Hangar Bicocca
Milano
via Chiese, 2
02 66111573 FAX 02 6470275
WEB
Due mostre
dal 10/4/2012 al 9/6/2012
gio - dom 11-23

Segnalato da

Press Office HangarBicocca



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Audio intervista:
Andrea Lissoni



 
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10/4/2012

Due mostre

Hangar Bicocca, Milano

'Non Non Non' e' una retrospettiva dedicata a Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, che attraverso immagini intense invitano a riflettere sulla violenza e le guerre del secolo scorso come temi universali. Hans-Peter Feldmann presenta un'inedita versione di 'Shadow Play', un'installazione costituita da un tavolo lungo 20 metri costellato da piedistalli girevoli su cui volteggiano oggetti e figure di varia natura: un teatrino delle ombre capace di narrare infinite storie.


comunicato stampa

HangarBicocca si rinnova
Dall’11 aprile il centro per l’arte contemporanea riapre con nuove mostre e nuovi spazi

HangarBicocca riapre le porte ai visitatori l’11 aprile 2012, dopo una temporanea sospensione delle attività, con spazi rinnovati, una nuova immagine e due originali progetti espositivi: NON NON NON, la prima retrospettiva dedicata agli artisti visivi Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, interpreti indiscussi della cultura artistica del XX e XXI secolo, e una inedita versione della celebre installazione Shadow Play di Hans-Peter Feldmann, artista tedesco tra i più accreditati al mondo.

I quindicimila metri quadrati di HangarBicocca offriranno aree più funzionali per le attività espositive e culturali: dal nuovo spazio dedicato ai bambini alla parete multimediale interattiva, dall’area polifunzionale per workshop e conferenze al rinnovato ristorante-caffetteria. Come luogo di respiro internazionale per la produzione e l’esposizione di arte contemporanea, HangarBicocca si apre maggiormente, dunque, alle esigenze del territorio, con programmi rivolti a un pubblico ampio, da coinvolgere in iniziative collegate all’arte.

Le novità riguarderanno inoltre: gli orari dilatati anche nella fascia serale (dalle 11 alle 23), la gratuità, le attività educative continuative, la presenza di personale preparato a spiegare i temi presenti in mostra, il materiale visivo, informativo e divulgativo creato con una veste grafica rinnovata. Attraverso un’offerta culturale, educativa e didattica, HangarBicocca intende quindi stimolare i visitatori a misurarsi con le idee degli artisti e con le opere, rendendole comprensibili e accessibili a tutti, addetti ai lavori e non.

Un grande laboratorio dalla vocazione sperimentale e divulgativa con una programmazione affidata alla direttrice Chiara Bertola e al curatore Andrea Lissoni.

I progetti espositivi continueranno a dialogare con le installazioni permanenti: la suggestiva opera di Anselm Kiefer I Sette Palazzi Celesti (2004) e la scultura di Fausto Melotti, La Sequenza 1971 (1981), collocata nell’area esterna.

HangarBicocca è sostenuto dalla Fondazione HangarBicocca, presieduta da Marco Tronchetti Provera. Pirelli è Socio Fondatore Promotore della Fondazione oltre che Socio Fondatore, insieme a Regione Lombardia e Camera di Commercio di Milano: i tre partner sono concordi nel ritenere che la cultura sia uno dei principali motori dello sviluppo e che l'arte contemporanea abbia una funzione essenziale per l'individuazione e la rappresentazione dei mutamenti sociali. Per Pirelli, in particolare, HangarBicocca è il naturale proseguimento di una cultura di impresa che da sempre pone al centro la ricerca e l’innovazione.

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Hans-Peter Feldmann
Shadow Play. Opere contro il tempo

a cura di Chiara Bertola

HangarBicocca ospita dal 12 aprile al 10 giugno 2012 (inaugurazione 11 aprile) la poetica installazione dell’artista tedesco Hans-Peter Feldmann, Shadow Play (2002-2012), un’opera di riferimento nella storia dell’arte contemporanea, riallestita appositamente per l’occasione a cura di Chiara Bertola.

L’esposizione di Shadow Play in HangarBicocca si colloca nell’ambito di un progetto più ampio che intende rendere i capolavori dell’arte contemporanea, presentati in circuiti internazionali, accessibili ad un ampio pubblico, non solo di addetti ai lavori.
L’evento espositivo si pone infatti in concomitanza con l’apertura della grande mostra di Hans-Peter Feldmann alla Serpentine Gallery di Londra (dall’11 aprile al 3 giugno).

