sveva convoca, annuncia, lancia, chiama. Traccia la rotta di viaggi senza meta; Propone complicità inattese con amici improbabili; Insinua i nostri fantasmi in celesti tramagli ; Poi, con mesto amore e con discreto orgoglio, ci schiude gli usci del mondo.
Fabrizio Sabelli

Inaugurazione 2 aprile 2012, ore 18.30

Galleria AOCF58
via Flaminia, 58 - Roma
Orari: dal lunedi al venerdi ore 17-19,30 (chiuso sabato e festivi)
Ingresso libero

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