L’opera, negli spazi di HangarBicocca, è inoltre messa a confronto con la ricerca sperimentale degli artisti visivi Gianikian e Ricci Lucchi, in un ideale dialogo sul movimento, la luce e la memoria.

Shadow Play rappresenta un’opera di fondamentale importanza nella produzione artistica del nostro secolo. Presentata in edizioni differenti dalle più importanti istituzioni, è stata esposta per la prima volta nel 2002 presso lo Sprengel Museum di Hannover e successivamente in gallerie, musei e rassegne di tutto il mondo: dalla Kunsthaus di Zurigo nel 2001 ad Art Unlimited - Art Basel - nel 2008, dall’Hamburger Bahnhof di Berlino alla Biennale di Venezia nel 2009.
Shadow Play è un’installazione complessa, un tavolo lungo 20 metri costellato da piedistalli girevoli su cui volteggiano oggetti e figure di varia natura, da giocattoli a piccoli elettrodomestici. Le luci a faretto illuminano le figure, proiettando le differenti ombre sulla parete bianca retrostante. Il risultato visivo è lirico e nostalgico al tempo stesso: un teatrino delle ombre capace di narrare infinite storie.

Le superfici delle figure s’intrecciano dentro e fuori fuoco, trasformandosi sempre, in perpetuo movimento. La fascinazione di Feldmann per il senso della fine, della sparizione, del tempo e della memoria, si concretizza in quest’opera capace di richiamare l’evanescente condizione umana. Shadow Play rappresenta anche un formidabile e contemporaneo crocevia di discipline e di mezzi espressivi come la fotografia, con la camera oscura, il pre-cinema, con la lanterna magica, l’installazione e il teatro.

Hans-Peter Feldmann, nato a Hilden, nei pressi di Düsseldorf nel 1941, è una delle figure più importanti e vitali dell’arte concettuale. Tutta la sua opera è caratterizzata da un lavoro di archiviazione e catalogazione attraverso cui l’artista documenta ogni aspetto della vita quotidiana, collezionando immagini di ogni genere, oggetti, ritagli di giornale e cartoline per realizzare collages e piccoli libri suddivisi per tematiche. La sua attitudine critica davanti al mondo dell’arte e della cultura lo porta nel 1980 ad abbandonare il circuito artistico e ad aprire un negozio di oggetti curiosi a Düsseldorf, attivo fino agli anni 90, quando ricomincia a riavvicinarsi al mondo dell’arte. Durante la sua lunga carriera Feldmann ha esposto nei più importanti musei e gallerie del mondo, fra cui il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, il Museé d’Art Moderne de la Ville di Parigi, presso Portikus a Francoforte, P.S.1 Contemporary Art Center di New York, MCA di Chicago. Ha partecipato alla ottava edizione della Biennale di Gwangju nel 2010 e alla Biennale di Venezia nel 2009. Nel 2010 ha vinto l’Hugo Boss Prize.

Sponsor: Pirelli

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Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
NON NON NON

a cura di Andrea Lissoni con Chiara Bertola

L’11 aprile s’inaugura, negli spazi rinnovati di HangarBicocca, NON NON NON la mostra personale di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, interpreti indiscussi della cultura artistica del XX e XI secolo, attenti osservatori della storia e della contemporaneità: dagli orrori della Prima Guerra Mondiale alla spensieratezza della società dei consumi, dalla povertà dei cosiddetti paesi in via di sviluppo alle più recenti e drammatiche vicende del terrorismo internazionale.

La mostra, a cura di Andrea Lissoni con Chiara Bertola, aperta dal 12 aprile al 10 giugno 2012, è la prima retrospettiva di installazioni e di opere dei due artisti visivi, attivi a Milano dagli anni Settanta, molto apprezzati nel panorama internazionale per la capacità di lavorare al confine tra arte e cinema sperimentale.

Coppia nel lavoro e nella vita, architetto di origini armene lui, pittrice italiana lei – allieva di Kokoschka – lavorano i film come progetti d’arte, con uno sguardo profondamente attuale. Attraverso immagini intense, tanto poetiche ed evocative, tanto a volte brutali e crude, invitano a riflettere sulla violenza e le guerre del secolo scorso come temi universali.
Si servono di materiale d’archivio – film etnografici, coloniali, di propaganda – che analizzano e rifilmano con la “Camera Analitica” di loro invenzione, ribaltandone il significato e il senso comunicativo.

In questa visione muta, ma fortemente eloquente, i popoli sottomessi – armeni, rom, colonizzati, etnie locali – e i personaggi anonimi diventano i protagonisti di ogni epoca, fino alla nostra contemporaneità. L’ex Jugoslavia, l’Armenia, l’Africa, l’India, il Polo Sud sono alcuni dei territori che gli artisti esplorano interpolando vecchi fotogrammi a riprese realizzate ex novo.
Gianikian e Ricci Lucchi indagano le grandi crisi sociali e politiche del passato, dettate dai regimi totalitari, come il fascismo, il nazismo e il bolscevismo, difendendo il messaggio etico e il valore senza tempo della libertà. A tutti i costi, anche della loro vita, messa sovente in gioco durante la ricerca del materiale d’archivio e i viaggi in Paesi in conflitto.

Yervant Gianikian (nato a Merano nel 1942 da genitori armeni) e Angela Ricci Lucchi (nata a Lugo di Romagna nel 1942) hanno presentato i loro lavori in numerosi festival internazionali di cinema (Cannes, Rotterdam, Venezia) e nelle più importanti istituzioni museali come il Moma di New York, il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, il Mart di Rovereto e in rassegne significative come la Biennale di Venezia (2001). Molti loro video sono entrati a far parte dell’immaginario degli italiani perché trasmessi dalla RAI nei programmi Fuori Orario e Geo.

La mostra riunisce sette installazioni video del percorso artistico di Gianikian e Ricci Lucchi, presentate per la prima volta contemporaneamente in un allestimento concepito e realizzato ad hoc. Nell’ambito della rassegna sono presenti inoltre dei disegni ad acquerello inediti, tra cui un rotolo di carta lungo 15 metri su cui gli artisti hanno rappresentato antiche favole armene raccontate dal padre di Yervant Gianikian.

Il progetto di mostra prevede tre diverse stazioni.
1) Un display che ospita disegni, acquerelli, un manifesto (tutti materiali realizzati dagli anni ’70 ai giorni nostri) e l’installazione video di Carrousel de jeux.
2) La marcia dell’uomo, un’installazione video in cui tre grandi schermi rivelano uno dopo l’altro tre momenti chiave della storia delle immagini del’900.
3) Cinque installazioni significative del percorso artistico di Gianikian e Ricci Lucchi: la serie di Frammenti Elettrici (diffusa su 4 pareti in simultanea), Visions of the Desert, Trittico del Novecento, Terrae Nullius, Topografie. Un grande affresco audiovisivo in cui si succedono una dopo l’altra le installazioni concepite dal 2000 in poi per spazi espositivi e museali.

Eventi collaterali
Il 17 maggio è prevista una serata con proiezioni di film in 16 mm, una performance di cinema espanso con la diffusione di “film profumati” (celebre performance di Gianikian e Ricci Lucchi negli anni ’70) e una conversazione con gli artisti.

Altri progetti espositivi
A confronto con la ricerca sperimentale di Gianikian e Ricci Lucchi, lo spazio espositivo di HangarBicocca ospiterà (dal 12 aprile al 10 giugno 2012) la poetica installazione dell’artista tedesco Hans-Peter Feldmann, Shadow Play (2002-2012). Un’opera di riferimento nella storia dell’arte contemporanea, riallestita dall’artista appositamente per l’occasione.

Ufficio Stampa Angiola Maria Gili angiola.gili.ex@hangarbicocca.org /tel. 335 6413100
Stefano Zicchieri stefano.zicchieri.ex@hangarbicocca.org /tel. 334 6160366

Conferenza stampa di presentazione dei nuovi spazi e delle mostre 10 aprile ore 11.30. Intervengono: Marco Tronchetti Provera, Giuliano Pisapia, Carlo Sangalli, Stefano Boeri, Chiara Bertola. Presenti gli artisti

Inaugurazione 11 aprile, ore 19

HangarBicocca
Via Chiese 2 Milano
Orari : giovedì – domenica dalle 11 alle 23
Ingresso gratuito

IN ARCHIVIO [78]
Petrit Halilaj
dal 1/12/2015 al 12/3/2016

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